“Vertice M5S-Lega”: Casaleggio smentisce, Di Maio e Fico querelano il direttore di Repubblica
Questa mattina una notizia diffusa da Repubblica ha creato un'accesissima polemica mediatica, che ha portato il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio a querelare il direttore della testata, Mario Calabresi. In un retroscena pubblicato dal quotidiano di largo Fochetti, il cronista Matteo Pucciarelli ha rivelato che circa 10 giorni fa, prima che saltasse in Aula l'accordo sulla legge elettorale, il leader del Carroccio Matteo Salvini avrebbe incontrato in segreto Davide Casaleggio, attuale deus ex machina del Movimento 5 Stelle. Nell'articolo di Repubblica si legge:
L’incontro, riservatissimo, è avvenuto una decina di giorni fa a Milano. Per la prima volta M5S e Lega Nord si sono incontrati ai massimi livelli. Da una parte Davide Casaleggio, dall’altra Matteo Salvini. Erano i giorni di quella che sembrava ormai la dirittura d’arrivo della legge elettorale. Un proporzionale che, nell’ottica del segretario federale del Carroccio, faceva prevedere lo scenario di una alleanza post-voto tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. Che Salvini non si fidi del Cavaliere, del resto, è cosa nota, così come il suo timore delle larghe intese Pd-Forza Italia, "il grande inciucio" nel lessico leghista. Da qui la richiesta fatta recapitare al capo della “Casaleggio associati”: un faccia a faccia, per aprire una interlocuzione.
Nel pezzo si spiega inoltre che da tempo Matteo Salvini "tentava un approccio con Beppe Grillo, ricevendo sempre un diniego. È andata diversamente con Casaleggio junior, sempre attentissimo a restare defilato e allo stesso tempo decisamente più pragmatico del fondatore del Movimento". Il retroscena di Repubblica non ha lasciato indifferente il Movimento 5 Stelle che immediatamente ha contestato il contenuto dell'articolo sia diffondendo la smentita del patron della Casaleggio Associati, sia attaccando con veemenza Repubblica e il cronista sui social Network. Scrive Davide Casaleggio sul Blog di Beppe Grillo:
La credibilità del giornale di De Benedetti, tessera numero uno del Pd, oggi è stata definitivamente compromessa, come dimostrano i tweet con l'hashtag #MetodoRepubblica.
Un loro giornalista si è inventato una notizia falsa che è stata messa in prima pagina del direttore Calabresi. Dopo la smentita nessuna scusa, anzi. Il direttore dice di avere "fonti certe" (Beatrice Di Maio?), ma si guarda bene dal fornire prove all'opinione pubblica. Sono arroganti e immorali. Arroganti perché pensano di far diventare vera una notizia falsa solo perchè la pubblicano loro: sono i bulli dell'informazione italiana. Immorali perché non c'è nulla di etico nel dare notizia di un incontro mai avvenuto, spacciandolo per segreto, e alludendo così a una generale mancanza di coerenza del MoVimento 5 Stelle.
Il fine non è informativo, ma politico. Far credere alle persone che il MoVimento non è quello che dimostra di essere. Si chiama mistificazione. In tutto questo Repubblica trova anche il modo di farci ridere e in un articolo afferma che il loro giornale non è mosso da interessi politici e che non esistono conflitti di interesse tra il loro lavoro e gli interessi nel Paese del loro padrone De Benedetti. Aspettiamo ancora di leggere inchieste sui morti causati dalla centrale a carbone Tirreno Power (di De Benedetti) e sul debito di 600 milioni contratti da Sorgenia (quando era di De Benedetti) con Monte dei Paschi di Siena. Dai Calabresi, schiena dritta!
La lite è andata avanti tutto il giorno sui social network, finendo per costringere il direttore di Repubblica a intervenire pubblicamente. Con un tweet, Calabresi, replicando a un attacco sferrato dal vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, il quale ha richiesto le dimissioni del direttore del quotidiano, ha confermato il contenuto del retroscena, sostenendo di essere in possesso di informazioni da fonti certe. Nonostante la contro-replica di Calabresi, lo scontro da il Movimento 5 Stelle e Repubblica è proseguito senza sosta, rinfocolato dall'ultimo annuncio di Di Maio, pervenuto pochi minuti fa: "Su invito del direttore di Repubblica ho dato mandato al mio avvocato di querelarlo per la bufala di stamattina. Il direttore Calabresi avrà modo di esibire le prove su questo fantomatico incontro, in tribunale, come lui stesso ha detto di voler fare", ha dichiarato su Facebook il vicepresidente della Camera, spiegando di aver già dato mandato al proprio legale.
Pochi minuti dopo, anche l'onorevole Roberto Fico ha annunciato la querela nei confronti di Mario Calabresi: "Come capogruppo del MoVimento 5 Stelle alla Camera dei Deputati sto provvedendo alla querela nei confronti del direttore di Repubblica. Ci vediamo in tribunale".
Con un ulteriore post pubblicato sul Blog di Beppe Grillo, Davide Casaleggio torna a smentire Calabresi e rincara la dose: "Il direttore Calabresi non ha accettato la mia smentita e mi ha accusato di aver dichiarato il falso, dandomi pubblicamente del bugiardo. Io ho una parola sola e la ribadisco. Non ho mai parlato con Matteo Salvini. Ed è intollerabile che la mia onorabilità venga messa in discussione in prima pagina su un quotidiano nazionale senza portare uno straccio di prova.
Io non voglio sapere le fonti di Repubblica e nessuno glielo ha chiesto. Io voglio che Repubblica pubblichi tutti i dettagli su questo fantomatico incontro, visto che Calabresi afferma di avere delle ottime fonti. Finora hanno scritto che ‘l'incontro si è svolto a Milano una decina di giorni fa prima che la trattativa sulla legge elettorale fallisse'. E' un po' pochino. Ci dica invece quando è stato fatto l'incontro e dove si è svolto: due ottime fonti dovrebbero saperlo. Venga pubblicato il luogo preciso, il giorno preciso e l'ora precisa. Io pubblicherò la mia agenda personale e dimostrerò a tutti dove mi trovavo e cosa facevo quel giorno, se necessario con l'ausilio di testimoni.
Se sarà dimostrato, e sarà dimostrato, che io il giorno indicato ho fatto altro, allora credo che coerentemente il direttore Calabresi dovrà immediatamente dimettersi.
Se il direttore Calabresi invece lancia il sasso ma nasconde la mano, e si rifiuta di pubblicare la data precisa dell'incontro allora prenderemo atto del fatto che si sono inventati tutto di sana pianta e procederò alle vie legali, tramite la richiesta di costituzione di un Giurì d'onore o con una querela, per tutelare la mia onorabilità".