Vannacci può essere eletto o no? Cosa dice la legge sul generale candidato alle europee
Si solleva un altro dibattito attorno al generale Roberto Vannacci, candidato con la Lega di Matteo Salvini alle prossime elezioni europee dell'8 e 9 giugno. Il problema è che da alcuni mesi il generale aveva avuto l'incarico di capo di Stato maggiore delle forze terrestri ed era stato trasferito a Roma. Nel Centro Italia, quindi, proprio dove è candidato. Nelle scorse ore, alcuni esperti di diritto hanno sostenuto che Vannacci non potrebbe essere eletto: infatti, sarebbe vietato per i militari di alto grado essere eletti nella stessa circoscrizione in cui hanno esercitato il loro comando territoriale.
Bisogna ricordare che il generale è candidato anche in altre circoscrizioni: è capolista al Sud, e il suo nome appare anche nelle altre tre aree elettorali (Nord-Ovest, Nord-Est, Isole). Il problema si porrebbe in caso di elezione al Centro. L'esito dipenderebbe dal numero di preferenze ottenute nelle varie circoscrizioni, ma l'ipotesi che circola è che se Vannacci vincesse un seggio con i voti del Centro Italia la sua elezione non sarebbe valida. Una versione, però, che il ministero della Difesa ha smentito.
Questa la nota che il ministero di Guido Crosetto ha diffuso: "L'art. 1485 del Codice dell'ordinamento militare nel definire le cause di ineleggibilità al Parlamento rimanda al DPR 30 marzo 1957, n. 361", che però riguarda "la elezione alla Camera dei Deputati", mentre un successivo articolo riguarda "la carica di consigliere regionale", e comunque permette di essere eletti se ci si mette in aspettativa non retribuita. In sostanza, "il ministero della Difesa non ritiene vi siano state violazioni del codice dell’ordinamento militare", perché il divieto vale solo per le elezioni nazionali.
Cosa dicono le regole
Nel Codice dell'ordinamento militare, o Com, sono cinque gli articoli che riguardano la possibilità di essere eletti. Il primo, il 1484, riguarda i "militari candidati a elezioni per il Parlamento europeo, a elezioni politiche o amministrative", e si limita a dire che possono fare attività politica e di propaganda al di fuori dell'ambiente militare e solo "in abito civile", mettendosi in "licenza straordinaria" durante la campagna elettorale. Gli ultimi (1486, 1487 e 1488) riguardano ambiti diversi: le elezioni regionali, le cariche amministrative e le regole sull'aspettativa.
Il punto più importante è all'articolo 1485, citato da chi ha contestato la possibile elezione di Vannacci. Qui ci sono le "cause di ineleggibilità degli ufficiali generali, degli ammiragli e degli ufficiali superiori delle Forze armate dello Stato", che – come detto dal ministero della Difesa nella sua nota – rimandano a un decreto del 1957, il cosiddetto Testo unico per l'elezione alla Camera dei deputati.
Qui, a sua volta, l'articolo 7 dice che non sono eleggibili "gli ufficiali generali, gli ammiragli e gli ufficiali superiori delle Forze armate dello Stato, nella circoscrizione del loro comando territoriale". Questo sarebbe il passaggio che escluderebbe Vannacci, se non che si riferisce solo alle elezioni nazionali. Per questo, secondo il ministero della Difesa non ci sono ostacoli all'elezione del generale.
La guida tecnica che potrebbe rendere il generale ineleggibile
Ma c'è un ultimo tassello, su cui il ministero non ha dato chiarimenti. Come ha riferito l'avvocato Massimiliano Strampelli a Repubblica, esiste una guida ufficiale diffusa proprio dalla Difesa, chiamata "Guida Tecnica in materia di licenze, permessi e riposi in godimento al personale militare" e aggiornata a giugno 2023. Qui si legge che le cause di ineleggibilità previste dal famoso articolo 1485 si applicano "anche alla titolarità di analoghe cariche, ove esistenti, rivestite presso corrispondenti organi con sede istituzionale in Stati esteri".
Resta da capire se questo si applichi anche al Parlamento europeo e quindi se la carica di eurodeputato è "analoga" a quella di parlamentare italiano, svolta in un "corrispondente organo" (cioè il Parlamento europeo) che la "sede istituzionale" in uno Stato estero, cioè a Strasburgo. In questo caso, le regole del Codice militare varrebbero anche per Vannacci, che non potrebbe essere eletto. È una questione che resta aperta, e che il ministero della Difesa non sembra aver risolto del tutto: saranno i giuristi a fare chiarezza.
La replica di Vannacci: "Stupidaggini"
Da parte sua, il generale ha fatto sapere di non essere preoccupato dalla questione. Il suo legale, Giorgio Carta, ha riferito che la notizia della sua possibile ineleggibilità è "destituita di fondamento e si fonda sulla confusione con le norme che regolano l'elezione al Parlamento nazionale", dato che le regole in questione sui militari riguardano la Camera dei deputati. Lo stesso avvocato ha dichiarato che "trattandosi di norma speciale, non si applica oltre i casi e i tempi in essa considerati". La questione, ha concluso Carta, "era già stata debitamente approfondita dal generale, al momento di valutare la proposta della candidatura". Anche lo stesso Vannacci ha commentato direttamente: "Stupidaggini. A me non risulta. Mi risulta che sia una norma applicabile alle elezioni amministrative, non alle europee".