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Vaccino anti-bronchiolite, ministero esclude Regioni del Sud, poi ci ripensa: “Ovunque a carico del Ssn”

Il ministero della Salute ritratta quanto stabilito con una circolare, e precisa che il vaccino anti-bronchiolite sarà somministrato gratuitamente in tutte le Regioni, pur non essendo incluso nei Livelli essenziali di assistenza. Nel primo documento, diffuso ieri, aveva negato la somministrazione gratuita alle Regioni del Sud, quelle in piano di rientro dal disavanzo sanitario (Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Calabria, Sicilia).
A cura di Annalisa Cangemi
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Immagine di repertorio
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Il governo prova a metterci una pezza e ritratta quanto aveva indicato in una prima circolare a proposito del vaccino anti-bronchiolite per i bambini: in tutte le Regioni l'anticorpo monoclonale Nirsevimab contro il virus respiratorio sinciziale nei bambini, quello appunto che può causare la bronchiolite, sarà somministrato gratuitamente, a carico del Servizio Sanitario Nazionale, senza eccezioni.

La precisazione è stata necessaria dopo le polemiche di ieri, dovute alla prima circolare ministeriale del 18 settembre, che di fatto aveva escluso gran parte delle Regioni del Centro-Sud, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Calabria, Sicilia, dall'erogazione gratuita del vaccino. Ma andiamo con ordine. Il testo spiegava che le Regioni in piano di rientro dal disavanzo sanitario, "non possono garantire la somministrazione" gratuita “dell'anticorpo monoclonale Nirsevimab", il vaccino anti-bronchiolite appunto, "in quanto trattasi di prestazione "extra LEA", non inclusa nei Livelli essenziali di assistenza.

Si aggiungeva inoltre che le altre Regioni, possono "garantire la somministrazione dell'anticorpo monoclonale Nirsevimab, solo a condizione che la copertura finanziaria sia garantita con risorse a carico dei bilanci autonomi regionali aggiuntive rispetto al Fondo sanitario regionale".

Dopo le inevitabili lamentele, per quello che è stato considerato una sorta di antipasto degli effetti deleteri dell'autonomia differenziata, che genera gravi diseguaglianze nell'erogazione dei servizi sanitari, il ministero ha fatto marcia indietro e ha aggiustato il tiro con una nuova circolare, diffusa questa mattina.

La polemica

"Altro che autonomia differenziata, siamo alle scelte differenziata che negano i diritti di alcune regioni a vantaggio di altre. È una vergogna, Schillaci cosa aspetta ad intervenire?", è stato scritto in una nota dalle senatrici del Partito Democratico Annamaria Furlan ed Enza Rando. "Siamo senza parole davanti alla nota con cui il Ministero nega la somministrazione del nuovo anticorpo monoclonale alle Regioni che sono in piano di rientro. Le colpe di chi governa i territori non possono ricadere sulle cure per le cittadine ed i cittadini del Mezzogiorno. Chiediamo l'immediato ritiro della circolare e il pieno rispetto dei percorsi terapeutici per ogni regione italiana".

Sui social denuncia l'assurda situazione anche il consigliere regionale del Pd Puglia ed epidemiologo, Pier Luigi Lopalco, sottolineando che "si avvicina la stagione di circolazione del Virus Respiratorio Sinciziale e le Regioni scalpitano. Avere letti e culle di terapia intensiva piene di neonati che non respirano, sapendo che almeno l'80% di quei casi possono essere evitati con una semplice iniezione è immorale. Tante Regioni deliberano autonomamente l'avvio della campagna di immunizzazione contro il VRS. Il Ministero che fa? Prende spunto da queste iniziative, le coordina, guida la campagna? Macché. Emette un editto lapidario in cui vieta alle Regioni in piano di rientro di avviare la campagna e dice alle regioni che possono permetterselo, usando i fondi autonomi, di farlo a spese proprie".

"Il prossimo inverno – aggiunge – vedremo neonati diventare blu per la mancanza di respiro. Alcuni di questi non ce la faranno. Vedremo famiglie distrutte. Ma solo nelle Regioni in piano di rientro".

La nuova circolare del ministero della Salute sul vaccino anti-bronchiolite

Il ministero guidato da Schillaci ha fatto sapere di aver già avviato i contatti con l'Aifa per rendere disponibile in tutte le Regioni, a carico del Servizio sanitario nazionale e dunque senza oneri per i cittadini, l'anticorpo monoclonale Nirsevimab contro il virus respiratorio sinciziale nei bambini, che può evolvere in casi di bronchiolite anche gravi.

Nel documento di oggi, a firma direttore generale della ex Direzione della Programmazione sanitaria, Americo Cicchetti, si chiarisce infatti che "in considerazione dei possibili profili di iniquità territoriale nell'accesso alle terapie basate sull'anticorpo monoclonale Nirsevimab-Beyfortus, utilizzato per la cura delle infezioni di virus respiratorio sinciziale (VRS) in età pediatrica, derivabili dall'applicazione della nota del 18/09/2024, il ministero ha già avviato le opportune interlocuzioni con l'Agenzia Italiana del Farmaco e la Direzione Generale della Prevenzione dello scrivente Ministero, al fine di garantire un equo e tempestivo accesso per i pazienti a tutte le terapie approvate che mostrano adeguati profili di appropriatezza, sicurezza ed efficacia su tutto il territorio nazionale".

Il problema, da quanto si apprende, è che esiste attualmente una normativa restrittiva per le Regioni in piano di rientro che rende difficoltosa l'erogazione di farmaci non compresi nei Lea attraverso una decisione autonoma da parte di queste Regioni. Per superare tale ostacolo formativo, ha fatto sapere il ministero, è prevista per oggi una riunione tra i dipartimenti della Prevenzione e della Programmazione.

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