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Vaccino Covid, piano dell’Italia: quanto costerà, a chi andrà per primo e dove ci si potrà vaccinare

“Al momento il governo non pensa all’obbligatorietà della vaccinazione. Nel corso della campagna valuteremo il tasso di adesione dei cittadini. L’obiettivo è senza dubbio raggiungere al più presto l’immunità di gregge”: così il ministro della Salute, Roberto Speranza, durante il suo intervento in Senato in merito al piano dell’Italia sulla distribuzione del vaccino contro il coronavirus. Che, assicura il ministro, sarà comunque gratuito per tutti.
A cura di Annalisa Girardi
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Il ministro della Salute, Roberto Speranza, è intervenuto oggi in Parlamento per illustrare il piano dell'Italia in merito ai vaccini contro il coronavirus. Dopo aver presentato le misure che il governo si prepara ad approvare nel nuovo Dpcm di dicembre, restrizioni che quindi riguarderanno anche il periodo di Natale, Speranza ha parlato dei progressi fatti sul tema vaccino, sottolineando: "Dopo mesi difficilissimi, il messaggio di fondo è un messaggio di ragionata fiducia: finalmente vediamo un approdo. Probabilmente a partire da gennaio avremo i primi vaccini. La svolta che auspichiamo è questa. I segnali che arrivano dagli studi sono incoraggianti. Ho sempre pensato che la scienza ci avrebbe portato fuori da questa crisi. Ancora è presto, lo ribadisco, serve cautela, ma vediamo finalmente la luce in fondo al tunnel".

Il ministro ha quindi spiegato che per ora il governo non pensa di rendere il vaccino obbligatorio: "Al momento il governo non pensa all'obbligatorietà della vaccinazione. Nel corso della campagna valuteremo il tasso di adesione dei cittadini. L'obiettivo è senza dubbio raggiungere al più presto l'immunità di gregge". Speranza ha ribadito come il vaccino permetta di pensare a una data di scadenza delle misure restrittive, ma che la campagna di vaccinazione non deve coincidere con una nuova ondata di contagi. "La campagna di vaccinazione sarà imponente e richiederà sforzi senza precedenti, dobbiamo evitare di arrivarci con gli ospedali in difficoltà e con il personale sanitario totalmente impegnato nella lotta contro il Covid". Il ministro ha quindi parlato del "clima politico con il quale affronteremo la stagione di vaccinazione per il Covid". E ha detto: "La piena riuscita della campagna deve rappresentare un obiettivo di tutto il Paese. Non possono esserci divisioni su questo tema. Su questa sfida serve un grande patto Paese. Non c'è maggioranza e opposizione, ma ci sono gli italiani con il loro fondamentale diritto alla salute".

Il vaccino contro il Covid sarà gratuito

Speranza ha quindi illustrato nel concreto il piano strategico del Paese in merito al vaccino. "L'acquisto del vaccino sarà centralizzato e verrà distribuito in modo gratuito a tutti gli italiani. Il vaccino è un bene comune e va assicurato a tutti indipendentemente dal reddito e da dove vivono i cittadini. L'Italia ha opzionato oltre 202 milioni di dosi per il vaccino, una dotazione sufficientemente ampia per poter vaccinare tutta la popolazione e conservare scorte di sicurezza. Va detto che è molto probabile che servano due dosi a breve distanza temporale per ciascuna vaccinazione. Non vi è ancora evidenza scientifica sui tempi esatti di durata sull'immunità prodotta dal vaccino. Abbiamo sottoscritto tutti i contratti che l'Unione europea ha firmato. Non vogliamo rischiare di non poter disporre di un vaccino autorizzato come conseguenza di una scelta di non voler partecipare alle acquisizioni dell'Unione europea. Voglio ricordare che questo meccanismo di acquisto europeo dei vaccini è stato promosso anche dall'Italia. Non sono i singoli Stati a trattare con le case farmaceutiche, ma è la Commissione a negoziare".

