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Vannacci andrà a processo, il gip militare respinge l’archiviazione: cosa rischia ora il generale

Il gip militare ha respinto l’istanza di archiviazione presentata dalla procura nei confronti di Roberto Vannacci, accusato di diffamazione ai danni di un militare (la cui identità non è nota) per alcune dichiarazioni contenute nel libro ‘Il Mondo al contrario’. Ora il generale andrà a processo.
A cura di Giulia Casula
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Roberto Vannacci andrà a processo. Lo ha deciso il gip del tribunale militare di Roma che ha respinto l'istanza di archiviazione presentata dalla procura nei confronti del generale del Mondo al contrario. Al centro dell'inchiesta, il presunto reato di diffamazione militare che l'eurodeputato della Lega avrebbe commesso nel suo primo libro, Il Mondo al Contrarioai danni di uno collega dell'esercito.

Non è nota l'identità del militare che sarebbe stato danneggiato dal passaggio contenuto nel controverso libro del generale, ma ora, su indicazione del gip, la procura militare di Roma dovrà entro dieci giorni formulare l'imputazione coatta. Tecnicamente non si tratta di un rinvio a giudizio, che verrà richiesta dalla procura. In sostanza, dunque, un processo ci sarà e Vannacci sarà chiamato a rispondere delle accuse mosse nei suoi confronti.

"Rappresenterò nelle sedi opportune tutte le mie ragioni e vado avanti a testa alta forte anche del consenso che ogni giorno mi dimostrano i tanti che mi seguono e che provengono dai settori più disparati della società. Io non mollo mai", dichiarato il generale commentando la decisione del Gip. "Rispetto la decisione del giudice che ha rigettato una specifica e motivata istanza di archiviazione della procura ma sono ancora più convinto della mia integrale innocenza e della mia totale estraneità a qualsiasi intento diffamatorio nei confronti di alcuno e, in special modo, nei confronti di un militare", ha aggiunto.

La notizia ha dunque sorpreso l'eurodeputato e i suoi legali che probabilmente immaginavano per quest'inchiesta un epilogo simile a quanto accaduto nell'altra inchiesta legata al contenuto del discusso testo che ha portato il generale alla ribalta. Solo qualche mese fa il tribunale militare aveva disposto l'archiviazione delle accuse nell'ambito dell'indagine per istigazione all'odio razziale, anch'essa legata ad alcune dichiarazioni presenti ne Il Mondo al contrario. Un reato quest'ultimo per cui l'eurodeputato leghista avrebbe potuto rischiare fino a un anno e mezzo di carcere.

In questo caso i pm hanno ritenuto che non vi fossero gli elementi per processare il generale per diffamazione e che dunque non vi fosse alcun reato. Da qui, la richiesta di archiviazione. A pensarla diversamente però, è stato il giudice per le indagini preliminari del tribunale militare, che non ha accolto l'istanza e anzi, ha richiesto l'imputazione coatta.

Cosa dice il Codice Militare e cosa rischia ora il generale Vannacci

A tal proposito il Codice militare di pace è molto chiaro, prevedendo per il reato di diffamazione militare una pena dai sei mesi ai tre anni di carcere. In particolare, all'articolo 227 si legge:

Il militare, che, fuori dei casi indicati nell'articolo precedente, comunicando con più persone, offende la reputazione di altro militare, è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato, con la reclusione militare fino a sei mesi. Se l'offesa consiste nell'attribuzione di un fatto determinato, o è recata per mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico, la pena è della reclusione militare da sei mesi a tre anni.

"Rispetto, ma non concordo con la decisione del giudice nella parte in cui ha ravvisato nelle contestate pagine del libro un intento diffamatorio nei confronti di uno specifico militare che, sia detto per inciso, non viene indicato per nome e che non ha mai presentato denuncia al riguardo", ha commentato l'avvocato dell'ufficiale, Giorgio Carta. "Pertanto, affronteremo le ulteriori fasi del procedimento con la serenità che deriva dalla fiducia nei giudici militari e dal fatto che la stessa procura militare aveva escluso la sussistenza di qualsiasi reato nelle pagine del libro", ha aggiunto il legale.

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