Vacanze da 100mila euro e hotel extra lusso: cosa dice l’inchiesta corruzione su Panzeri, Qatar e UE
Vacanze di Natale extralusso da 100mila euro, soggiorni in hotel da 9mila euro a persona. Poi carte di credito, conti correnti intestati a misteriosi "giganti" e molto altro ancora. Nelle carte dello scandalo corruzione Qatar-Marocco-UE che ha travolto alcuni membri del Parlamento Europeo, tra i quali l'ex eurodeputato italiano Antonio Panzeri, compaiono anche i nomi di Maria Dolores Colleoni e Silvia Panzeri, rispettivamente moglie e figlia dell'ex esponente di Articolo 1 (espulso dal partito).
Secondo l'accusa Panzeri, finito tre giorni fa in manette nell’indagine condotta dalla Procura di Bruxelles, avrebbe usato "metodi ingegnosi e spesso scorretti per raggiungere i suoi scopi". Quali? L'uomo "è sospettato di essere intervenuto politicamente con alcuni membri operativi del Parlamento Europeo a favore del Qatar e del Marocco, dietro compenso", ovvero versamenti di somme di denaro e doni o regalie. Per il giudice istruttore belga Michel Claise, i reati da ascrivere al gruppo sono quelli di associazione per delinquere, corruzione e riciclaggio.
Di cosa sono accusate moglie e figlia di Panzeri
Nelle carte tuttavia emerge un ruolo determinante della moglie di Panzeri, Maria Dolores Colleoni, fermata insieme alla figlia Silvia nella loro casa di Calusco D’Adda, in provincia di Bergamo. Le due donne sono state raggiunta da un mandato di arresto europeo con l’accusa di concorso in associazione per delinquere, corruzione e riciclaggio. Sono state quindi poste agli arresti domiciliari. Per gli investigatori "paiono essere consapevoli delle attività" dell’ex eurodeputato e "addirittura partecipare nel trasporto dei regali dati dal Marocco attraverso Abderrahim Atmoun, ambasciatore del Marocco in Polonia".
Per gli inquirenti Maria Colleoni controllava l'attività del marito
Nel documento dei magistrati, una scheda di quattro pagine in cui sono riassunte alcune conversazioni intercettate, si sottolinea che Maria Colleoni e Panzeri avrebbero usato una carta di credito di una terza persona chiamata "il gigante" ("géant"). Non solo: a proposito dell'organizzazione di una vacanza per la famiglia durante la pausa natalizia, parlando di costi e sottolineando di "non potersi permettere di spendere 100 mila euro (…) come nell'anno precedente", Maria Colleoni avrebbe detto al marito di "aprire un conto bancario in Belgio" sul quale non voleva "che lui facesse qualsiasi operazione senza che lei potesse controllarlo". La donna gli avrebbe consigliato inoltre di aprire un conto con "partiva Iva, il che suggerisce che Panzeri avrebbe potuto cominciare una nuova attività commerciale soggetta a Iva". Ciò dimostra che la moglie avrebbe esercitato "una sorta di forma di controllo sull'attività – annota il giudice – del marito o che lei per lo meno cercasse di mantenere qualche controllo".
E poi, per concludere, Maria Colleoni "usava la parola ‘combines' (‘intrallazzo' in francese) per riferirsi ai viaggi e agli affari del marito. La parola francese combines è negativa e suggerisce che il marito utilizzi metodi ingegnosi e spesso scorretti per raggiungere i suoi scopi".
Gli avvocati delle donne: "Estranee a quanto viene loro contestato"
Sul ruolo di Maria Colleoni e della figlia Silvia, come del resto anche su quello di Antonio Panzeri, andrà fatta piena luce. Nel frattempo l’avvocato Angelo De Riso, che con il collega Nicola Colli difende le due donne, ha dichiarato: "Le mie assistite hanno riferito di non essere a conoscenza di quanto viene loro contestato. Adesso aspettiamo di ricevere gli atti che nemmeno il giudice aveva, evidentemente ha ritenuto di non dover disporre la custodia cautelare in carcere dopo aver verificato la personalità delle nostre assistite".
I legali hanno inoltre anticipato che, una volta conosciuto il contenuto del Mandato di arresto europeo, appronteranno "tutte le difese finalizzate a che non venga accolta la richiesta di consegna da parte dell’autorità belga". La prossima udienza si terrà il 19 dicembre, nel frattempo la Colleoni resterà nella casa di famiglia di Calusco d’Adda agli arresti domiciliari.
Convalidato il fermo per 4 persone
Nell'ambito dell'inchiesta sulle sospette tangenti dal Qatar al Parlamento Europeo, la giustizia belga ha convalidato l'arresto e confermato le accuse per quattro persone fermate. Tra di esse, secondo i media locali, vi è il vicepresidente greco del Parlamento europeo, Eva Kaili. Quattro italiani erano in stato di fermo da venerdì: tra loro c'è l'ex eurodeputato del Pd e di Articolo 1, Antonio Panzeri, e Francesco Giorgi, compagno della Kaili.