Vendita di armi alla Colombia, archiviata l’inchiesta per corruzione su D’Alema e Profumo

Archiviata l'inchiesta della Procura di Napoli che vedeva indagati l'ex premier Massimo D'Alema e il banchiere ed ex ad di Leonardo Alessandro Profumo. Il gip del tribunale di Napoli Maria Rosaria Aufieri ha accolto la richiesta di archiviazione relativa all'inchiesta sulla presunta mediazione per una vendita di armi (nello specifico navi, sommergibili e aerei militari prodotti da Fincantieri e Leonardo) alla Colombia.
Perché il gip ha archiviato l'indagine
La richiesta è stata formulata lo scorso mese di febbraio dai sostituti procuratori Fabrizio Vanorio e Silvio Pavia, magistrati in forze alla sezione della Procura di Napoli coordinata dal magistrato Vincenzo Piscitelli. Gli inquirenti avevano ipotizzato il reato di corruzione internazionale: l'indagine ha visto il coinvolgimento delle società Leonardo e Fincantieri, nella presunta fornitura all'esercito colombiano di una importante dotazione militare (quattro corvette, due sommergibili e 24 caccia militari) per complessivi 4 miliardi di euro. Dopo le perquisizioni disposte un anno fa, gli inquirenti hanno valutato gli elementi decidendo di archiviare.
Di che cos'erano accusati Massimo D'Alema e Alessandro Profumo
L'indagine adesso archiviata era partita nel 2022 a seguito di una denuncia presentata dall'Assemblea parlamentare del Mediterraneo, forum dei parlamenti nazionali della regione euromediterranea, organizzazione con sede a Napoli. La denuncia riguardava il presunto tentativo da parte di alcuni soggetti di accreditarsi come intermediari per la vendita di armi presso le istituzioni colombiane italiane, utilizzando documenti falsi. L'indagine aveva visto anche il coinvolgimento di due broker – Emanuele Caruso e Francesco Amato – in rapporti con la Colombia, un imprenditore, due professionisti che operavano a Miami, l'ex amministratore delegato di Leonardo e l'ex direttore generale di Fincantieri.
In particolare, l'ex premier era accusato di aver fatto da mediatore informale con i vertici delle società italiane, tra cui Profumo e Giuseppe Giorgio (direttore generale della divisione navi militari di Fincantieri) sugli accordi per le forniture. Accuse che D'Alema ha sempre negato sostenendo di "non aver mediato nulla" e di aver "sempre tutelato" l'interesse dell'Italia. Alla fine l'ipotesi non ha trovato alcun riscontro e ora sia D'Alema che Profumo sono stati prosciolti. "Una decisione che aspettavamo", hanno commentato gli avvocati Riccardo Olivo e Cesare Placanica, difensori dei rappresentanti di Leonardo e Fincantieri.