Vaccino, l’ipotesi di somministrare le dosi a scuola agli studenti: “Strada da percorrere”
Prima bisogna completare la vaccinazione del personale scolastico, poi si potrà pensare anche a somministrare le dosi agli studenti – in un secondo momento – anche nelle scuole. L’ipotesi viene presa in considerazione dal ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, come spiega lui stesso in un’intervista a Sky Tg24: "Innanzitutto bisogna completare la vaccinazione degli insegnanti, siamo arrivati al 70%, dopodiché arriveremo a vaccinare anche i più piccoli. La vaccinazione nelle scuole è una strada da percorrere, ma completiamo la vaccinazione degli insegnanti e di tutto il personale, poi affrontiamo il problema anche dei ragazzi più grandi e progressivamente di tutti quelli che hanno meno di 16 anni”.
Il ministro si sofferma anche sulla scuola del futuro, dopo la pandemia, partendo però da un elemento ancora attuale, come la didattica a distanza. Che ci sarà anche dopo il Covid, ma non sarà “quella che abbiamo visto l'anno scorso”. Per Bianchi sarà fondamentale in futuro la “capacità da parte di tutti di usare tutti gli strumenti, altrimenti sarà un altro modo di discriminazione”. Proprio per queste ragioni secondo Bianchi va applicato “il senso critico nell'uso degli strumenti, anche degli strumenti che usiamo oggi. E gli strumenti vanno usati, perché ci permettono di allargare la nostra visione”.
Tornando a un futuro più vicino, quello dei prossimi mesi, il ministro dell’Istruzione parla del piano estate: “I fondi del piano estate ci servono per un ponte verso un nuovo anno e per una nuova scuola. Abbiamo 150 milioni che distribuiamo tra tutte le scuole. La parte più consistente sono fondi europei che mettiamo a disposizione delle aree più svantaggiate del sud, per fare una serie di attività a giugno e settembre di verifica dello stato delle conoscenze e degli apprendimenti e a luglio e agosto per ritrovare quella socialità mancata ai ragazzi. È un ponte che inizierà in estate e si proietterà tutto l'anno”. Infine, parlando del Recovery plan, Bianchi rivendica: “Tra istruzione e ricerca sono andati 30 miliardi, abbiamo riconquistato la centralità e credo sia una grande sfida anche perché molti di questi fondi andrà al Mezzogiorno e a tutte le aree più fragili”.