di Roberto Saviano
Un attivista climatico non è un pericolo per la pubblica sicurezza. Alla fine il tribunale di Milano l’ha riconosciuto e ha deciso di non applicare per Simone Ficicchia, attivista di Ultima Generazione, ragazzo di appena 20 anni, le misure di sorveglianza che normalmente si userebbero con un mafioso. Sì, perché la cosiddetta sorveglianza speciale che la questura di Pavia aveva chiesto per Ficicchia, è un provvedimento previsto dal codice antimafia.
Nonostante questa piccola retromarcia, è chiaro che si è aperta una nuova stagione di criminalizzazione dell’attivismo. L’abbiamo visto anche in Germania, da dove ci sono arrivate le fotografie di Greta Thunberg trascinata via di peso dalla polizia mentre protestava a Lutzerath, contro l’allargamento della miniera di carbone.
Sulle proteste, qui da noi ma come in tutta Europa, la narrativa dei governi non corrisponde alla realtà. Ci parlano di minacce e pericoli alla sicurezza, di eversione. E non è solo retorica. C’è il caso di Simone Ficicchia, appunto, ma anche quello dei tre attivisti che avevano lanciato della vernice contro il Senato. Vernice che è stata lavata senza problemi con dell’acqua in poche ore, nulla è rimasto danneggiato eppure sono stati arrestati con l’accusa di danneggiamento. Un reato ben più grave del semplice imbrattamento. E questo dipende da una modifica del codice penale introdotto da Matteo Salvini con il secondo decreto Sicurezza.
L'ultima azione degli attivisti climatici è avvenuta a Firenze nel fine settimana, ma è ormai da mesi che in Italia e in tutta Europa si parla di Ultima Generazione e delle loro azioni di disobbedienza civile particolarmente impattanti: zuppe di pomodoro contro i quadri (sempre protetti da vetri) attivisti incollati alle pareti di musei o teatri, vernici lavabili, facilmente lavabili, sui palazzi del potere e blocchi autostradali.
Sono modalità di protesta radicale. Agli Uffizi si sono incollati vicino alla primavera di Botticelli, motivando la loro scelta in modo anche accattivante. Hanno detto: “Al giorno d'oggi è possibile vedere una primavera bella come questa? Incendi, crisi alimentare, siccità lo rendono sempre più difficile". E poi forse ricorderete a Palazzo Bonaparte a Roma, alla mostra di Van Gogh: gli attivisti hanno lanciato, sul vetro sempre, zuppa di piselli e poi si sono incollati alla parete dicendo: “Indignatevi per i milioni di morti a causa del cambiamento climatico”.
Poi vernice di color rosso, una vernice che solo passando dell'acqua viene via, viene usata contro il Senato e la Scala di Milano. Poi c'è l'episodio della farina sull'auto dipinta da Andy Warhol esposta alla Fabbrica del Vapore a Milano. E poi blocchi autostradali.
Sono tutte azioni che attirano una grande attenzione.
L'obiettivo di Ultima Generazione è quello di costringere alla discussione, di imporre il tema della crisi climatica. I metodi più classici, come gli scioperi, i cortei colorati con la musica e i tamburi, tanti ragazzi in strada sono importanti, ma non sono stati abbastanza. Certamente hanno contribuito a creare consapevolezza sui rischi del cambiamento climatico e anche a generare partecipazione, ma non sono riusciti a condizionare l'agenda politica. I governi continuano a investire in massa in combustibili fossili, gli investimenti sull'energia pulita sono ancora deboli, quasi investimenti ridicoli. Le politiche ambientali, nei fatti, sono completamente assenti.
E allora cosa si fa? Si prova ad essere più incisivi, a chiedere il cambiamento in maniera radicale perché radicale è la situazione, drammaticamente radicale.
La scelta di Ultima Generazione è una scelta non violenta ed è una scelta di disobbedienza civile.
Che significa scelta di disobbedienza civile? Significa avere comportamenti illegali, non violenti, dove si mette in gioco solo il proprio corpo. Non si mette a rischio la vita di nessuno, si è disponibili a pagare le conseguenze del proprio gesto. La disobbedienza civile viola la legge alla luce del sole, dichiarando che lo sta facendo. autodenunciandosi! È completamente diverso dall'atto rivoluzionario eversivo: quando un rivoluzionario decide di fare una rapina, per esempio per autofinanziarsi, commette un atto violento tentando di non essere né scoperto né arrestato. La sua attività è contro la legge, lo Stato lo vuole abbattere perché è un nemico dello Stato. Chi disobbedisce civilmente invece sceglie un'altra strada commette un reato non violento per trasformare quello Stato, non abbatterlo e ne paga le conseguenze penali perché il suo obiettivo è dimostrare mettendo la responsabilità del proprio corpo in gioco, che la legge è ingiusta e che il suo atto, di cui solo lui paga le conseguenze, è servito a ottenere un diritto per tutti.
Il messaggio è: “In prima persona mi occupo di un'ingiustizia, pagandone le conseguenze me ne prendo cura”. Il disobbediente crede nella trasformazione della riformabilità della società in cui protesta, ha fiducia in questa società.
