“Uno meno fascio di La Russa non ce lo avevate?”, chiede Carlo Calenda a Giorgia Meloni
"Ma uno un pelo più istituzionale e meno fascio non lo avevate a disposizione?": è la domanda che il leader del Terzo polo, Carlo Calenda, ha posto via Twitter alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, dopo alcune dichiarazioni decisamente discutibili del presidente del Senato, Ignazio La Russa, secondo cui avere un figlio omosessuale sarebbe "un dispiacere".
Tutta Azione si è scagliata contro le frasi di La Russa: "Le sue parole sono inaccettabili, trasudano superficialità e pregiudizio. È imbarazzante che la seconda carica dello Stato abbia un'idea di Paese arretrata e non si renda conto che così si getta benzina sul fuoco dell'omofobia a discapito della comunità Lgbtqi+", si legge sui canali social del partito.
Anche dal Partito democratico erano piovute le critiche. "L'unica sciagura per le famiglie italiane è avere la seconda carica dello Stato che fa dichiarazioni omofobe, sessiste, e nostalgiche dimostrando la totale inadeguatezza al ruolo istituzionale che ricopre", ha scritto la candidata alla segreteria dem, Elly Schlein, in un tweet. "Le affermazioni del presidente del Senato sono gravi. E del tutto inadeguate al ruolo che ricopre. Ogni rappresentate delle istituzioni dovrebbe servire lo Stato con disciplina e onore. La Russa invece fa l'opposto", ha aggiunto l'altro candidato alla leadership del Pd, Stefano Bonaccini.
Anche Laura Boldrini, deputata del Pd, da sempre attenta alle battaglie per i diritti Lgbtq+, ha commentato le frasi del presidente del Senato: "La Russa va in tv e offende migliaia di persone. La seconda carica dello Stato che discrimina definendo ‘un dispiacere' avere figli gay e facendo commenti sessisti sulle colleghe di destra. Affermazioni indecorose specialmente per un presidente del Senato".
Infine, anche un altro deputato dem, Alessandro Zan, in un'intervista con Fanpage.it, è intervenuto sulla vicenda: "Avere un padre con i busti di Mussolini in camera, quello sì che è un grande dispiacere. La Russa dimostra come la destra sia inadeguata e arretrata rispetto alla questione dei diritti. L'Italia è uno dei pochi paesi d'Europa in cui i diritti sono oggetto di scontro politico, proprio perché c'è una discriminazione di fondo nella cultura della destra italiana che non ha mai fatto i conti con la sua matrice post-fascista".