Varoufakis: “L’austerity è stata un fallimento, non ha mai funzionato e non funzionerà mai”
"L'austerity è una politica fallimentare, non funzionerà mai. Nel momento in cui hanno salvato le banche, scaricando il costo sui cittadini, la socialdemocrazia è morta". Ne è convinto Yanis Varoufakis, l'ex ministro delle finanze greco nel primo Governo Tsipras, che, in una lunga intervista in esclusiva ai microfoni di Fanpage.it, ha parlato della crisi economica che ha investito nel 2008 il mondo intero, delle conseguenze che ha dovuto affrontare Bruxelles, e della sua volontà di proporre ai cittadini dell'Unione "un'alternativa pragmatica, razionale e significativa" altrimenti il rischio è quello di continuare a percorrere la strada della disintegrazione dell'Europa. Terminata, infatti, la sua esperienza nel governo di Atene, nel febbraio del 2016 ha fondato DiEM25, un movimento politico per la trasformazione in senso democratico dell'Ue, che può contare anche sull'appoggio di alcune personalità italiane.
Varoufakis, a cosa è servita l'austerity?
"L'austerity è una politica fallimentare, non funzionerà mai. È come quadrare il cerchio, per quanto tu sia un bravo matematico, è impossibile. Quindi perché hanno introdotto l'austerity? Perché non avevano idea di come affrontare la crisi che loro stessi avevano prodotto. Fino a che non verrà proposta ai cittadini europei un'alternativa pragmatica, razionale e significativa continueremo sulla strada della disintegrazione dell'Europa".
I cittadini si sono incazzati, che strano…
"La diseguaglianza nasce dalla finanziarizzazione, iniziata alla fine degli anni Settanta. Il capitalismo ha trasferito il potere della dimensione politica a quella economica, industriale. Con la finanziarizzazione il potere si è trasferito dall'industria alla finanza. Con questa evoluzione, la diseguaglianza è cresciuta in maniera esponenziale. Il malcontento dei cittadini europei, che è sfociato nei movimenti antieuropeisti, è il risultato della crisi economica e del fallimento delle istituzioni che non sono riusciti ad affrontare la crisi che loro stessi avevano generato".
I partiti socialdemocratici non ci stanno capendo niente.
"I socialdemocratici negli anni Sessanta e Settanta hanno assunto il ruolo di mediatori tra capitale e lavoro, cercando di introdurre tutele per i lavoratori e facendo in modo che i capitalisti destinassero dei loro profitti alla costruzione di scuole e ospedali. Questa era la socialdemocrazia. Con la finanziarizzazione, i socialdemocratici, che erano al potere, hanno fatto un patto con le banche: vi lasciamo fare quello che volete, in cambio dovrete finanziare il welfare. Così le banche hanno stampato oltre 700 bilioni di dollari (700mila miliardi) e il pianeta non era abbastanza grande. Questa piramide di denaro è collassata e abbiamo avuto la crisi del 2008. A questo punto i socialdemocratici, che erano al potere, non hanno avuto la capacità di analisi o la forza morale di alzare il telefono e dire ai bancari: ‘Game over'. Nel momento in cui hanno salvato le banche, scaricando il costo sui cittadini, la socialdemocrazia è morta".
Varoufakis è un populista.
"È un'accusa molto grave per me, perché è falsa. Per me populismo vuol dire fare leva sui peggiori istinti e sulle paure della gente per acquistare consenso promettendo ad ognuno ogni genere di cosa. Quindi salire al potere e governare implementando politiche sfavorevoli alla collettività. L'establishment ama i populisti perché sono lo strumento migliore, per l'establishment, di conservare il potere. Emmanuel Macron è stato eletto grazie a Le Pen. Quindi l'establishment ha bisogno del nazionalismo e il nazionalismo dell'establishment, e noi siamo dall'altra parte".
Sì, ma alla fine, che fare?
"Ci sono molti movimenti in Italia che sono vicini al movimento democratico europeo DiEM25. Abbiamo bisogno di offrire ai cittadini europei una terza alternativa, un movimento progressista e internazionalista che coinvolga tutta l'Europa. Per questo stiamo lavorando con una varietà di movimenti, come a Napoli col sindaco de Magistris".
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