La proposta di un "patto costituente con tutte le forze politiche e sociali interessate ad andare oltre Berlusconi" presentata dal segretario del Partito Democratico Pierluigi Bersani ha infiammato il dibattito all'interno del centrosinistra. Se infatti la bocciatura della mozione di sfiducia non aveva intaccato l'equilibrio interno al Partito (dal
momento che in effetti le "defezioni" erano venute da altri partiti di opposizioni), il dibattito intorno alle prospettive di future alleanze ed alla leadership del centro – sinistra resta davvero infuocato.
Da una parte infatti l'estabilishment del PD fa quadrato intorno al segretario, con la stessa minoranza interna, nel caso specifico i 75 parlamentari di Modem che fanno riferimento a Veltroni, Fioroni e Gentiloni, che nelle prossime ore si riunirà per concordare la linea da presentare nella direzione nazionale del 23 dicembre ma che non dovrebbe "intralciare" più di tanto la linea possibilista di Bersani. Dall'altra parte però la polemica riesplode grazie all'ennesimo intervento a gamba tesa del "gruppo dei rottamatori", con Renzi e Civati in prima linea:
"Credevamo – si legge nella lettera pubblicata indirizzata a Bersani e pubblicata sul web – che pur nelle differenze talvolta aspre che convivono nel Pd, due elementi ci unissero tutti senza distinzioni: l’essere il PD un partito sempre e comunque alternativo alle destre (a tutte le destre) e che il metodo del Pd per scegliere le candidature fosse quello delle primarie aperte ai nostri elettori. Il tuo proposito smentisce entrambi questi minimi comuni denominatori, senza peraltro che sia stato possibile su questo consultare la base o almeno discuterne nelle sedi opportune, in modo trasparente".
Una linea che probabilmente riflette anche l'orientamento di parte dei militanti storici del Partito (magari provenienti dalla matrice progressista del partito) ed ai quali fa appello anche il leader si Sinistra e Libertà Nichi Vendola. Il Governatore della Puglia, ospite di Lucia Annunziata nella trasmissione "In 1 / 2 ora", non risparmia frecciate allo stato maggiore dei Democratici, ricordando anche i suoi successi personali:
"Sinistra e libertà era un partito neonato che anche in Puglia si è fermato al dieci per cento. Ma il punto è un altro. Io le primarie pugliesi le ho vinte con il settanta per cento e soprattutto ho vinto due volte le elezioni contro il centrodestra. E prima, proprio per battere il centrodestra, ho dovuto sconfiggere il moderatismo, il politicismo, l’attitudine a essere soltanto sistema di potere e non una trazione di cambiamento". Poi l'affondo deciso: "Dalla situazione del centro sinistra, in attesa di un cantiere per costruire l’alternativa, si esce solo con lo strumento delle Primarie, che er Romano Prodi sono state un lievito e un fondamentale punto di contatto con il popolo e quello democratico è un unico grande popolo che ci chiede unità". Quanto all'accordo con Fini: "Come può il centrosinistra, per salvare l’Italia, dire di volersi alleare con uno che vuole rifondare il centrodestra? Questa sembra una proposta di annessione del Pd al terzo polo, voglio discutere con moderati, ma voglio anche evitare che la sinistra si consegni a mani alzate, come una resa definitiva".
Parole alle quali da una prima risposta proprio uno dei "nemici storici" del Governatore della Puglia, il Presidente del Copasir Massimo D'Alema, ospite a Che Tempo che fa:
"Con lui vorrei parlare di cosa ritiene necessario per il futuro del Paese […] del resto lui ha una ossessione della leadership carismatica alla Berlusconi, certo una legittima ambizione ma […] noi abbiamo bisogno di un governo che affronti i problemi e dia speranze al paese, magari unendo un arco ampio di forze, anche forze che sembravano lontane […] del resto in un Paese in cui un Nord ricco pensa che il Sud sia una palla al piede ed un Sud sovversivo che rimpiange i Borbone […] si può anche discutere con Fini con il quale dialogo da tre anni su vari temi: con lui ho riscontrato ad esempio una convergenza sul voto agli immigrati, che sarebbe stata impossibile ai tempi della Bossi-Fini".