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Verdini viola i domiciliari per vedere politici e manager, agli incontri anche il sottosegretario Freni

Il Fatto Quotidiano rivela che agli incontri con Verdini, indagato dalla Procura di Roma per aver violato i domiciliari, sarebbe andato per due volte anche Federico Freni (Lega), sottosegretario al Mef. Il leghista: “Non sapevo che l’ex senatore fosse ai domiciliari”.
A cura di Annalisa Cangemi
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L'ex senatore Denis Verdini è sotto inchiesta perché avrebbe violato i domiciliari. La notizia, uscita ieri sul Fatto Quotidiano, riguarda un'indagine della Procura di Roma su presunte violazioni delle regole imposte dalla detenzione domiciliare a Verdini, il quale sta scontando una condanna definitiva a sei anni e sei mesi nel processo per il crac dell'ex Credito Cooperativo Fiorentino.

Secondo il Fatto Quotidiano Verdini avrebbe approfittato di permessi medici per incontrare politici e manager. In particolare l'appuntamento regolare con il dentista a Roma sarebbe diventato un modo per organizzare incontri politico-istituzionali.

Per capire se davvero stesse violando le prescrizioni imposte, gli investigatori hanno chiesto anche al Tribunale di Sorveglianza di Firenze i documenti che ricostruiscono l'iter di detenzione di Verdini. Nell'ordinanza per i domiciliari di luglio 2021 – scrive il Fatto -, i giudici stabiliscono che non può allontanarsi dalla casa di famiglia in Toscana se non per necessità sanitarie proprie o dei familiari, può uscire ogni giorno dalle 10 a mezzogiorno, ma non può ricevere o comunicare con persone estranee al nucleo familiare o a loro eventuali conviventi o accompagnatori, tranne per esigenze di salute o di difesa legale. Un mese dopo le misure di allentano: il magistrato di sorveglianza concede l'accesso in casa Verdini a quattro domestici e a due soci del figlio Tommaso, nonché l'uso del cellulare in determinati casi. Successivamente il giudice dà il via libera per effettuare le visite dentistiche a Roma, al termine delle quali l'ex senatore sarebbe dovuto rientrare a casa del figlio, dove poteva pernottare. Secondo quanto ricostruito, però, il politico si sarebbe fermato spesso nel ristorante del figlio, il ‘Pastation', vicino al Parlamento, dove incontrava manager e politici nonostante i divieti.

Anche il sottosegretario leghista all'Economia Freni sarebbe coinvolto della vicenda, e secondo quanto scrive Valeria Pacelli sul Fatto Quotidiano di oggi, ha incontrato Verdini in più occasioni. Freni ricopriva la stessa carica al Mef anche durante il governo Draghi, ne 2021-2022, proprio nello stesso periodo in cui il leghista ha visto Verdini, allora già ai domiciliari. Gli appuntamenti sono stati due, come riportato in un'informativa della Guardia di Finanza: la prima volta il 30 novembre del 2021, e poi ancora il 17 maggio del 2022 viene visto entrare nel palazzo dove abita figlio di Verdini a Roma. In un'altra occasione, il 22 febbraio 2022, Freni si è recato sempre al ‘Pastation', il ristorante del figlio Verdini, ma in quel caso non ha trovato l'ex senatore: il sottosegretario leghista è stato visto intrattenersi a un tavolo con Tommaso Verdini, con il socio di quest'ultimo nella società di consulenza Inver Srl, Paolo Pileri, e poi con Lorenzo Fossi, socio nel ‘Pastation'.

Freni nega tutto: "Mai parlato di nomine con Verdini, non sapevo fosse ai domiciliari"

"Quando ho visto Denis Verdini non sapevo assolutamente che fosse ai domiciliari e tanto meno conoscevo e conosco tutt'oggi le prescrizioni decise dai giudici", ha detto al Fatto Quotidiano, "Dopo la nomina avvenuta con il governo Draghi mi sono state presentate centinaia di persone. Non posso ricordarle tutte", ha aggiunto Freni riguardo agli altri partecipanti all'incontro. "Mai" parlato di nomine con lui, ha assicurato il sottosegretario. "Una delle condizioni che ho posto quando sono stato nominato al Mef è di non dovermi occupare di nomine".

Il presidente del tribunale di sorveglianza di Firenze Marcello Bortolato interpellato sulla presunta violazione della detenzione domiciliare da parte di Verdini, ha spiegato ieri che L'Ufficio non è a conoscenza di ulteriori violazioni salvo quanto oggetto del procedimento avviato nel gennaio 2022″, a seguito della pubblicazione "su un quotidiano di una lettera indirizzata a Fedele Confalonieri e Marcello Dell'Utri". Il procedimento si è concluso poi "con un provvedimento di non revoca dei domiciliari nel febbraio 2022".

Secondo Bortolato "violare le prescrizioni per la detenzione domiciliare di per sé non costituisce reato, salva l'ipotesi di evasione". Dopo il procedimento dell'anno scorso, ha aggiunto, "non sono emerse, a seguito di indagini delegate alla polizia della Capitale, violazioni alle prescrizioni disposte per la detenzione domiciliare, ad eccezione della email scritta a Fedele Confalonieri e a Marcello Dell'Utri. Verdini era stato autorizzato dal giudice, di volta in volta, a recarsi a Roma per sottoporsi a cure dentarie e a dormire nell'abitazione del figlio. L'ordinanza per i domiciliari di luglio 2021 aveva stabilito che Verdini poteva uscire ogni giorno dalle 10 a mezzogiorno. Poi con un provvedimento successivo la libera uscita è stata estesa fino alle 14".

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