Verso il nuovo Dpcm anti-Covid: come potrebbe cambiare la lotta alla pandemia con il governo Draghi
Vaccini, chiusure, ristori: oggi il governo di Mario Draghi si riunirà in Consiglio dei ministri per prendere alcune importanti decisioni rispetto al contrasto della pandemia di coronavirus. E per dare forma al nuovo Dpcm che stabilirà l'impianto normativo della lotta alla pandemia di coronavirus nel Paese. Quindi le restrizioni, i ristori economici alle attività colpite dalle chiusure, le regole per frenare i contagi: sono questi i punti sui cui ci si concentrerà oggi. Le tre zone (gialla, arancione e rossa a seconda della gravità della situazione epidemiologica) saranno mantenute, ma ci potrebbero essere alcuni cambiamenti rispetto alle modalità con cui vengono applicate le misure restrittive. Vediamo quali sono le ipotesi sul tavolo.
Nel suo discorso prima della fiducia in Parlamento il nuovo presidente del Consiglio aveva anticipato una serie di punti, su come intendesse portare avanti la lotta ai contagi: aveva parlato di affrontare l'emergenza, ma di fare anche le riforme necessarie per il rilancio economico del Paese. "Ci impegniamo a informare i cittadini con sufficiente anticipo, per quanto compatibile con la rapida evoluzione della pandemia, di ogni cambiamento nelle regole", aveva detto. Una questione fondamentale per i governatori delle Regioni, che ieri hanno incontrato la ministra per gli Affari regionali Mariastella Gelmini e hanno avanzato una serie di richieste al nuovo governo. Tra queste, anche quella di modificare i parametri con cui una Regione cambia colore nella mappa divisa in tre zone: i governatori chiedono che questi siano semplificati e che si cerchi sempre di coniugare le misure sanitarie alle necessità economiche.
Un'altra questione della quale si discuterà oggi in Cdm, presentata ieri dalle Regioni, riguarda la comunicazione dei provvedimenti di chiusura, che non dovranno mai sorprendere i cittadini e le attività economiche all'ultimo minuto. Non solo: si parlerà anche di includere i ristori negli stessi decreti di chiusura, come richiesto sempre dai governatori. In generale, con la curva dei contagi nuovamente in risalita e uno scenario in peggioramento a causa delle varianti, che preoccupano moltissimo la comunità scientifica, difficilmente si andrà verso un allentamento delle misure restrittive in vigore. Riaprire ora significherebbe permettere al virus di tornare a circolare diffusamente, provocando moltissimi positivi e creando pressioni pericolosissime sul sistema sanitario.
Si valuterà se, anche in zone circoscritte, la situazione epidemiologica consenta un rilassamento di alcune misure che permetterebbe maggior respiro ad alcune attività economiche. Ma al di là delle stime di volta in volta, caso per caso, non ci dovrebbero essere grossi stravolgimenti sull'impianto delle regole anti-contagio. Intanto, sempre dall'incontro di ieri con le Regioni, è già emersa la volontà di prorogare di 30 giorni il blocco degli spostamenti tra Regioni. Se ne riparlerà tra un mese, quando con Pasqua alle porte il governo dovrà decidere come affrontare il periodo delle festività.