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Vaccini, il governo si scontra sull’età dell’obbligo. Boschi: “Sulla salute non si scherza”

Il governo non ha ancora trovato un accordo sull’obbligo vaccinale: il ministro Lorenzin punta all’obbligo esteso fino ai 10 anni, il ministro Fedeli invece preferisce le sanzioni ai genitori.
A cura di Charlotte Matteini
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Il governo sembra non aver ancora trovato una posizione di sintesi in relazione al decreto proposto dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin che mira a introdurre l'obbligo vaccinale per tutti i bambini dagli 0 ai 10 anni per consentirne l'iscrizione a scuola. Il ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli non è però d'accordo e sostiene sia meglio introdurre una sorta di sanzione pecuniaria da comminare ai genitori che rifiutano di sottoporre i propri figli alle vaccinazioni previste. Il consiglio dei ministri valuterà il provvedimento avanzato da Lorenzin nel corso della giornata odierna, ma ancora non si sa se sarà un decreto o una modifica del Dpr 355 del 26 gennaio 1999 per rendere obbligatorie le vaccinazioni. L'altro grande punto di scontro è sull'età dell'obbligo: il ministro della Salute infatti vorrebbe fosse esteso fino ai 10 anni, ovvero fino all'ultimo anno di scuola elementare, mentre la maggioranza sembra essere invece favorevole all'obbligo per nido e materne, quindi non oltre i sei anni. Il ministro Lorenzin sostiene che al momento, per porre un'argine al drammatico calo delle coperture vaccinali in varie zone d'Italia, l'unica misura efficace sia l'obbligo di presentazione del certificato vaccinale all'atto dell'iscrizione a scuola, pena la non ammissione del bambino. Di contro, il ministro dell'Istruzione è invece contraria all'obbligo: Fedeli punta infatti a multare i genitori che si rifiutano di far vaccinare i figli per non incorrere in una sorta di discriminazione nei confronti dei bambini, cui verrebbe di fatto preclusa la possibilità di frequentare la scuola.

Nel corso della mattinata ha preso posizione anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi, che su Facebook ha dichiarato: "Sui vaccini: oggi in Consiglio dei ministri discuteremo il testo al quale abbiamo lavorato durante la settimana, perché sulla salute dei bambini non si scherza".

L'obbligo di vaccinazione scatterà già dal prossimo anno scolastico, dunque secondo quanto si apprende, chi ha già iscritto i propri figli a scuola dovrà presentare i certificati dell’avvenuta vaccinazione, pena il divieto di frequentazione per il bambino. Spetterà poi a un apposito decreto ministeriale, concordato con il Consiglio superiore di sanità e l'Istituto superiore di sanità, stabilire quali vaccini serviranno per iscriversi a scuola. Al momento però è certo che saranno obbligatorie quelle contro difterite, tetano, polio ed epatite B. Il nuovo piano vaccini, inoltre, ha reso gratuite da quest'anno le vaccinazioni contro pertosse, morbillo, parotite, rosolia, infezioni da haemophilus influenzae B, che potrebbero rientrare nell'obbligo vaccinale proposto da Lorenzin.

Al momento, sia l'Istituto superiore di sanità che numerosi pediatri, scienziati e immunologi, come il professor Burioni, sostengono che allo stato attuale sia necessario reintrodurre l'obbligo vaccinale per contrastare il fenomeno dell'antivaccinismo e che le sanzioni non sarebbero un deterrente abbastanza efficace: "No, Ministra Fedeli, le sue dichiarazioni non mi sono piaciute per nulla. I bambini non vaccinati a causa dell'egoismo e della superstizione dei genitori sono un pericolo per tutti gli altri bambini, in particolare per quelli malati che non si possono vaccinare. Questi bambini sfortunati hanno un diritto allo studio altrettanto sacrosanto quanto i non vaccinati; e insieme a loro tutta la società, compresi noi due, ha il diritto alla salute, messa in pericolo dalle mancate vaccinazioni. Se mi saltasse l'idea di fare truccare la mia automobile potenziandone il motore senza omologarla la Polizia Stradale non si limiterebbe – giustamente – a farmi una salata multa: mi sequestrerebbe l'auto perché un veicolo truccato in maniera pericolosa mette a rischio sia il conducente, sia gli altri automobilisti. Da quello che leggo sembra invece che lei auspichi che, a fronte del pagamento di una multa, venga concesso a dei genitori di mettere a rischio la salute dei loro figli, dei figli degli altri e anche di tutti noi. In questo caso non parlo solo da medico e da scienziato; parlo anche da cittadino e da padre. Il fatto che il Ministro responsabile dell'istruzione di mia figlia possa esprimere pubblicamente una simile posizione mi fa orrore, e mi fa sperare che simili follie non trovino ospitalità nel Consiglio dei Ministri, dove non sono felice che sieda con un così delicato incarico una persona che da un lato difende il diritto all'Istruzione, dall'altro auspica che venga consentito infrangere il diritto alla Salute a fronte di un semplice pagamento in denaro. Questa non è politica, è simonia laica: è il commercio inaccettabile di diritti sacri e indisponibili", ha spiegato il professor Burioni.

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