Vaticano contro il ddl Zan: il testo integrale della nota che la Santa Sede ha inviato all’Italia
Lo scorso 17 giugno il Vaticano ha consegnato per vie diplomatiche una nota al governo italiano, attraverso Pier Mario Daccò Coppi, primo consigliere dell’Ambasciata Italiana presso la Santa Sede, per esprimere preoccupazione sul ddl Zan, al momento in discussione in commissione Giustizia al Senato. Si tratta di un passo formale che non ha precedenti nella storia dei rapporti tra Stato e Chiesa, dalla firma dei Patti Lateransi del 1929, poi aggiornati con il Concordato del 1984. Per il Vaticano il disegno di legge contro l'omotransfobia violerebbe quell'accordo. Ora il presidente del Consiglio Draghi dovrebbe spiegare come dirimere la controversia: si parla anche della possibile convocazione della Commissione paritetica prevista dal Concordato.
Intanto il Corriere della Sera, che ha lanciato la notizia, pubblica in esclusiva il testo della nota. Il documento è composto da due pagine, con una semplice intestazione e alla fine il timbro della Segreteria di Stato.
La Segreteria di Stato, sezione per i Rapporti con gli Stati, porge distinti ossequi all’Ecc.ma Ambasciata d’Italia e ha l’onore di fare riferimento al disegno di legge N.2005, recante «misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità», il cui testo è stato già approvato dalla Camera dei Deputati il 4 novembre 2020 ed è attualmente all’esame del Senato della Repubblica.
Al riguardo la Segreteria di Stato rileva che alcuni contenuti dell’iniziativa legislativa — particolarmente nella parte in cui si stabilisce la criminalizzazione delle condotte discriminatorie per motivi «fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere» — avrebbero l’effetto di incidere negativamente sulle libertà assicurate alla Chiesa cattolica e ai suoi fedeli dal vigente regime concordatario. Ci sono espressioni della Sacra Scrittura e delle tradizioni ecclesiastiche del magistero autentico del Papa e dei vescovi, che considerano la differenza sessuale, secondo una prospettiva antropologica che la Chiesa cattolica non ritiene disponibile perché derivata dalla stessa Rivelazione divina.
Tale prospettiva è infatti garantita dall’Accordo tra la Santa Sede e la Repubblica italiana di Revisione del concordato lateranense, sottoscritto il 18 febbraio 1984. Nello specifico, all’articolo 2, comma 1, si afferma che «la Repubblica italiana riconosce alla Chiesa cattolica la piena libertà di svolgere la sua missione pastorale, educativa e caritativa, di evangelizzazione e di santificazione. In particolare è assicurata alla Chiesa la libertà di organizzazione, di pubblico esercizio del culto, di esercizio del magistero e del ministero spirituale, nonché della giurisdizione in materia ecclesiastica». All’articolo 2, comma 3, si afferma ancora che «è garantita ai cattolici e alle loro associazioni e organizzazioni la piena libertà di riunione e di manifestazione del pensiero, con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione».
La Segreteria di Stato auspica pertanto che la Parte italiana possa tenere in debita considerazione le suddette argomentazioni e trovare una diversa modulazione del testo normativo in base agli accordi che regolano i rapporti tra Stato e Chiesa e ai quali la stessa Costituzione Repubblicana riserva una speciale menzione.
La Segreteria di Stato, Sezione per i Rapporti con gli Stati, si avvale della circostanza per rinnovare all’Ecc.ma Ambasciata d’Italia i sensi della sua alta considerazione.
Dal Vaticano, 17 giugno 2021.