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Vaccino obbligatorio per i medici, il costituzionalista Celotto spiega perché non è incostituzionale

Il governo ha reso il vaccino anticovid obbligatorio per il personale sanitario. Per chiarire i dubbi, Fanpage.it ha contattato il costituzionalista e professore universitario Alfonso Celotto, che ha spiegato che la Costituzione, al secondo comma dell’articolo 32, prevede che “con una legge si possano rendere obbligatori i trattamenti sanitari e quindi anche i vaccini”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Il governo ha deciso di rendere obbligatorio il vaccino anticovid per medici, infermieri, farmacisti e tutto il personale sanitario. Il decreto legge appena varato spiega che la vaccinazione è un requisito “essenziale all’esercizio della propria professione”. Nei prossimi giorni gli ordini professionali invieranno l’elenco degli iscritti alle Regioni, che verificheranno i nomi di chi non si è ancora vaccinato. Poi gli interessati saranno contattati dalle Asl che gli comunicheranno un appuntamento per la somministrazione: chi non si presenta o rifiuta ancora di vaccinarsi verrà sospeso immediatamente dall’ordine di appartenenza e sul posto di lavoro sarà demansionato, con un adeguamento dello stipendio in base al nuovo ruolo. E dove questo non sarà possibile arriverà la sospensione dal lavoro e dello stipendio. Per chiarire i dubbi sulla costituzionalità della vaccinazione obbligatoria abbiamo contattato il costituzionalista e professore dell'Università di Roma 3, Alfonso Celotto, che ha risposto alle domande di Fanpage.it.

L'obbligo vaccinale per il personale sanitario, varato ieri dal governo, è costituzionale?

Sì, perché l’articolo 32 della Costituzione al secondo comma prevede che “nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”. Quindi significa che con una legge si possono rendere obbligatori i trattamenti sanitari e quindi anche i vaccini. Del resto noi già abbiamo molti vaccini obbligatori, come quelli dei bambini. Si rafforza l’idea che, soprattutto per queste categorie, il vaccino è un obbligo. Anche perché sta uscendo fuori un tema interessante: il vaccino non è soltanto un diritto, ma è un dovere, soprattutto se si appartiene a determinate categorie. Per i sanitari, per lavorare bene, è un dovere vaccinarsi.

È giusto sanzionare con il demansionamento?

Serve sempre una sanzione rispetto all’obbligo. Ad esempio nel caso della vaccinazione dei bambini ci sono sanzioni congrue, perché i bambini non possono andare a scuola, i genitori pagano la multa e c’è anche l’obbligo per i genitori di seguire un corso per apprendere le ragioni del vaccino.

E la sospensione dal lavoro (e dello stipendio) se non è possibile trovare un'altra mansione?

È una misura congrua, una sanzione disciplinare che ci sta. Un infermiere di una Rsa, può passare a un ufficio amministrativo dove non è a contatto con i pazienti, ma se non c’è posto che si può fare? Il punto è questo: se non ti vaccini non sei più idoneo al lavoro. Gli operatori sanitari, devono stare a contatto con pazienti fragili. Lo Stato li vaccina con priorità, giustamente e se non vogliono sono pienamente liberi di rifiutare, ma non sono più idonei a quelle mansioni. Possono fare un altro lavoro dove non sono a contatto con pazienti fragili. Le sanzioni sono giuste.

Questa decisione del governo è contestabile?

Possono contestare questa decisione, ad esempio se vengono licenziati – ma non è previsto ndr -, e poi sarà il giudice a decidere se è congruo o meno. Nella logica del sistema è ragionevole pensare che se non ti vaccini per tue scelte e convinzioni, e sei libero di non farlo perché siamo in uno Stato liberale, poi però non fai più quel lavoro.

Sarebbe possibile estendere l'obbligo vaccinale a tutta la popolazione?

Si può fare un vaccino obbligatorio per tutti per legge. Ora non si fa perché non ci sono le dosi disponibili, e non avendole non si può creare un obbligo. Ma poi anche lì bisognerà trovare sanzioni congrue, perché ovviamente non si può demansionare l’elettrauto o il panettiere che non si vuole vaccinare. Però probabilmente ci saranno delle sanzioni, così come quelle ipotizzabili per il cosiddetto passaporto vaccinale, come ad esempio che i non vaccinati non prendono il treno.

L'obbligo vaccinale per tutti è uno scenario realistico in tempi brevi?

L’ultimo esempio storico di vaccino obbligatorio per una pandemia è stato il colera a Napoli nel ’73, era prevista per decreto legge e mi risulta che fecero un milione di vaccinazioni in 15 giorni, ma perché al tempo le dosi c’erano. Ma è ovvio che a questo punto bisogna rendere obbligatorio il vaccino, non vedo altra strada.

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