Veronica Lario esclusa dal testamento di Berlusconi nel 2006, quando erano sposati: “Non ne sapevo nulla”
Il testamento di Silvio Berlusconi ha rivelato come sarà diviso l'ingente patrimonio dell'ex presidente del Consiglio: ai cinque figli andrà non solo la parte obbligatoria per legge ma anche tutte le azioni di Fininvest – Pier Silvio e Marina insieme avranno il 53% delle quote – e il resto dei beni. Le uniche eccezioni, secondo quanto è stato reso noto, saranno dei lasciti al fratello Paolo Berlusconi, alla compagna Marta Fascina e all'amico Marcello Dell'Utri. Un nome a cui molti non hanno pensato è stato quello di Veronica Lario: dopotutto, l'ex attrice e Silvio Berlusconi si separarono nel 2009 e divorziarono nel 2014, ben prima che Berlusconi stendesse le sue ultime volontà.
In realtà, però, non è proprio così: come è diventato noto, la prima delle lettere scritte a mano con cui Berlusconi ha deciso l'assegnazione del suo patrimonio risale al 2006. E non solo: si tratta della lettera più importante, quella in cui il leader di Forza Italia assegnò interamente ai figli le azioni di Fininvest e "tutto il resto".
A quell'epoca, Berlusconi e Lario – nome d'arte di Miriam Raffaella Bartolini – erano sposati. Il loro matrimonio con rito civile avvenne nel 1990, quando avevano già tre figli – Barbara, Eleonora e Luigi – e terminò ufficialmente solo nel 2014, anche se la coppia era separata dal 2009.
Oggi, Lario ha chiarito che "fino a due giorni fa", non sapeva nulla del testamento in questione. In questo modo, ha replicato ad alcune ricostruzioni giornalistiche, che sostenevano che proprio il fatto di essere stata esclusa dal testamento sarebbe stata la base per la separazione.
Lario ha esplicitamente detto che non c'è "una correlazione fra la volontà testamentaria di Silvio Berlusconi dell'ottobre 2006 e la lettera con la quale nel maggio del 2009 presi le distanze dai comportamenti del mio ex marito". E ancora, ha sottolineato, le ragioni della separazione e del successivo divorzio "non sono mai state legate a presunte volontà testamentarie di cui – ribadisco – sono venuta a conoscenza in queste ore attraverso la lettura dei giornali".
D'altra parte, le frizioni tra Lario e Berlusconi non partirono certo nel 2006. In più occasioni l'ex attrice si mostrò critica nei confronti del marito: dalla simpatia per i movimenti pacifisti contro la guerra in Iraq espressa nel 2003, durante il secondo governo Berlusconi che in quella guerra si stava impegnando, alla posizione a favore della fecondazione assistita nel 2005, in occasione del referendum sul tema.
Anche negli anni successivi, le tensioni interne alla coppia sembrarono avere poco a che fare con i lasciti testamentari. Come quando, nel 2007, in una lettera aperta Lario chiese le scuse pubbliche di Berlusconi per aver rivolto delle frasi "inaccettabili" ad alcune signore dopo la consegna dei Telegatti: "Se non fossi già sposato la sposerei subito", "con te andrei ovunque". Frasi che, scrisse Lario, "per l'età, il ruolo politico e sociale, il contesto familiare (due figli da un primo matrimonio e tre figli dal secondo) della persona da cui provengono, non possono essere ridotte a scherzose esternazioni".
Allora l'ex attrice spiegò così l'intervento: "Nei confronti delle mie figlie femmine, ormai adulte, l'esempio di donna capace di tutelare la propria dignità nei rapporti con gli uomini assume un'importanza particolarmente pregnante; la difesa della mia dignità di donna ritengo possa aiutare mio figlio maschio a non dimenticare mai di porre tra i suoi valori fondamentali il rispetto per le donne". Le scuse del marito arrivarono quel pomeriggio stesso.
Due anni dopo, durante il quarto governo Berlusconi, avrebbe duramente criticato il presidente del Consiglio per l'uso della candidatura di donne avvenenti per le elezioni europee. E anche per aver partecipato al diciottesimo compleanno di Noemi Letizia: "Mi ha sorpreso molto anche perché non è mai venuto a nessun diciottesimo dei suoi figli pur essendo stato invitato".