L’INPS ha comunicato che non verserà più l’assegno di invalidità alle persone disabili che lavorano, indipendentemente da quanto guadagnano.
Facciamo un esempio: oggi guadagni 100 euro distribuendo volantini fuori dal supermercato due volte a settimana? Ti conviene stare a casa, perché se lavori l’INPS non ti dà più le 287 euro di assegno di invalidità. Praticamente stando a casa prenderesti 187 euro in più che lavorando. Figo, vero?
Così tanto vale tu stia a casa, piuttosto che lavorare gratis o addirittura rimettendoci.
A me un provvedimento del genere sembra molto utile per portare le persone con disabilità fuori dagli occhi. E’ molto fastidioso vedere un disabile che lavora, non sembra anche a voi?
Un cieco che risponde al telefono, un cieco fisioterapista, un donna senza una gamba alla catena di montaggio, oppure senza due gambe e impegnata nel commerciale di un’azienda. Che fastidio, signori, non trovate anche voi?
Per questo io penso che l’INPS abbia ragione: solo gli abili, ma che dico – i perfetti – devono lavorare e guadagnare. Gli altri al massimo possono guardare la tv, sdraiarsi sul divano e guardare nuovamente la tv. Mica è colpa nostra, o dell’INPS, se loro non sono perfettamente abili, giusto?
Del resto avere un lavoro non serve mica a trovare un equilibrio, una libertà, a darsi una possibilità o a intrecciare relazioni, no? Che poi, se sei disabile, quali relazioni vuoi mai intrecciare? Al massimo puoi sognare una relazione con il cuscino da decubito.
E poi, signori, troppa attenzione alla questione soldi, ha ragione l’INPS. I soldi devono andare a chi è in grado di farli girare e moltiplicare, ma un disabile cosa volete che se ne faccia dei soldi? Non va mica al ristorante, non ha mica una vita fuori, e se ce l’ha è sicuramente una vita triste, perciò è meglio che non ce l’abbia.
Io penso questo: se sei disabile al massimo puoi guardare la tv e stare in casa. E allora vedete che questo provvedimento dell’INPS che favorisce la segregazione casalinga è in fondo una buona cosa? Vedete che in fondo vi sto convincendo?
Io a questo punto proporrei di andare anche oltre, e di avere un po’ di coraggio: oltre a togliere l’assegno di invalidità indipendentemente da quanto si guadagna lavorando, e in questo modo forzare le persone a lasciare i piccoli lavori magari faticosamente trovati, io propongo di dare pizzicotti nei fianchi alle persone con invalidità che vogliono andare al cinema. Sia chiaro: nessuno vuole impedire a una persona ad esempio con osteogenesi imperfetta di andare a vedere un bel film, però dobbiamo essere in grado di disincentivarla. Per questo propongo pizzicotti forti dati con il pollice e l’indice sulle lonzette ai disabili fra il primo e il secondo tempo di ogni film.
Poi, per le persone disabili che si arrischiano ancora a viaggiare, che sia in aereo o in treno, propongo per legge dei ricci di mare sotto il cul*. Puoi viaggiare, noi non te lo impediamo, ma neanche dobbiamo facilitarti nelle tue strambe idee di libertà. Dico bene o dico giusto?
E ancora: vuoi andare al ristorante? Ok, però devi assaggiare anche il cibo per cani. Del resto se io ci nutro il mio mastino tibetano a cui voglio tanto bene, puoi mangiarlo anche tu, disabile che mi stai un po’ sulle palle, come del resto tutte le tue idee di autodeterminazione e libertà.
Alla fine sono certo concorderete con il mio ragionamento, del resto si tratta solo di avere un po’ di coraggio in più continuando a seguire il solco già tracciato dall’INPS.