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Vaiolo delle Scimmie, Piemonte mette omosessuali e transgender tra soggetti a rischio: Arcigay protesta

Il Piemonte ha inserito gay, transgender e bisessuali tra le categorie a rischio contagio in una circolare sul Vaiolo delle Scimmie. La Regione ha poi chiarito si trattasse di indicazioni vecchie e non aggiornate, ma la vicenda ha fatto infuriare la comunità Lgbt. “Ennesima stigmatizzazione”, protesta Arcigay Torino.
A cura di Giulia Casula
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La Regione Piemonte ha diffuso una circolare contenente le indicazioni per proteggersi dal Vaiolo delle Scimmie, la malattia infettiva virale nota anche come Monkeypox (Mopox). Tra le categorie a rischio contagio, il documento trasmesso alle direzioni delle Asl ha inserito omosessuali, persone bisex e transgender, facendo infuriare la comunità Lgbtqia+.

Tra i soggetti che potrebbero contrarre il virus con più facilità di altri ci sarebbero "persone gay, transgender, bisessuali e altri uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini (MSM) che rientrano nei seguenti criteri di rischio: storia recente (ultimi 3 mesi) con più partner sessuali; partecipazione a eventi di sesso di gruppo; partecipazione a incontri sessuali in locali/club/cruising/saune; recente infezione trasmessa; abitudine alla pratica di associare gli atti sessuali al consumo di droghe", si legge.

La direzione Sanità piemontese ha poi chiarito essersi attenuta alle indicazioni date dal ministero della Salute e in particolare a una circolare risalente a due anni fa. Si tratta di un atto, diffuso il 5 agosto 2022 e dal titolo ‘Indicazioni ad interim nella strategia vaccinale contro il Vaiolo delle scimmie', in cui si consigliava la vaccinazione a una serie di soggetti oltre al personale di laboratorio. La Regione dunque, si sarebbe riferita a un documento vecchio e non aggiornato.

Nonostante il chiarimento, le comunicazioni fatte circolare tra le Aziende Santiarie Regionali hanno scatenato le reazioni del mondo lgbt. "Un’assurdità che alimenta le discriminazioni: inammissibile. Si tratta dell’ennesimo tentativo di attaccare la comunità Lgbtqia+, oltretutto senza alcuna prova scientifica. Questa è una incitazione all’odio indiretta attuata nei nostri confronti da parte del Ministero della Salute e da parte di Regione Piemonte", ha dichiarato Lara Vodani, presidente di Arcigay Torino.

"Ancora una volta si rischia una ghettizzazione: si punta il dito contro la nostra comunità con il conseguente isolamento delle persone che ne fanno parte", ha attaccato la presidente. "Abbiamo vissuto una pandemia due anni fa, è fisiologico che le persone siano spaventate dall’idea che tutto ciò si ripeta. E, in una situazione del genere, la nostra comunità viene messa sotto i riflettori. Una persona etero Cisgender può riscontrare il Vaiolo delle Scimmie tanto quanto una persona Lgbtqia+".

La presidente ci ha tenuto a ribadire quanto certificato dall’istituto Superiore di Sanità, cioè che "il contagio può avvenire con contatti bocca-bocca, bocca-pelle, parlando e respirando in modo ravvicinato. Può avvenire anche tramite rapporti sessuali, così come tramite oggetti contaminati. Il fatto che la nostra comunità abbia rivendicato la libertà sessuale non significa che siamo gli unici soggetti inclini a contrarre o trasmettere questa malattia", ha proseguito.

"Si tratta dell’ennesima stigmatizzazione", ha detto, ricordando "ciò che è accaduto con l'Hiv: sembrava essere un malattia legata solo alla comunità, quando in realtà si trattava di un fenomeno pandemico".

Nel frattempo, l'associazione torinese ha fatto sapere che intende mobilitarsi contro la circolare della Regione, giudicata "una vera mancanza di rispetto. Vengono riportate informazioni non scientificamente corrette che incitano alla discriminazione", ha aggiunto la presidente. Quello commesso dall'Ente rientrerebbe tra i "tentativi sistematici per ostacolare la comunità", sostiene Vodani. "Chiederemo spiegazioni. La cosa non ci stupisce, soprattutto dopo che è stata permessa l'entrata dei pro vita nei consultori. La direzione del Governo e della Regione sono chiari, ma non smetteremo di opporci e fare resistenza e informazione".

A sfatare ogni dubbio è intervenuta anche la responsabile del reparto malattie infettive sessualmente trasmesse dell'ospedale, Anna Lucchini, che al Corriere di Torino, ha spiegato come il Vaiolo delle Scimmie non si tramesta, in genere, tramite rapporti sessuali. "Non si tratta, per definizione, di una malattia sessualmente trasmissibile. Si riscontra tramite un contatto cutaneo diretto. Quindi è chiaro che, anche tramite rapporto sessuale, idealmente si può generare un’infezione. Nel 2022, quando la malattia era arrivata in Europa per la prima volta, aveva colpito quella parte di popolazione. Oggi, però, non ha un grande senso evidenziare una distinzione per orientamento sessuale. In Africa il Vaiolo delle Scimmie colpisce indiscriminatamente uomini, donne, bambini. Ripeto, per la maggior parte si tratta di casi che emergono a causa di un contatto cutaneo", ha concluso.

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