Vasco Errani condannato perché sapeva del falso, le motivazione della sentenza
"Se tutto ciò non può essere ricondotto ad una iniziativa compiacente e temeraria dei funzionari, la dimostrazione di un accordo illecito intercorso tra Vasco Errani e i dirigenti, ovvero della redazione di una relazione falsa in accordo o con il placet del committente, promana da argomento logico non superabile". È uno dei passaggi più significativi del sentenza di condanna dell'ex Governatore dell'Emilia Romagna Vasco Errani, ora depositata dai giudici. Errani è stato condannato l’8 luglio scorso dalla Corte d’Appello di Bologna a un anno per falso ideologico in merito ad una falsa relazione che spiegava la correttezza del contributo regionale concesso alla cooperativa Terremerse presieduta da Giovanni Errani, fratello del presidente della Regione. A seguito della condanna Errani si dimise da presidente della Regione.
Attenuanti generiche a Errani
Nelle motivazioni la Corte d’Appello, presieduta dal giudice Pierleone Fochessati, spiega che "è fuor d’ogni logica pensare che i due dirigenti regionali si possano essere determinati a ingannare il presidente, e diretto superiore, e a falsificare la relazione a sua insaputa e senza renderlo compiutamente edotto per raggiungere uno scopo estraneo a qualsiasi loro interesse". Per i giudici "l’irritualità del conferimento dell’incarico" ai due dirigenti regionali "si presenta coerente con il fine personalistico e utilitaristico di tutela politica del presidente Errani, e sintomatico della comune consapevolezza di questi e dei dirigenti di occultare le fraudolente irregolarità di Terremerse di Giovanni Errani e le compiacenti disattenzioni delle amministrazioni". Nella sentenza pur ribadendo che la relazione "è stata redatta con contenuto volutamente omissivo e fuorviante", la Corte riconosce le attenuanti generiche a Errani "per lo specchiato profilo di pubblico amministratore".