Vaccini, ritardi in Sicilia dopo la psicosi AstraZeneca: si prenota solo il 52% degli over 80
L'ordinanza numero 6 del Commissario Straordinario per l'emergenza Covid Figliuolo ha stabilito che in linea con il Piano nazionale del ministero della Salute, approvato con il decreto 12 marzo 2021, la vaccinazione deve procedere dando la precedenza agli over 80, alle persone fragili e a eventuali familiari conviventi e caregiver, ai soggetti della fascia tra i 70 e i 79 anni, e a seguire a quelli di età compresa tra i 60 e i 69 anni, utilizzando "prevalentemente" i vaccini di AstraZeneca.
Parallelamente a queste categorie deve essere completata la vaccinazione di tutto il personale sanitario e sociosanitario, "in prima linea nelle diagnosi, nel trattamento e nella cura del Covid-19 e di tutti coloro che operano in presenza presso strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private". Successivamente vengono le altre categorie, considerate "prioritarie" dal Piano vaccinale, "parallelamente alle fasce anagrafiche secondo l'ordine indicato". Nessuna variazione per chi ha già ricevuto la prima dose: potrà completare il ciclo vaccinale con il medesimo farmaco.
In Sicilia però si sono segnalati maggiori ritardi nella campagna rispetto ad altre Regioni. Secondo il governatore Musumeci i ritardi sono da attribuire alla diffidenza e alla paura che si è diffusa, dopo che è scoppiato il caso AstraZeneca: "Quando il generale Figliuolo è venuto in Sicilia, noi eravamo tra le prime tre per vaccini. Avendo avuto 5 morti dopo la somministrazione di Astrazeneca, e io sono tra quelli che sostengono che fare Astrazeneca è più sicuro rispetto a non fare il vaccino, in Sicilia si è creata la psicosi. Noi siamo in condizione di potere dare vaccino alla parte rimanente degli ultra 80enni, purtroppo c'è un rifiuto. Ma abbiamo messo in campo un sistema per coinvolgerli" ha spiegato a SkyTg24 il presidente della Sicilia Nello Musumeci, che ha assunto ad interim la guida dell'assessorato alla Salute, dopo lo scandalo sui dati falsati, in cui è stato coinvolto il suo assessore Razza, che si è dimesso. "Per neutralizzare il clima di paura abbiamo coinvolto medici di famiglia e farmacisti", ha aggiunto.
"Sono convinto che bisogna continuare a procedere col dato anagrafico, perché chi è più giovane è meno esposto. Il problema non è quello delle categorie, che crea frizioni e inspiegabili gelosie, noi abbiamo bisogno di andare dalla popolazione più anziana a scendere", ha ribadito Musumeci.
Al momento nell'isola sono state somministrate 972mila dosi di vaccini. Ma secondo i dati del governo gli over 80 che aspettano ancora la prima dose sono 187.207, cioè il 54,59% del totale, e la Sicilia si piazza all'ultimo posto in Italia.
La Regione ha fatto sapere che su una platea di oltre 315mila ultraottantenni in Sicilia hanno ricevuto la prima dose 181.392 persone. Ma gli anziani over 80 che si sono prenotati sono solo il 52% della coorte, mentre i vaccinati risultano essere 164363, pari al 90% dei prenotati. Un calo che secondo la Regione è determinato proprio dalla paura degli effetti collaterali del vaccino AstraZeneca, che può essere somministrato a chi non ha patologie gravi.
Cosa è l'"Operazione nonni"
Per riguadagnare terreno la Sicilia vuole far scattare l'Operazione nonni, per "Recuperare gli anziani ultra ottantenni che non si sono ancora vaccinati e completare per tutti la prima dose entro aprile", ha annunciato Musumeci. "Da quando a marzo è stata avviata la vaccinazione dei più anziani, per i quali il vaccino destinato è principalmente quello di Pfizer (ma possono utilizzare anche Moderna, per la vaccinazione domiciliare, e AstraZeneca per chi non ha patologie vulnerabili), su oltre 300mila registrati all'anagrafe, hanno prenotato in circa 200mila. A questi – si legge in una nota della Regione – devono aggiungersi tutti quelli in case di riposo o in strutture socio-sanitarie che vengono vaccinati dalle Asp nelle rispettive residenze. Mancano all'appello, quindi, circa 100mila super-anziani, cui vanno detratti coloro che non vivono più in Sicilia e quelli, si spera una vera minoranza, che non accettano l'idea di sottoporsi alla vaccinazione".
La strategia prevede il censimento personale di chi non ha mai prenotato (tutti i dati, infatti sono caricati sulla piattaforma Poste – che la Sicilia ha scelto per prima in Italia – e riportano, per ogni cittadino, le informazioni anagrafiche e quelle ricavabili dalla tessera sanitaria) e la conseguente "presa in carico", attraverso i medici di famiglia e le amministrazioni comunali. In più, anche grazie all'imminente consegna del vaccino monodose Johnson & Johnson, verranno coinvolte oltre 700 farmacie che hanno dato la disponibilità per essere trasformate in sedi di vaccinazione.