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Università, Messa: “9 miliardi per la ricerca, ma solo a chi rispetta la parità di genere”

La ministra dell’Università Maria Cristina Messa ha annunciato che ai bandi per accedere ai 9 miliardi per la ricerca potranno accedere solo università, enti o imprese che rispetteranno la parità di genere: “Si tratta di un passo avanti nell’attuazione del Pnrr. Sono misure che introducono molte novità che abbiamo chiarito con le linee guida che abbiamo pubblicato sul sito del ministero in modo che si sappia che cosa fare per partecipare alle manifestazioni di interesse”.
A cura di Annalisa Cangemi
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La ministra dell'Università Maria Cristina Messa ha annunciato alcune riforme che verranno attuate nell'ambito del Pnrr, grazie al quale verranno destinati 9 miliardi per la ricerca. Questi fondi sono il risultato della cabina di regia che ieri a palazzo Chigi ha stabilito le misure per l'attuazione del piano, e che sono state presentate in conferenza stampa, alla presenza del presidente del Consiglio Draghi. Questo soldi però, sottolinea la ministra in una intervista a "La Stampa", potranno essere assegnati solo a chi rispetterà la parità di genere. Potranno quindi partecipare ai bandi solo atenei, enti o imprese che rispetteranno questa regola. Gli avvisi saranno tutti pubblicati entro il primo trimestre del 2022.

"Si tratta di un passo avanti nell'attuazione del Pnrr. Sono misure che introducono molte novità che abbiamo chiarito con le linee guida che abbiamo pubblicato sul sito del ministero in modo che si sappia che cosa fare per partecipare alle manifestazioni di interesse. Sono misure che introducono la necessità di tenere conto della parità di genere, della riduzione del gap generazionale e di attenuare i fenomeni di differenziazione tra mezzogiorno e altre regioni". ha spiegato.

Sulla parità di genere, le è stato domandato perché sia stata introdotta quota minima del 40% per le ricercatrici, mentre la parità dovrebbe essere 50% alle donne e 50% agli uomini: "Speriamo che si arrivi anche al 50%. Siamo partiti da un vincolo del 30% presente nel piano nazionale e l'abbiamo alzato al 40%, e parliamo di misure competitive. Inoltre, ammetteremo alla valutazione solo gli enti che hanno affrontato la questione al loro interno attraverso un piano sulla parità di genere. L'obiettivo non è solo dare rilevo alle ricercatrici ma anche fare in modo che le istituzioni siano motivate ad assumerle". 

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