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Verso rinnovo accordi con Libia, appello di Palazzotto: “Votare contro rifinanziamento missioni”

Giovedì 15 luglio il Parlamento voterà sul decreto Missioni e in particolare sulla missione di supporto alla Guardia costiera libica. Il deputato Palazzotto: “Faccio un appello ai miei colleghi, sappiamo quanto il nostro governo sia una parte del problema, abbiamo il dovere morale ed etico di ribadirlo, spero che saremo in tanti a votare contro queste missioni, che hanno mostrato in questi anni la loro inefficacia, causando migliaia di morti”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Giovedì 15 luglio il Parlamento voterà sulla partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali. Domani è invece si terrà il voto nelle commissioni riunite Esteri e Difesa. Oggi sono stati depositati diversi emendamenti a firma del deputato Erasmo Palazzotto e dall'ex presidente della Camera e deputata dem Laura Boldrini, per chiedere di bloccare, a partire dall'anno in corso, i finanziamenti alla cosiddetta Guardia Costiera libica, e di interrompere tutte le attività addestrative di supporto della stessa da parte della altre missioni in fase di approvazione.

"Le responsabilità della cosiddetta Guardia costiera libica sulle sistematiche violazioni dei diritti umani ai danni dei migranti e dei rifugiati sono ormai sotto gli occhi di tutti", dichiara in una nota Palazzotto. "Far finta di non vedere la brutalità delle violenze esercitate su uomini donne e bambini continuando a supportare le operazioni di respingimento verso luoghi di tortura equivale ad assumersene una parte di responsabilità. Un costo che non possiamo permetterci né sul piano politico, né meno che mai dal punti di vista etico e morale".

Il deputato Palazzotto ricorda in una diretta Facebook che gli accordi Italia-Libia  violano i diritti umani, come documentano dossier delle Nazioni Unite e diverse inchieste giornalistiche. "Così come è accaduto con la Siria, che è stata dal 2013 in poi uno dei principali Paesi di origine dei migranti, costretti a fuggire per cercare protezione, se voi vi trovaste in Libia o in Egitto cosa fareste? Sareste disposti a rischiare la vostra vita, affrontando un viaggio infernale, in cerca di condizioni migliori?", ha domandato il deputato.

"Negli ultimi anni si è registrato un flusso migratorio verso l'Europa di circa 3 milioni di persone. Ci siamo trovati nel 2013 a fare i conti con un nuovo fenomeno migratorio. La risposta dell'Europa è stata di tipo securitario, una politica di protezione delle frontiere, per bloccare un flusso di persone in fuga, che si fonda sull'esternalizzazione delle frontiere, facendo accordi con Paesi terzi, di transito, che non hanno obblighi giuridici sul rispetto dei diritti umani – ha proseguito Palazzotto – Noi non possiamo respingere un barcone verso le coste libiche, ma se facciamo un accordo con le autorità libiche e li attrezziamo per stare in mare, e per fare quello che stiamo vedendo in queste settimane, loro possono respingere i migranti, picchiandoli, sparando e catturandoli. Dopo la prima grande tragedia del 3 ottobre del 2013 a Lampedusa il governo italiano allora guidato da Enrico Letta mise in campo la più grande missione di soccorso mai organizzata prima, Mare Nostrum, che ha permesso di documentare e rintracciare alcune delle reti di trafficanti. Ma quella missione, considerata un ‘pull factor', è stata sospesa, per essere sostituita dalle missioni Triton e Poseidon. Nel 2015 la società civile decise di organizzarsi con fondi privati per prestare soccorso ai migranti in mare. Dal 2017 le ong però sono diventate un problema, a partire dal Memorandum Italia-Libia, perché le organizzazioni sono diventate testimoni scomodi di quello che accade nel Mediterraneo".

"Di cosa stiamo discutendo? Si tratta di rifinanziare il supporto alla Guardia costiera libica: sono 11891 le persone respinte in Libia nel 2020, mentre poco più di 14mila persone sono state respinte illegalmente in Libia nel 2021. La missione di supporto alla Guardia costiera libica prevede l'addestramento della Guardia costiera libica e la manutenzione dei mezzi. Tra le funzioni fuori mandato di questa missione c'è anche il coordinamento delle operazioni di soccorso. Da quando è stata dichiarata la Sar libica il Paese non ha mai avuto i requisiti per poter avere una zona Sar, perché in Libia non esiste un porto sicuro. Per gli altri requisiti ha sopperito l'Italia: per poter gestire una Sar e un centro di coordinamento di soccorso la Libia aveva bisogna di una radio, che è stata fornita dall'Italia. Da un lato c'è l'assistenza alla Guardia costiera libica, e noi la rifinanziamo aumentando di 500mila euro il budget. Poi c'è una nave in più per Eunavfor Med Irini, che però non ha il mandato di effettuare attività di Search and Rescue".

"Oggi sotto gli occhi di tutti ci sono due questioni: se dopo 4 anni di supporto operativo e di addestramento della Guardia costiera libica assistiamo alla scena di una motovedetta che spara contro i migranti vuol dire che qualcosa non ha funzionato. Poi c'è una questione etica che il Parlamento continua a ignorare, e che è documentata da organismi internazionali e da inchieste giornalistiche", ha sottolineato Palazzotto.

"Oggi non ci sono più alibi, faccio un appello ai miei colleghi, sappiamo quanto il nostro governo sia una parte del problema, abbiamo il dovere morale ed etico di ribadirlo, spero che saremo in tanti a votare contro queste missioni, che hanno mostrato in questi anni la loro inefficacia, drammatizzando il fenomeno migratorio e causando migliaia di morti".

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