Vertice al Mef sul canone Rai, la Lega spinge per l’abolizione: cosa può succedere ora
Al ministero dell'Economia si parla del canone Rai. Da un lato la posizione della Lega, che da tempo ne chiede l'abolizione, dall'altra quella dei vertici della radiotelevisione pubblica – appena scelti dal governo Meloni – che provano a frenare e spiegano che è difficile sostenere le casse della Rai senza canone. In mezzo il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, a fare gli onori di casa al Tesoro e a cercare una mediazione. Una nota del Mef fa sapere che, all'incontro con l'amministratore delegato della Rai Roberto Sergio, la presidente Marinella Soldi e il direttore generale Gianpaolo Rossi, "oltre allo stato dell'arte del piano industriale della Rai 2023-25", è stato affrontato "anche il tema del canone".
Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha promesso l'abolizione in campagna elettorale. Poi è arrivata una proposta di legge depositata in Senato dal Carroccio, per azzerare il canone entro i prossimi cinque anni: l'obiettivo è non farlo pagare più dal 2028. Ma in Rai non sembrano particolarmente d'accordo, almeno secondo le prime dichiarazioni rilasciate sia dal direttore generale che dai vertici in commissione Vigilanza. Oggi al Mef è stata decisa la costituzione di un tavolo tecnico, per "individuare anche eventuali future nuove soluzioni che garantiscano la trasformazione della Rai in Digital Media Company", ma "mantenendo le risorse necessarie al raggiungimento degli obiettivi concordati".
Al primo punto del colloquio, invece, secondo quanto spiega il ministero dell'Economia, c'era lo stato dell'arte del Piano Industriale della Rai 2023-25. Durante il vertice è stata sottolineata la necessità di proseguire la modernizzazione della tv pubblica in termini di digitalizzazione e delle nuove tecnologie, e si è parlato anche del nuovo contratto di servizio che sarà presto all'esame della commissione di Vigilanza.