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Università, Miur: “Valutiamo l’introduzione del prestito d’onore”. Gli studenti protestano

Il Ministero dell’Istruzione sta valutando, assieme ad altre misure sul diritto allo studio, anche l’introduzione del prestito d’onore. La polemica era nata alcuni giorni fa su un questionario che chiedeva agli universitari la loro opinione in merito. Critici gli studenti: “Si favorisce solo l’indebitamento”.
A cura di Giorgio Tabani
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 Il ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca sta valutando l'introduzione del prestito d'onore per gli studenti universitari. A chiedere un ripensamento sono le associazioni studentesche nel timore che, nel contesto di crisi economica e lavorativa italiana, si finisca soltanto per favorire l'indebitamento dei giovani. È il sottosegretario Salvatore Giuliano a confermare l'iniziativa, rispondendo in commissione Cultura all'interrogazione a risposta immediata presentata da Anna Ascani, deputata del Partito Democratico, sul "prestito agli studenti per favorire l’accesso a percorsi di studio universitari e post-universitari".

Il sottosegretario specifica che l'obiettivo sarebbe quello di "realizzare una linea di intervento finalizzata a rafforzare la capacità di attrazione e la qualità dell’istruzione superiore" attraverso il Programma operativo nazionale (PON) "Ricerca e innovazione" 2014-2020, lo strumento con il quale, con i finanziamenti del Fondo sociale europeo, l'Italia attua le politiche di coesione a favore delle proprie aree territoriali più svantaggiate. Le nuove linee guida approvate lo scorso marzo, quindi prima della formazione del nuovo governo, prevedono "l’introduzione di una linea di azione che promuova una più ampia ed agevole partecipazione all’istruzione terziaria attraverso erogazioni dirette nei confronti degli studenti. Alla luce di ciò, la disponibilità di diversi piani di sostegno economico che mettano a disposizione degli studenti risorse economiche potrebbero consentire ad una quota maggiore di utenti il sostegno agli studi".

Per il momento si sta sono studiando l'ipotesi"Come richiesto dal Regolamento europeo che disciplina la gestione delle risorse comunitarie, il ministero sta conducendo l’indagine preliminare (cosiddetta valutazione ex ante) volta a verificare la fattibilità di tale operazione e acquisire elementi per la definizione delle sue caratteristiche. A conclusione della fase di indagine e di studio, entro l’estate, il Ministero disporrà di elementi conoscitivi utili a valutare l’introduzione della misura".

In ogni caso, ha ribadito Giuliano, si tratterebbe di una misura aggiuntiva rispetto ad altre iniziative già in cantiere. In particolare il sottosegretario ha citato due strumenti: "Occorre tanto incentivare l’introduzione di misure per garantire al maggior numero possibile di studenti l’accesso ai gradi più alti degli studi quanto ampliare le risorse per il diritto allo studio già esistenti". Il ministero a questo proposito verificherà "la possibilità di stabilizzare il Fondo integrativo statale per la concessione, da parte delle Regioni, di borse di studio agli studenti meritevoli, ma privi di mezzi", oltre ad "ampliare ulteriormente la platea di studenti beneficiari dell’esenzione totale dal pagamento delle tasse di iscrizione all’università, la cosiddetta ‘No-Tax area'". Altro obiettivo, secondo Giuliano, sarà quello di "semplificare le procedure amministrative necessarie all’erogazione delle borse di studio".

La polemica era nata alcuni giorni fa su un questionario, rivolto soprattutto ai ragazzi meridionali. Dopo una prima parte anagrafica, venivano affrontati gli aspetti finanziari che si trovano ad affrontare gli studenti universitari. "Quanto hai speso finora? Quanto costa il corso (anche post-laurea) che intendi seguire? Quanto ti ha condizionato nella scelta l’aspetto economico?" fino a: “Sei attualmente beneficiario di una borsa di studio? Hai mai contratto un prestito per finanziare i tuoi studi? Perché non hai mai chiesto un prestito? Quanto saresti disposto a chiedere?”.

Subito erano insorti gli studenti, che avevano invitato al boicottaggio del questionario. Andrea Torti, portavoce della Coordinamento universitario Link, aveva dichiarato: "L'indebitamento precoce, soprattutto nel contesto di crisi economica e lavorativa italiana, riproduce povertà e disuguaglianze: il tasso di disoccupazione all'interno del nostro Paese, in particolare quella giovanile, e la precarietà rendono impossibile ripagare il debito e costringe prematuramente ad un indebitamento a vita. Singolare che questo strumento sia proposto nelle Regioni del meridione, più povere e in cui vi è meno garanzia del diritto allo studio, all'interno delle quali le condizioni di cui sopra si moltiplicano". Per Elisa Marchetti, coordinatrice nazionale dell’Unione degli Universitari “dopo appena un mese dall’insediamento il Governo Conte, e in particolare il Miur, mostrano la vera faccia del ‘cambiamento’: il ritorno alle politiche universitarie del duo Gelmini-Tremonti. Il questionario, la cui elaborazione è stata affidata alla società privata PwC, consiste in un modulo google dalla dubbia serietà scientifica. Il form è compilabile infatti per un numero infinito di volte e da chiunque, quindi anche da chi volesse indirizzarne l’esito. E soprattutto non si richiede alcuna opinione di merito sullo strumento, ma unicamente informazioni utili ad elaborare un’eventuale proposta di prestito d’onore”.

Nella sua replica la Ascani si è dichiarata preoccupata in quanto, come rilevano anche i rappresentanti degli studenti, "lo strumento del prestito d’onore ha dato risultati discutibili in altri Paesi, determinando un grave indebitamento a carico degli studenti che ne hanno fatto richiesta". Per questo, da parte sua, la deputata invita il governo "ad una riflessione più approfondita e a valutare iniziative per l’incremento delle risorse per il diritto allo studio, che deve essere garantito a tutti".

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