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Via al premierato dopo il Cdm, Meloni: “Rivoluzione storica, vogliamo lasciare un’eredità all’Italia”

La riforma del premierato ha ottenuto l’approvazione del Consiglio dei ministri. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni in conferenza stampa ha commentato: “Abbiamo fatto quello che dovevamo, la considero la madre di tutte le riforme che si possono fare in Italia”.
A cura di Luca Pons
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Alla fine, la riforma per arrivare al premierato è partita. Il governo Meloni ha approvato il disegno di legge che ora passerà al Parlamento per essere definita e poi approvata. Sarà una riforma costituzionale, quindi se non sarà votata da almeno due terzi dei parlamentari ci dovrà essere un referendum. Per il momento, però, il testo è appena partito. Giorgia Meloni in conferenza stampa ha detto di essere "molto fiera" del provvedimento: "Negli ultimi 75 anni di storia repubblicana ci sono stati 68 governi, con una vita media di un anno e mezzo. Considero questa la madre di tutte le riforme che si possono fare in Italia".

Poi ha spiegato questa affermazione: "Tra il 2002 e il 2022 ci sono stati nove presidenti del Consiglio e 12 governi. In Germania invece ci sono stati tre cancellieri, in Francia quattro presidenti della Repubblica". Nello stesso tempo, "Francia e Germania sono cresciute oltre il 20%, l'Italia meno del 4%. O tutti i politici italiani sono peggiori dei politici francesi e tedeschi, e non lo credo, o qualcosa non funziona nel sistema. Quando si ha orizzonte di legislatura limitato, si tende a privilegiare ciò che torna rispetto a strategia di lungo termine. E da qui i discorsi sulla mancanza di una strategia industriale, sul debito pubblico alto". Questo produce una "debolezza strutturale della politica".

Meloni ha commentato: "Confido possa esserci consenso ampio in Parlamento, se no agli italiani chiederemo cosa pensano con il referendum. Abbiamo fatto quello che dovevamo fare, mettendo l'Italia davanti all'occasione storica di una rivoluzione che ci porta nella Terza Repubblica. Ma poi decide il popolo se avere questa occasione oppure no". E ha aggiunto: "Proprio perché il nostro governo è stabile, vogliamo lasciare un'eredità alla nazione".

Il premierato, che è stato criticato da diversi costituzionalisti, secondo Meloni tutelerà comunque sia il ruolo del presidente della Repubblica ("non abbiamo toccato le sue competenze salvo l'incarico del presidente del Consiglio") e quello del Parlamento (che dovrebbe restare un "contrappeso del presidente del Consiglio eletto"). È rimasta nel testo la norma anti-ribaltone che aveva fatto storcere il naso anche a Ignazio La Russa: nel caso di impedimento, sfiducia o dimissioni del capo del governo, il suo posto potrà essere preso da un parlamentare della maggioranza.

Questo ricambio potrà accadere solo una volta, poi si tornerà al voto. E solo per "realizzare il programma e le dichiarazioni programmatiche del presidente del Consiglio eletto". Meloni ha specificato che la possibilità è stata aggiunta "per evitare che accentrare più poteri in una sola persona portasse in realtà più instabilità", ma Meloni ha chiarito che se il Parlamento volesse eliminare questo meccanismo "non troverebbe opposizione" da parte sua. Infine, saranno eliminati i senatori a vita "con l'eccezione di quelli attualmente in carica e degli ex presidenti della Repubblica".

Lo scopo è, per Meloni, di "garantire il diritto dei cittadini a decidere da chi farsi governare: basta ribaltoni, giochi di palazzo, governi tecnici e maggioranze arcobaleno, che negli anni sono passati sopra la testa dei cittadini per realizzare programmi che nessuno aveva votato". E poi "garantire a chi viene scelto dal popolo la stabilità per realizzare il proprio progetto in cinque anni, una condizione essenziale per stabilire una strategia credibile nazionale e internazionale".

La presidente del Consiglio ha parlato anche degli altri provvedimenti discussi dal Consiglio dei ministri. È arrivato il primo decreto sul piano Mattei, che però stabilisce solo la Cabina di regia e le tempistiche per arrivare, tra diversi mesi, a un vero e proprio piano. Meloni ha comunque ribadito che "anche la presidenza italiana del G7", che sarà nel 2024, "farà parte della nostra strategia per mettere al centro i rapporti con gli Stati del continente africano".

Il governo, infine, ha approvato un nuovo decreto legislativo di riforma fiscale per lanciare il concordato preventivo biennale e sanzioni più basse: "Il Fisco diventa più collaborativo con il contribuente, abbassando anche le sanzioni senza abbassare la guardia sulla lotta all'evasione fiscale. Il concordato preventivo biennale aumenta la collaborazione, è un segno di fiducia dello Stato verso i contribuenti, che vengono liberati dagli accertamenti". Infine, è stato dichiarato lo stato di emergenza per le zone colpite dalle alluvioni in Toscana. Meloni ha espresso "solidarietà alle famiglie e cordoglio per le vittime".

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