La sua voce non era stata intaccata dai mille sigari cubani né dagli anni di carcere. Carlos lo Sciacallo snocciolava lentamente la sua verità su Ustica prima che la Cassazione mettesse un primo punto a 32 anni di silenzi, depistaggi e lentezze. L'ha fatto due anni fa nel corso di una lunga intervista parigina. La sua voce era sicura mentre affermava che: “in quell’occasione fu deciso anche il silenzio su Ustica”. L'occasione di cui parla è l'incontro a Creta tra il Presidente Francese Francois Mitterand e il leader libico Gheddafi. Un summit avvenuto al largo del Mediterraneo nel 1984 che sancì, definitamente, la “pace” tra la Francia e la Libia.
Un incontro necessario, Parigi nel 1984 era fuori dall'Alleanza Atlantica e non erano rari gli scontri, non documentati, tra Mig libici e caccia francesi. Come ebbe a confessare un Colonello dell'aviazione transalpina pochi giorni dopo l'intervista con Carlos: “i russi non ci spaventavano, i libici sì, erano imprevedibili, i loro Mig, spesso, entravano in ‘collisione' con i nostri”.
Le stesse parole usate dallo “Sciacallo” per descrivere quello che accadeva sopra le teste degli italiani in quegli anni: “Ho bevuto e scambiato spesso chiacchiere con gli ufficiali delle forze armate libiche e con i piloti d’élite. Sono loro che mi hanno raccontato una cosa che tutti sapevano all’epoca ma che è sempre stata smentita ufficialmente: ovvero che, spesso, c’erano degli scontri tra aerei libici e americani. Avvenivano nel corridoio aereo tra l’ex – Jugoslavia e la Sicilia, sopra il Mediterraneo. La maggior parte delle volte i piloti americani avevano la meglio. Su Ustica sembra sia stato un aereo francese”.
I cieli del Mediterraneo a cavallo tra gli anni '70 e '80 erano un vero e proprio campo di battaglia e i caccia francesi erano un'ossessione per il Colonnello Gheddafi tanto da ordinare allo stesso Carlos di formare un'unità d'attacco pronta a colpire la base aeronautica francese in Ciad “ in quei mesi il mio gruppo, per conto della Libia, stava preparando un attacco agli aerei francesi in Ciad. La sera i piloti andavano a dormire in un hotel e la base era di facile accesso. Avremmo dovuto far esplodere tutti gli apparecchi, ma dopo quell’accordo la nostra operazione fu fermata”.
Quel summit tra i due capi di stato non solo aveva condotto ad una pace che fino a pochi mesi primi sembrava impossibile ma aveva aperto la strada ad una serie di accordi economici che prevedevano – tra l'altro – la concessione di alcuni pozzi petroliferi alla Francia e il reciproco silenzio sui fatti del 27 Giugno 1980.
Carlos ricostruisce così quell'incontro maltese: “Il Colonnello Gheddafi non è un tipo loquace. Ma io ero molto amico del cognato del Colonnello, Abdallah El Senoussi. Nonostante egli non parlasse inglese ed il mio arabo all’epoca non fosse dei migliori ci incontravamo spesso, perché mi voleva molto bene ed era solito telefonarmi ogni qual volta ritornava dall’Europa, specialmente da Parigi. Era lui l’uomo di collegamento tra la Libia e la Francia. Il Colonnello Gheddafi e il Presidente francese Mitterrand si incontrarono segretamente a Creta nel 1983 circa (in realtà l’incontro avvenne nel 1984 ndr). C’erano molti ufficiali maggiori e fu raggiunto un accordo”.
Un patto dettato dal contesto storico “era un periodo di grande tensione e nel Mediterraneo c’era il rischio scoppiasse una guerra” e dalle esigenze economiche francesi e libiche. Un patto di cui l'Italia non poteva non essere a conoscenza. Nella sentenza del Settembre 2011 il giudice Paola Protopisani scrisse che “lo Stato italiano non seppe garantire la sicurezza del volo partito da Bologna e diretto a Palermo”.
Ma le colpa dello Stato Italiano non si limitano alla mancanza di tutela. Le colpe si spingono oltre e formano quel muro di gomma che ha deliberatamente ha depistato la verità per oltre 30 anni. 30 anni nei quali si è detto di tutto, nei quali l'Aeronautica Italiana ha preferito parlare di cedimento strutturale nonostante le perizie, nonostante le evidenze. 30 anni nel corso dei quali un ex Sottosegretario ha preferito “mettere a tacere” la verità (come riportato nel cablo pubblicato 03ROMA3199 da Wikileaks).
La sentenza della Cassazione non chiarisce da quale aereo sia partito il missile ma stasera quella frase di Carlos: “i Mig libici sorvolavano spesso l’Italia perché andavano in Yugoslavia dal Generale Tito, con il quale io avevo un rapporto personale, mi aveva anche salvato la vita. Quella sera sull’aereo da Tripoli c’era Gheddafi” assume tutto un altro peso.