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Valditara si difende dalle critiche sul caso Firenze: “Non sono fascista, mio padre era partigiano”

In un’intervista sull’aggressione squadrista di Firenze e le critiche alla preside per la lettera antifascista agli studenti, il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara si è difeso: “Non devo dare prova del mio antifascismo”. Il ministro ha commentato anche lo striscione del liceo Carducci a Milano.
A cura di Luca Pons
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Il corteo antifascista a Firenze che ieri ha raccolto oltre 40mila partecipanti è stata un'occasione per Elly Schlein e Giuseppe Conte di incontrarsi ufficialmente, ma più in generale ha segnato una dura protesta contro l'aggressione squadrista avvenuta davanti al liceo Michelangiolo il 18 febbraio. Il ministro dell'Istruzione del governo Meloni, Giuseppe Valditara, non aveva condannato apertamente l'aggressione ma nei giorni successivi aveva criticato la lettera scritta da una preside per allertare i suoi studenti contro l'indifferenza da cui nacque il fascismo. Il ministro era arrivato anche a parlare di sanzioni. In un'intervista al Quotidiano nazionale, invece, Valditara ha commentato positivamente la manifestazione di Firenze.

"Non devo dimostrare il mio antifascismo, a casa ho il fazzoletto rosso di mio padre"

"Ben venga qualunque manifestazione che dia voce alle idee e alimenti un dibattito democratico", ha detto. Da parte sua, ha deciso di "accogliere e rilanciare l’invito del sindaco Nardella per un confronto con lui sui temi dell’antifascismo". Ma non solo sull'antifascismo, bensì su "tutti i razzismi, la democrazia e la libertà di opinione. Organizziamolo presto", ha detto, auspicando che sia un confronto "franco, onesto e sereno".

Parlando proprio del rapporto con il fascismo, il ministro ha detto: "Non ho bisogno di dare prove del mio antifascismo, lo dimostrano i miei libri, i miei atti, la mia vita". E ha citato nuovamente il padre, Luigi Valditara, arruolato nella Repubblica di Salò per un anno prima di unirsi, nel 1945 dopo la caduta della Rsi, alla Brigata Garibaldi. "A casa ho ancora il suo fazzoletto rosso", ha detto Valditara. Il ministro aveva già parlato di suo padre quando era stato contestato dopo la lettera agli studenti per l'anniversario della caduta del muro di Berlino. "Non vedo il problema, sono figlio di un partigiano della Brigata Garibaldi, non accetto lezioni da chi non ha mai rischiato la vita per combattere il nazismo", aveva detto allora.

Misure disciplinari alla preside? "No, solo a un docente che negava l'Olocausto"

Nell'intervista, Valditara è tornato anche sulla questione della preside criticata per aver scritto una circolare ai suoi studenti. Il ministro ha detto di non aver mai valutato dei provvedimenti disciplinari – nonostante in televisione avesse parlato di "prendere provvedimenti" – e ha sottolineato: "L’unica indagine disciplinare che ho chiesto" nei primi mesi da ministro "è stata nei confronti di un docente accusato di aver fatto affermazioni che negavano l’Olocausto. Aggiunsi al riguardo che non è compatibile con il pubblico impiego chi neghi la Shoah". Così, il ministro ha invitato a "rimettere al centro il dialogo e l’ascolto pluralista" e ad approfittare "di questa occasione per sollevare un dibattito serio nel Paese".

Striscione al Carducci, il preside scrive una lettera e Valditara (stavolta) lo appoggia

Una nuova circolare commentata dal ministro, questa volta in senso opposto, riguarda la polemica su uno striscione apparso al liceo Carducci di Milano. Lo striscione mostra Giorgia Meloni e lo stesso Valditara a testa in giù, con delle croci sugli occhi. Il riferimento è all'uccisione di Benito Mussolini, che venne fucilato il 28 aprile 1945 e successivamente fu appeso dai piedi, quindi a testa in giù, in piazzale Loreto a Milano, a pochi metri proprio dal liceo Carducci.

Il preside del Carducci ha scritto una lettera agli studenti, definendo lo striscione "un gesto di qualche isolato ma brutale, brutto, violento e pesante". La circolare continua: "Non vogliamo che i nostri studenti siano vittima di un circuito, banale, che banalizza la stessa lettura della realtà. Continueremo a promuovere i valori della democrazia, della tolleranza e del pluralismo", sottolineando che il liceo "non accetta la logica da curva violenta".

In questo caso, il ministro Valditara è intervenuto rapidamente: "Complimenti ad un preside coraggioso, consapevole del suo alto ruolo istituzionale", ha scritto in una nota.

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