Quando arriveranno i vaccini

E ancora: "Le trattative si sono concentrate su un gruppo di aziende che stanno sviluppando i vaccini con diverse tecnologie. Queste dosi saranno distribuite agli Stati membri in proporzione alla popolazione". Speranza ha quindi sottolineato che la distribuzione sarà graduale nel corso del prossimo anno, ma che comunque dovrebbe concludersi entro il 2021. "Se tutti i processi autorizzativi andassero a buon fine, l'Italia potrebbe contare sulla disponibilità delle seguenti dosi: contratto con AstraZeneca per 40,38 milioni di dosi; con Johnson&Johnson per 26,92 milioni di dosi; con Sanofi 40,38 milioni di dosi; con Pfizer-BioNTech per 26,92 milioni; con CureVac per 30,285 milioni di dosi; con Moderna per 10,768 milioni di dosi", ha aggiunto. Speranza ha sottolineato che la "corsa contro il tempo che la comunità scientifica sta facendo va di pari passo con il rispetto di tutti i protocolli di garanzia di sicurezza", ribadendo che "avere vaccini sicuri è una priorità che non può essere subordinata a qualsiasi altro tipo di interesse e la distribuzione del vaccino non può essere regolata solo dalle leggi del mercato". Per quanto riguarda le tempistiche, il ministro ha detto che l'Agenzia europea dei medicinali (Ema) ha indicato due date per il momento: il 29 dicembre sul vaccino Pfizer-BioNTech e il 12 gennaio per quello Moderna. Per quanto riguarda l'Italia, nel primo trimestre del prossimo anno queste due aziende, insieme, potrebbero fornire già circa 9 milioni di dosi al nostro Paese.

A chi andrà prima il vaccino

"Dobbiamo essere pronti allo scenario migliore e poi adattarci se i tempi dovessero dilungarsi a causa dei ritardi nei processi di autorizzazione da parte delle agenzie regolatorie. Il cuore della campagna vaccinale sarà comunque l'arco di tempo tra la prossima primavera e l'estate", ha proseguito Speranza. Parlando poi delle prime categorie da vaccinare "Si tratta di una scelta non facile. In via prioritaria si dovranno vaccinare gli operatori sanitari. Chi opera in prima in linea ha infatti più probabilità di contrarre l'infezioni da Covid-19, trasmettendola poi anche ad altri pazienti. Difendere questi professionisti ci aiuterà a mantenere la resilienza dei servizi sanitari. In secondo luogo si dovrà pensare ai residenti e agli operatori delle residenze per anziani. Terzo, persone in età avanzata", che sono anche quelle che solitamente presentano delle patologie che le rende più vulnerabili. Chiaramente, con l'aumento delle dosi disponibili si andrà a vaccinare anche il resto della popolazione, procedendo dalle "persone impiegate nei servizi essenziali, quali il personale scolastico, le forze dell'ordine, il personale delle carceri e delle comunità". E ancora, nel caso in cui si registrassero importanti focolai in alcune zone del Paese, si metteranno in campo delle vaccinazioni strategiche relative a quel territorio specifico.

Dove ci si potrà vaccinare

Il ministro ha quindi concluso spiegando che inizialmente la distribuzione sarà gestita a livello centralizzato. Quindi sarà possibile vaccinarsi presso gli ospedali e i grandi centri sanitari. Per le persone impossibilitate a spostarsi saranno disponibili delle unità mobili. Anche i neolaureati in medicina, iscritti alla scuola di specializzazioni, parteciperanno alla campagna di vaccinazione. A livello locale saranno individuati dei referenti che garantiranno il piano regionale di vaccinazione in accordo con quello nazionale. Sui territori potranno essere implementate campagne di vaccinazione, arrivando a coinvolgere anche gli ambulatori dei medici di base, dove in un secondo momento sarà quindi possibile fare il vaccino. "Non possiamo sottovalutare nessun aspetto, scientifico o logistico. Dobbiamo lavorare tutti insieme per sconfiggere questo terribile virus. Siamo un grande Paese e dobbiamo dimostrare ancora una volta di essere all'altezza delle sfide più difficili", ha concluso Speranza.

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