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Vannacci corregge il tiro: “Snaturate le mie parole su classi separate, ma liberiamo chi sa volare”

Roberto Vannacci, dopo le polemiche scoppiate nelle scorse ore, prova a difendersi sulla questione classi separate per i disabili a scuola: “Mie parole snaturate, è iniziata la campagna elettorale. Nessuno rimane indietro, ma liberiamo ali e cervelli di chi sa o vuole volare”.
A cura di Ida Artiaco
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Il generale Roberto Vannacci
Il generale Roberto Vannacci

Dopo le polemiche scoppiate nelle scorse ore dopo le dichiarazioni rilasciate in una intervista a La Stampa in cui ha affermato che "classi con “caratteristiche separate” aiuterebbero i ragazzi con grandi potenzialità a esprimersi al massimo, e anche quelli con più difficoltà verrebbero aiutati in modo peculiare. Un disabile non lo metterei di certo a correre con uno che fa il record dei 100 metri", l'ex generale Roberto Vannacci interviene via social per correggere il tiro e provare a difendersi.

Travolto dalle critiche, Vannacci, candidato con la Lega alle prossime elezioni europee, ha infatti scritto: "Chiaramente il titolo snatura completamente le mie parole con cui asserisco con vigore che i disabili hanno bisogno di attenzioni peculiari e aiuti supplementari e non che vanno separati. La campagna elettorale è iniziata!".

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Poi poco dopo ha condiviso un altro messaggio, sempre sulla sua pagina Facebook: "Nessuno rimane indietro, ma liberiamo ali e cervelli di chi sa o vuole volare!". Il generale ha poi cancellato quello precedente sul titolo della sua intervista a La Stampa sostituendolo con queste parole: "Gli articoli vanno letti senza fermarsi ai titoli".

Ma ormai la frittata era fatta. Non solo l'opposizione è partita all'attacco di Vannacci, ma anche il ministro Giancarlo Giorgetti, a margine dell'evento a sostegno della candidatura alle europee, nelle liste della Lega, a Varese di Isabella Tovaglieri ha detto che "Vannacci non è della Lega".

Anche la Cei è intervenuta. "Pur nel rispetto di ogni opinione e di ogni scelta politica qui è in gioco una visione culturale della vita. Queste affermazioni ci riportano ai periodi più bui della nostra storia. Mi permetto di dire, con Papa Francesco, che l’inclusione è segno di civiltà", è stato il commento del vicepresidente della Conferenza episcopale italiana, monsignor Francesco Savino, il quale ha aggiunto: "Le classi separate riproducono i ghetti. La separazione in classi diverse per i fratelli disabili significa che sono da emarginare o guardare con sospetto. E invece loro hanno tante abilità che noi non abbiamo".

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