A Novara i “No green pass” si sono vestiti da deportati nei campi di concentramento e hanno sfilato per le vie della città gridando “Quelli come noi non mollano mai”.
Cari “No green pass”, ve lo spiego io – dato che non ci arrivate da soli – perché non avete niente in comune con le vittime del nazismo, ma se proprio un paragone volete farlo, allora paragonatevi ai carnefici.
Ad Auschwitz e in molti altri campi di concentramento il filo spinato era elettrificato, e capitava sovente che i prigionieri, non riuscendo a resistere al dolore, decidessero di suicidarsi correndo e gettandosi contro il filo spinato.
Non come voi che il filo spinato lo stringete in mano, come fosse un trofeo e a favore di fotografie, sfilando per le vie cittadine dopo che ieri ne avete comprato una matassa dal ferramenta al centro commerciale.
Ad Auschwitz lo straccio a righe che voi tenete sopra i giubbotti, era l'unico vestito che avevano. Non tenevano come voi cappelli di lana, guanti e maglione sotto il giubbotto. Anche per questo si ammalavano facilmente e alcuni morivano assiderati. Capitava anche che fossero lasciati per punizione nudi all'aperto, di notte, e la mattina li ritrovassero in piedi come statue, morti congelati.
A vedervi sfilare una buona parte di voi non avrebbe neanche passato la selezione nazista una volta scesi dai treni piombati. Ve la spiego meglio: per i canoni nazisti una parte considerevole di voi sarebbe stata ritenuta troppo vecchia e inutile anche per essere sfruttata fino alla morte. Dunque sareste finiti immediatamente nelle camere a gas, altro che ottenere il permesso dalla questura per la vostra piazzata il giorno di Halloween fra le vetrine dello shopping di Novara.
Siete donne e uomini insieme, invece i prigionieri ad Auschwitz venivano separati per genere appena scesi dai treni piombati. E i più fortunati non è detto fossero sempre coloro che passavano la selezione.
Ieri, finita la vostra manifestazione, siete tornati a casa sorridendo soddisfatti e avete messo le vostre foto sui social, scegliendo poi cosa mangiare per cena: ad esempio pizza, bistecca, fagioli o pastasciutta. Ad Auschwitz invece la dieta era pensata per essere inferiore alle proteine necessarie per restare in vita, in altre parole il cibo dato ai deportati era volutamente inferiore a quello necessario per vivere, per questo si parla di “sterminio programmato”. Non si moriva per incidenti ma per calcolo, anche nelle razioni di cibo.
Cari “No green pass”, voi state manifestando come del resto ogni minoranza politica e sociale ha diritto a fare; ad Auschwitz invece le minoranze politiche e sociali non manifestavano, venivano rinchiuse ed eliminate, e portavano delle stelle sul petto che erano imposte, e non stampate a casa e appiccicate con il nastro adesivo per fare effetto sui passanti e in Tv durante la vostra manifestazione.
I vaccini contro il Covid-19 sono reali e hanno passato tutte le verifiche richieste a livello europeo e italiano. Mettetevelo in testa: i vaccini che i medici vi invitano a fare salvano le vite, come ormai ogni statistica numerica e umana dimostra.
Al contrario ad Auschwitz c’era il dottor Josef Mengele che sui deportati faceva gli esperimenti, soprattutto sui bambini, con loro si divertiva particolarmente, scegliendo ad esempio i gemelli monozigoti, i nani e i bambini nati con anomalie genetiche. Dopo i suoi esperimenti (non) medici, quasi sempre, il dottor Mengele uccideva i bambini con un’iniezione di fenolo al cuore.
Cari “No green pass”, non siamo in una dittatura, nonostante l’impegno di una parte di quelli che manifestano con voi ci abbiano messo fino dal principio, e noi a Fanpage.it lo abbiamo raccontato.
Cari “No green pass”, dichiarare i medici collusi, i giornalisti collusi, il governo colluso, insomma tutti collusi a parte voi, contribuisce soltanto a mettere in crisi il sistema sanitario e la richiesta vaccinale, che invece sta dando risultati confortanti.
Vaccinarsi serve a tutti, e principalmente alle persone più vulnerabili, per età o malattie pregresse. Per questo, se proprio dovete scegliere il paragone con qualcuno, non potranno mai essere i deportati ad Auschwitz a somigliare a voi. Pensateci bene.