Ultima Generazione, provocatoriamente, vuole generare fastidio, frustrazione, choc. Molti di noi, infatti, hanno provato fastidio a vedere della zuppa sopra un quadro di Van Gogh. Poi abbiamo tutti capito che era sul vetro protettivo del quadro. Ma quel sentimento di fastidio, serve a porre una domanda: “Stai provando questo fastidio perché un vetro lavabile in 3 minuti viene imbrattato da del pomodoro ma non stai provando lo stesso fastidio dinanzi a delle politiche che stanno distruggendo irreversibilmente il tuo paese, il tuo pianeta e tutte le specie viventi che lo abitano?”.
Qualcuno dirà: “Ma i blocchi stradali? Sono lavoratori che vengono bloccati, che c'entra?”. Beh, le proteste e le manifestazioni del dissenso hanno sempre dato fastidio. Pensiamo alla lotta per il voto delle donne marchiato con il termine dispregiativo che avrete sentito molte volte di “suffragette”: queste donne coraggiose del diciannovesimo secolo si incatenavano alle ringhiere, incendiavano le cassette postali, rompevano le finestre delle case vuote. Atti simbolici, dimostrativi, non violenti: ci si assicurava che nessuno si facesse male, per provare ad attirare l'attenzione su un crimine, cioè il voto non dato alle donne. In quelle cassette postali a cui davano fuoco arrivavano le autorizzazioni e le documentazioni per far votare gli uomini e non le donne. Bene, è anche grazie a queste scelte di disobbedienza se quelle donne sono riuscite a ottenere il voto, un diritto fondamentale.
Molti dei diritti che abbiamo noi oggi sono stati ottenuti con atti di disobbedienza. Qualcuno ha violato una legge ingiusta per farla trasformare proprio in nome della giustizia. Chi protesta mette in conto di essere disprezzato o deriso. L'obiettivo di chi fa questi atti non è di risultare simpatico anzi, non sono certo atti che ti generano un consenso diffuso, l’obiettivo è generare attenzione, non consenso. Attenzione anche attraverso la polemica, il fastidio, il diniego, persino il dileggio.
Nelle scelte di Ultima Generazione, nelle scelte di disobbedienza civile, ci sono ovviamente degli elementi controversi, come per ogni scelta politica del resto. Il problema riguarda l'alienazione del favore dell'opinione pubblica. E il rischio che si parli più della protesta in sé che della ragione per cui si protesta.
Però è pur vero che ad oggi tutte le campagne di sensibilizzazione sulla crisi climatica non hanno portato a un cambiamento politico: hanno portato a una condivisione del tema, a un dibattito importantissimo, certo, ma non un cambiamento politico. E forse ci riusciranno solo nuove forme di protesta, o quanto meno ci provano.
Appare assurda la criminalizzazione che si sta facendo di Ultima Generazione. Si tratta di attivisti che si sono sempre denunciati, che hanno sempre accettato le conseguenze della loro azione, come fa ogni persona che sceglie la disobbedienza civile. Vogliono spingere la politica a scelte di cui beneficeremo tutti. La politica cosa fa? Si bea di arrestarli, si bea di reprimerli, li dileggia. Gli attivisti di Ultima Generazione, con le loro manifestazioni, dimostrano paradossalmente di essere tra gli unici a credere ancora nelle nostre istituzioni rappresentative, perché vogliono interloquire con loro, attirandone l'attenzione, chiedono alla nostra democrazia di essere coerente e di attuare le scelte utili a rispettare gli impegni ratificati a livello internazionale. Impegni che l'estrema destra populista sta sabotando.
I ragazzi di Ultima Generazione chiedono alle istituzioni una parola di verità che presuppone un'azione immediata. Per ora la politica ignora, anzi persegue questi attivisti proprio per evitare di affrontare ciò che loro stanno chiedendo urlando.
Il pianeta continua ad essere rovente il 2022 è stato l'anno più caldo dal 1800. Sono oltre che raddoppiati gli eventi climatici estremi nel nostro Paese 310 solo lo scorso anno, tra inondazioni, alluvioni e tempeste, eventi per cui diverse persone hanno perso la vita. Il 2022 è stato anche l'anno più secco di sempre, causando carestie in diversi angoli della Terra. Gli ecosistemi più vulnerabili stanno scomparendo. I ghiacciai continuano a sciogliersi. Non sono opinioni, non sono ipotesi, non sono punti di vista. Che questo stia avvenendo non è un'opinione, non è una posizione politica, non è un dibattito, non è sottoponibile nemmeno al dibattito. Chi nega sta negando una verità scientifica, chi nega la crisi climatica non ha un'opinione diversa ma semplicemente ignoranza e manipolazione, probabilmente è pagato da chi deve diffondere propaganda. Non è un'opinione la crisi climatica. È ora di chiederci quindi qual è il vero pericolo? Gli attivisti che stanno provando in tutti i modi ad attirare l'attenzione o questi politici sordi e complici?