Venezuela, Casaleggio risponde alle accuse: “Non permetterò si infanghi il nome di mio padre”
"Io non so perchè un giornale spagnolo racconti in copertina una fake news", scrive Davide Casaleggio nel Blog delle Stelle, intervenendo rispetto alla vicenda dei presunti finanziamenti ricevuti dal Movimento Cinque Stelle nel 2010 da parte del governo del Venezuela. La notizia è stata diffusa dal quotidiano spagnolo Abc. Nicolás Maduro, l'attuale presidente venezuelano, al tempo era ministro degli Esteri di Hugo Chavez: sarebbe stato lui a spedire una valigetta con 3,5 milioni di euro a Gianroberto Casaleggio, in modo da finanziare il Movimento. "Io non so perchè i giornali italiani non approfondiscano minimamente la notizia scoprendo, ad esempio, che se ne parlò anche negli anni scorsi, ma finì nel nulla come tutte le fake news. Io non so perchè si tolleri il fango su persone che non ci sono più", commenta Casaleggio junior, ribadendo come il Movimento sia sempre stato finanziato in modo trasparente.
Il presidente di Rousseau sottolinea come i pentastellati siano gli unici ad aver reso pubblici i bilanci, ancora prima che fosse richiesto dalla legge. "Non abbiamo mai ricevuto finanziamenti occulti e il governo venezuelano ha smentito la fake news", aggiunge. Il console venezuelano a Milano, Giancarlo Di Martino, ha effettivamente affermato: "Si tratta di una notizia già uscita nel 2016 ed è completamente falsa. Rispunta ora dopo che Maduro ha convocato le elezioni e che è stato designato il consiglio da parte del governo e delle opposizioni per indirle. D'ora in avanti ci aspettiamo una catena di notizie false". Il Movimento, secondo Casaleggio, spenderebbe circa dieci volte in meno delle altre forze politiche: "Invece di decine di milioni di euro che hanno i partiti (es. 99 milioni di Forza Italia, seguito dalla Lega con 19 milioni), ha invece restituito 107 milioni allo Stato con i tagli degli stipendi e le rinunce ai finanziamenti pubblici".
Casaleggio quindi interviene in difesa del padre: "Se mio padre o Beppe avessero voluto soldi li avrebbero potuti ricevere anche legalmente accettando non 3, ma 42 milioni di euro che il Movimento 5 Stelle era titolato a ricevere dopo le elezioni del 2013. Ma non lo fecero, perché non sono mai stati i soldi il motore di questo movimento". E infine: "Se fino a quando era vivo ha avuto modo di difendersi da solo, ora che non c’è più non permetterò che si infanghi in alcun modo il suo nome". Nel frattempo, il capo politico del Movimento, Vito Crimi, ha fatto sapere che i vertici stanno valutando se procedere per vie legali.