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Veneto, bimbi stranieri non hanno sconti sui libri senza certificati dei Paesi d’origine

Nuovo ‘caso Lodi’: i bimbi stranieri vengono discriminati in Veneto: senza certificazioni dei Paesi d’origine che attestino la condizione economica della famiglia non possono ottenere agevolazioni sui libri scolastici. Assessore del comune di Padova: “Lo faccia la Regione la verifica visto che si tratta di una disposizione regionale anche perché ad oggi non c’è un elenco dei Paesi che aderiscono alle convenzioni quindi tecnicamente è una norma inapplicabile e per questo discriminatoria”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Un nuovo caso, dopo quello della mensa di Lodi, sta facendo discutere in Veneto: per ottenere il contributo regionale sull'acquisto di testi scolastici, i cittadini non comunitari sono obbligati a presentare, oltre alla certificazione Isee, un certificato sul possesso di immobili o percezione di redditi all'estero rilasciato dalle autorità del Paese di provenienza. È quanto si legge nelle "istruzioni per il richiedente" rilasciate a settembre sul sito internet della Regione. Un storia analoga a quella avvenuta nel Comune lombardo, dove la sindaca leghista ha chiesto un documento aggiuntivo ai genitori stranieri per ottenere le agevolazioni sulla mensa scolastica e sul servizio bus per circa 300 bambini.

"Per ottenere il buono libri – si legge sul sito della Regione, i cittadini non comunitari – "dovranno presentare al Comune di residenza entro il 15 ottobre 2018 (oggi) certificati o attestazioni rilasciati dalla competente autorità dello Stato estero di provenienza limitatamente a stati, qualità personali e fatti non certificabili o attestabili da parte di soggetti italiani, al fine di evidenziare eventuali redditi e patrimoni immobiliari e mobiliari presenti nello Stato estero di provenienza relativi all'anno 2016".

Secondo la Regione Veneto la richiesta del certificato applica la normativa statale. Nel caso in questione, si afferma, non si sarebbe trattato quindi di un'invenzione estemporanea o di una ideazione regionale, ma più semplicemente dell'applicazione in ambito regionale del Decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1999, n. 394 tutt'ora in vigore. La norma regola l'utilizzo degli istituti della autocertificazione di fatti, stati e qualità personali relativamente ai soli cittadini non comunitari, appartenenti a Paesi che non hanno sottoscritto con lo Stato Italiano convenzioni internazionali. In ambito regionale la materia è regolata dalla legge 7 febbraio 2018 n. 2 "Disposizioni in materia di documentazione amministrativa" ai sensi dell'articolo 3 del Decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445 "Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa" e dell'articolo 2 del Decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1999, n. 394 "Regolamento recante norme di attuazione del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero".

"Noi al momento non applichiamo nessuna esclusione. Per accedere ai buoni libri chiediamo solo una autocertificazione e il modello Isee, che si tratti di figli di genitori immigrati o no" – replica l'assessore alle Politiche Scolastiche del Comune di Padova – "Lo faccia la Regione la verifica visto che si tratta di una disposizione regionale – ha continuato l'assessore – anche perché ad oggi non c'è un elenco dei Paesi che aderiscono alle convenzioni quindi tecnicamente è una norma inapplicabile e per questo discriminatoria". 

"Dopo Lodi anche il Veneto è stato contagiato dalla foga razzista contro i bambini. C'è una odiosa gara a chi discrimina di più". Lo ha detto la parlamentare veneta Alessia Rotta, vicepresidente vicaria dei deputati del Partito Democratico. "Chi richiede ai cittadini non comunitari per ottenere il contributo regionale sull'acquisto di testi scolastici, oltre alla certificazione Isee, un certificato sul possesso di immobili o di redditi all'estero, sceglie di disconoscere la situazione in cui versano le anagrafi e le strutture preposte alla certificazione patrimoniale degli stati di provenienza. Le istituzioni a guida leghista negano il diritto allo studio, vero elemento di integrazione e vaccino all'ignoranza, ma, si sa, sono in tanti nel governo ad essere contro i vaccini, seppur culturali. Chi si appella a regole scritte in tempi in cui la situazione migratoria era ben differente lo fa in modo bieco e strumentale. È in atto un accanimento inaccettabile che colpisce i bambini – conclude Rotta – che va a ledere i più fragili. Ma gli italiani, come hanno già mostrato per la vicenda Lodi, hanno gli anticorpi per abbattere il virus del razzismo e della discriminazione".

"Tra il Veneto e Lodi, Lega e Cinque Stelle stanno costruendo un'Italia che esclude. Gli immigrati, purtroppo, vengono sempre piu' considerati cittadini di serie B" – afferma il senatore del Pd Edoardo Patriarca – Norme che di fatto sanciscono un doppio binario. E i M5s, che a parole dicono che i bimbi non si toccano, alla fine stanno solo a guardare. Va avanti la logica ‘prima gli italiani' della Lega, e i pentastellati non danno segni di esistenza in vita esclusivamente per una pura convenienza politica. Norme che ho l'impressione saranno impugnate in tanti tribunali".

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