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Vaccini potrebbero essere obbligatori per personale scolastico e sanitario

Il giorno dopo il V-day europeo, il Governo è preoccupato per i dubbi sul vaccino sollevati dalle Rsa del Nord, dove l’adesione alla campagna di somministrazione è bassissima. La sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa, rilancia il tema dell’obbligatorietà: “Per chi opera nell’ambito della salute il vaccino deve essere precondizione all’assunzione”. E non solo per chi lavora in ospedale, ma “anche per gli insegnanti”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Troppi no al vaccino. Il giorno dopo il V-day europeo, che ha visto l'inizio della somministrazione del vaccino contro il Covid-19 contemporaneamente in tutta l'Unione, si torna a parlare dell'obbligatorietà di essere sottoposti al farmaco. Il vaccino resta su base volontaria e gratuita, e più volte è stato ripetuto che nessuno sarebbe mai stato costretto a farlo, ma oggi la sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa, ha spiegato il suo punto di vista a Repubblica: favorevole all'obbligo per determinate categorie. Il tema è quello delle residenze per anziani del Nord, dove le adesioni alla campagna di vaccinazione sono state scarse: in Provincia di Brescia non hanno superato il 20%. C'è la paura che i dubbi degli operatori delle Rsa possano espandersi a macchia d'olio per l'Italia. Ad oggi, secondo il ministero, il 70% del personale medico, sanitario e ospedaliero avrebbe dato il consenso alla somministrazione del vaccino.

La sottosegretaria alla Salute va dritta al punto: "Per chi opera nell’ambito della salute il vaccino deve essere precondizione all’assunzione". Nessuna possibilità di scelta dunque, ma un obbligo da inserire nel contratto di lavoro. "Lo affermo da tempo – ha spiegato Zampa – Chi lavora nel pubblico e a contatto con il pubblico ha una responsabilità maggiore, per questo abbiamo inserito alcune categorie di dipendenti statali tra le prime per le vaccinazioni". Inserire nel piano del ministero della Salute, Iss e Aifa, non equivale a obbligare le categorie, ma solo a dar loro una corsia preferenziale.

Non solo medici e infermieri, ma anche chi lavora a scuola. "Non mi riferisco solo al personale sanitario – ha continuato la sottosegretaria – parlo anche degli insegnanti". Per Zampa non si dovrebbe discutere, "è una questione di buon senso". Prima della pandemia di Covid-19, "abbiamo istituito l’obbligo delle vaccinazioni per i bambini in età scolare, senza le quali non sarebbero appunto stati ammessi a scuola". Di conseguenza "non vedo perché non si dovrebbe pensare anche al Covid, soprattutto per gli insegnanti". E sugli operatori e lavoratori delle Rsa che, in questo momento, portano avanti i loro dubbi, Zampa ha rassicurato: "Rifletteranno sull’importanza di garantire la sicurezza ai loro ospiti".

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