Vannacci insiste: “Egonu? I suoi tratti non rappresentano l’italianità, è un’evidenza non un insulto”
L'europarlamentare della Lega Roberto Vannacci non cambia opinione sulla campionessa della pallavolo femminile Paola Egonu, che ha appena portato a casa la medaglia d'oro conquistata alle Olimpiadi di Parigi 2024.
Dopo la coda di polemiche che si è allungata per tutta la giornata di ieri, ben oltre la cerimonia di chiusura dei Giochi olimpici, il generale Vannacci non arretra e ribadisce il concetto già espresso nella giornata di domenica, nel suo messaggio di complimenti alla squadra dell'Italvolley femminile: "La mia posizione non è cambiata nel corso di quest’anno. Ho sempre detto che la Egonu è una grandissima campionessa, ma non ho mai detto che non è italiana o che non possa rappresentare l’Italia in maglia azzurra", ha detto a Libero.
Il punto per Vannacci è che "i suoi tratti somatici non rappresentano l’italianità classica. Non mi pare ci sia nulla di male in questo: è un’evidenza. Qualcuno può sostenere il contrario? Nessun insulto per me Egonu è italiana, sono contento che abbia vinto con le altre ragazze. È una grande campionessa e alla prima occasione le chiederò anche un autografo", ha ripetuto il generale nell'intervista al quotidiano. Una posizione per cui Vannacci è stato attaccato anche da Forza Italia e da Noi Moderati.
Insomma il generale, che è stato già querelato dalla giocatrice di pallavolo (il giudice ha poi archiviato tutto), continua a sostenere di non aver mai voluto pronunciare una frase razzista, cosa che tra l'altro aveva già fatto nel suo libro il Mondo al contrario. ma di essersi limitato a sottolineare il colore della pelle di Egonu, segnalando che è diverso da quello della maggioranza degli italiani. Una chiara discriminazione ai danni della campionessa olimpica.
Un altro passaggio dell'intervista a Libero è dedicato al caso della pugile marocchina Imane Khelif, medaglia d’oro nella boxe, e ha detto: "Non si vuole difendere o denigrare nessuno ma la base dello sport è quello di competere ad armi pari e la poca trasparenza non ha aiutato a chiarire questo aspetto", aggiungendo che il Cio è un "organismo fortemente politicizzato, che ha sposato l'assurdità secondo la quale non conta la realtà, ma come mi percepisco…".
Una critica del generale è rivolta anche al caso della cerimonia di apertura dei Giochi, dove una performance è stata letta come una parodia blasfema dell'Ultima Cena di Gesù con gli apostoli. "I Giochi sono partiti male già dalla cerimonia di apertura che tutto ha rappresentato tranne che i valori dello sport: lealtà, onore, competizione, patriottismo, impegno, determinazione. Quali di questi valori si percepivano da quello spettacolo offensivo? Nessuno. Io ho visto solo mancanza di rispetto verso la cristianità".