Vaccini in aziende, priorità a lavoratori della logistica e trasporti, parrucchieri e ristoratori
Le vaccinazioni nelle aziende potrebbero partire i primi di giugno, cioè quando verranno completate le vaccinazioni degli over 65. Secondo un piano che stanno portando a termine ministero del Lavoro, della Salute, Inail, e le Regioni Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto, verranno stabilite anche in quel settore le categorie che riceveranno la prima dose in via prioritaria. I primi a partire saranno i lavoratori della logistica e dei trasporti. Poi seguiranno a ruota parrucchieri e ristoratori.
È stato il generale Figliuolo a ribadire che il prossimo step sarà vaccinare le classi produttive: "Possiamo aumentare ancora i punti vaccinali e dare la possibilità di somministrare ai 730 punti aziendali della grande distribuzione, Figc, Coni, Confindustria e altre aziende in modo da vaccinare in fretta le classi produttive, penso al settore turistico alberghiero", ha annunciato qualche giorno fa.
Ma quali sono i criteri per stabilire le priorità? Si terrà conto delle attività con il più alto numero di infortuni e morti per l'infezione, contratta sul luogo di lavoro (sono 160mila le denunce ricevute da Inail). Ma un peso avrà anche il livello di rischio della Regione in cui si lavora.
Ieri una circolare, che riprende un parere del Cts, il ministero della Salute ha scritto che è "raccomandabile" un prolungamento nella somministrazione della seconda dose dei vaccini a mRNA Pfizer-BioNtech e Moderna "nella sesta settimana dalla prima dose". Proprio perché rimane una quota significativa di soggetti non vaccinati che per età o comorbidità "sono a elevato rischio di sviluppare forme di COVID-19 gravi o fatali", si raccomanda un prolungamento nella somministrazione della seconda dose. E nello stesso tempo è stato dato il via libera alla somministrazione della seconda dose con AstraZeneca. Di questo ovviamente si dovrà tenere conto per organizzare il piano di vaccinazione nelle aziende.
Quali categorie si vaccineranno per prime
Secondo i calcoli che riporta la Repubblica, tolti i soggetti fragili e il mondo della scuola e della sanità, ammonta a 16 milioni la quota di lavoratori che aspetta ancora la prima dose. I lavoratori della logistica, settore in cui si sono verificati moltissimi focolai, sono circa 1 milione; tra le attività considerate prioritarie ci sono anche il manufatturiero alimentare, che comprende anche i supermercati, parrucchieri e estetisti, ristorazione e settore alberghiero. Quest'ultimo potrebbe avere una corsia preferenziale, anche in considerazione di una data, il 15 maggio, giorno in cui l'Italia riprenderà a ospitare turisti stranieri, muniti di green pass. Sicuramente la categoria che sarà vaccinata per ultima sarà quella dei dipendenti in smart working del settore terziario.
Potrebbe funzionare così: le aziende più grandi potrebbero chiedere direttamente i vaccini alle Regioni, e poi potrebbero essere i medici aziendali a effettuare materialmente le inoculazioni del siero. Mentre quelle più piccole, per esempio parrucchieri o attività di ristorazione, potrebbero appoggiarsi alle loro associazioni di categoria, che penserebbero a stipulare accordi con strutture pubbliche e private per organizzare le vaccinazioni.