Vaccino Covid, i detenuti nelle carceri avranno la priorità
I detenuti nelle carceri sono tra le categorie che saranno vaccinate per prime, secondo il piano vaccinale. Lo precisano fonti della struttura del Commissario per l'emergenza Covid, smentendo possibili criticità nelle procedure di vaccinazione nelle carceri. "A chiarimento di erronee interpretazioni – sottolineano le fonti – si precisa che l'attuale piano di vaccinazione contempla e prevede la vaccinazione della popolazione carceraria, la quale rientra nelle categorie prioritarie previste dal Ministero della Salute".
Al momento sono 2.500 i detenuti che fino ad ora hanno ricevuto il siero. Inoltre, sono 11.151 gli agenti e 956 i dipendenti dell'Amministrazione penitenziaria "avviati alla vaccinazione".
Oggi era stato lanciato un allarme dal portavoce della Conferenza dei Garanti territoriali delle persone private della libertà, Stefano Anastasia: "Apprezzamento per l'avvio della compagnia vaccinale nelle carceri, frutto anche dell'impegno della ministra della Giustizia, Marta Cartabia", ma "da alcune regioni emerge un alto tasso di non partecipazione che preoccupa i Garanti: appare evidente la necessità di un'adeguata campagna d'informazione tra la popolazione carceraria".
"In carcere c'è bisogno di un'adeguata informazione da parte dei servizi sanitari interni", sottolinea Anastasia, spiegando che i Garanti delle persone private della libertà nominati dalle regioni, dalle province e dai comuni italiani hanno restituito una situazione "a macchia di leopardo". In alcune regioni, come la Lombardia, la campagna vaccinale è iniziata sia tra le persone detenute sia tra il personale della polizia penitenziaria, in altre ancora no.
Nel Lazio, l'assessorato alla Sanità ha scelto di utilizzare il vaccino della Johnson & Johnson, disponibile da aprile, per semplificare le procedure, perché questo è l'unico siero che non prevede la seconda somministrazione. In Veneto un terzo della popolazione carceraria non vorrebbe vaccinarsi. Anche in Sicilia la percentuale di astensioni sarebbe intorno al trenta per cento.
I casi di positività al Covid risultano però in aumento nelle carceri. Su un totale di 52.572 presenze in cella, sono 576 (di cui 11 nuovi giunti) i detenuti attualmente positivi al Covid, mentre 7 giorni fa risultavano essere 458. Sono dati che emergono dal report settimanale del monitoraggio del ministero della Giustizia su Carceri e coronavirus, pubblicato oggi con dati aggiornati a ieri sera. In aumento anche i casi di positività tra gli agenti: 738 su un organico di 36.939 unità, a fronte dei 659 rilevati la scorsa settimana.
Tra i 576 detenuti attualmente positivi, 549 sono asintomatici, mentre 10 sintomatici sono gestiti all'interno degli istituti e 17 sono ricoverati. Quanto ai 738 agenti contagiati, 712 sono in isolamento domiciliare, 10, invece, degenti in caserma e 16 ricoverati. Per quanto riguarda infine il personale amministrativo e dirigenziale dell'Amministrazione penitenziaria, i positivi risultano essere 52 – erano 50 quelli rilevati dal monitoraggio pubblicato 7 giorni fa – di cui nessuno ricoverato.
La situazione dei positivi al virus nelle carceri italiane è "preoccupante ma non allarmante", secondo il Garante nazionale Mauro Palma, il quale ha riferito che negli ultimi otto giorni i positivi sono aumentati, ma che i sintomatici ospedalizzati sono poche unità.