Vescovo di Verona dice di non votare chi “promuove il gender”, Pd: “Intromissione di pessimo gusto”
Alle prossime elezioni comunali "non votate per chi promuove l'ideologia del gender, l'aborto e l'eutanasia". A meno di una settimana dal ballottaggio scoppia la polemica a Verona. Queste parole – simili a quelle pronunciate da Giorgia Meloni in Spagna – sono state scritte in una lettera diretta a tutti i sacerdoti della zona dal Vescovo della città, Giuseppe Zenti. Domenica si vota il secondo turno e a scontrarsi saranno l'uscente Federico Sboarina, di Fratelli d'Italia, e Damiano Tommasi, ex calciatore sostenuto dal centrosinistra unito. Inutile dire che le parole del Vescovo siano state lette, chiaramente, come un vero e proprio endorsement nei confronti di Sboarina, che negli ultimi giorni ha attaccato l'avversario sugli stessi temi, dicendo che renderebbe Verona una "capitale transgender".
"Concretamente, nelle varie tornate elettorali, di qualsiasi genere, è nostro dovere far coscienza a noi stessi e ai fedeli di individuare quali sensibilità e attenzioni sono riservate alla famiglia voluta di Dio e non alternata dall'ideologia del gender; al tema dell'aborto e dell'eutanasia; alla disoccupazione, alle povertà, alle disabilità, all'accoglienza dello straniero; ai giovani; alla scuola cattolica, a cominciare dalle materne – ha scritto il Vescovo nel passaggio più discusso della lettera – Queste sono frontiere prioritarie che fanno da filtro per la coscienza nei confronti della scelta politica o amministrativa".
Durissima la reazione del Partito Democratico: "È una intromissione di cattivo gusto nel pieno della campagna elettorale – commenta Federico Benini, tra i principali esponenti dem a Verona e consigliere comunale più votato alle elezioni, ai microfoni di Fanpage.it – La chiesa è liberissima di esprimere i suoi pareri, ci mancherebbe altro". Ma "penso che il Vescovo parli a titolo personale, perché in queste settimane di campagna elettorale abbiamo parlato con moltissimi sacerdoti, suore, curati e tutti condividevano il progetto etico e morale di Tommasi". E affonda: "La frase è senza un senso logico, indeclinabile nella pratica. È un'intromissione di campo". Tra l'altro "non è la prima volta che questo Vescovo, che è anche dimissionario, fa incursioni in campagna elettorale – racconta Benini – Aveva sostenuto qualche anno fa una candidata in Consiglio regionale per la Lega e gli è andata anche male".
"Se poi si tratta di fare la gara a chi è più cattolico basta andare a vedere la vita di Tommasi: sposato, fedele, sei figli – continua il consigliere del Pd – Consiglierei a Sboarina di non infilarsi in questo campo, considerando certe persone che fanno parte della sua coalizione". Ma in ogni caso "è assurdo e paradossale doverla buttare su questo tema, che è strettamente personale". Quanto alla possibile influenza di questa uscita del Vescovo, Benini è sicuro: "Sì che la avrà, ma a danno di Sboarina. Sono lette male queste intromissioni a Verona". E aggiunge: "C'è chi pensa che questa sia una città di persone che vengono dal Medioevo. Ci sono, è vero, ma sono poche e hanno già votato per Sboarina. Questa lettera non sposterà un solo voto". Per l'esponente dem è assurda la campagna portata avanti contro Tommasi negli ultimi giorni, che trascende il discorso amministrativo: "Sono giorni che assistiamo a offese e annunci di presunti pericoli in caso di una vittoria di Tommasi, ma non si parla di quello che vuole fare il sindaco uscente o di quello che ha fatto".