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Ddl Zan, ultime notizie sul disegno di legge

Vaticano chiede di bloccare ddl Zan, Draghi: “Il nostro è uno Stato laico, Parlamento è libero”

Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha risposto nell’Aula del Senato alla nota ufficiale che la Santa Sede ha inviato al governo italiano, per chiedere di modificare il ddl Zan contro l’omofobia: “Il nostro è uno Stato laico, non è uno Stato confessionale, quindi il Parlamento è libero di discutere, di legiferare. Ma il nostro ordinamento contiene tutte le garanzie affinché le leggi rispettino sempre gli impegni internazionali, tra cui il Concordato con La Chiesa”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il presidente del Consiglio Mario Draghi è intervenuto nell'Aula del Senato in vista del prossimo Consiglio Europeo di Bruxelles. Il premier ha risposto anche alle sollecitazioni ricevute dal Vaticano, che lo scorso 17 giugno ha consegnato una nota all'Ambasciatore d'Italia presso la Santa Sede, per chiedere ufficialmente di bloccare il ddl Zan contro l'omotransfobia. Il disegno di legge, secondo la Santa Sede, violerebbe il Concordato, firmato nel 1984 da Chiesa e Stato per aggiornare i Patti Lateranensi del 1929, e metterebbe a rischio anche la "libertà di pensiero" dei cattolici.

Dopo i ringraziamenti Draghi ha risposto anche all'intervento del senatore Alfieri (Pd): "A proposito della discriminazione. Mi soffermo sulla discussione di questi giorni in Senato, senza voler entrare nel merito della questione. Il nostro è uno Stato laico, non è uno Stato confessionale, quindi il Parlamento è libero di discutere, di legiferare. Ma il nostro ordinamento contiene tutte le garanzie affinché le leggi rispettino sempre i principi costituzionali e gli impegni internazionali, tra cui il Concordato con La Chiesa. È il Parlamento che discute della costituzionalità di una legge. Voglio infine precisare una cosa, che si ritrova in una sentenza della Corte Costituzionale del 1989: ‘la laicità non è indifferenza dello Stato rispetto al fenomeno religioso, la laicità è tutela del pluralismo e delle diversità culturali'. Ieri l'Italia ha anche sottoscritto un documento con altri 16 paesi europei per esprimere preoccupazione su una legge in Ungheria che discrimina in base all'orientamento sessuale. Queste sono le dichiarazioni che oggi mi sento di fare, senza entrare ovviamente nel merito della discussione parlamentare. Come vedete il governo la sta seguendo ma questo è il momento del Parlamento non è il momento del governo".

Alessandro Alfieri, rivolgendosi al premier nell'Aula di Palazzo Madama, aveva detto: "Presidente auspichiamo che si guardi a quello che sta facendo il Parlamento: saremo aperti al confronto e all'ascolto ma noi vogliamo, con il governo accanto, ispirarci a un principio di laicità: libera chiesa in libero Stato".

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