Università, il ministro Manfredi: “A settembre lezioni in presenza con mascherina obbligatoria”
L’università, come la scuola, riprende a settembre. Si torna in aula, assicura il ministro dell’Università, Gaetano Manfredi. E lo si fa con una didattica mista (in parte ancora a distanza) e con l’uso obbligatorio delle mascherine per gli studenti durante le lezioni. Manfredi torna a rassicurare sulla ripresa delle attività universitarie in tutta Italia parlando a Radio 24: “Abbiamo organizzato con tutti gli atenei la ripartenza in presenza a settembre, con affollamento delle aule al 50%, disciplina degli accessi e sanificazione, per la piena sicurezza. Avremo una parte dei corsi in presenza, così come le attività di laboratorio, alcuni corsi verranno ancora tenuti a distanza, anche per garantire la continuità didattica”.
Università, mascherina obbligatoria in aula
L’università dovrà, ovviamente, adeguarsi alle norme anti-Covid. Non solo con una ridotta capienza delle aule e la prosecuzione, in parte, della didattica a distanza. Ma anche con l’utilizzo delle mascherine per docenti e studenti. Mascherine che saranno obbligatorie e che non verranno, però, fornite agli studenti che dovranno invece procurarsele autonomamente: “Abbiamo previsto l'uso della mascherina obbligatorio in aula, nonostante il distanziamento, per avere la massima sicurezza. Al momento è previsto che lo studente debba venire con la propria mascherina”.
Manfredi spiega come si tornerà all’università
Era stato lo stesso ministro a spiegare, negli scorsi giorni, le modalità di rientro in aula: “Ci sarà più distanziamento, ci sarà un'occupazione delle aule al 50%, sanificazioni, percorsi di entrata e uscita separati, scaglionamento delle attività utilizzando tutta la giornata, anche il sabato. Ma le università torneranno alla didattica in presenza e questo è un dato molto importante, ripartirà la comunità universitaria in presenza”. Le lezioni, spiegava ancora, saranno “miste”, con una parte di studenti che seguirà per un po’ le lezioni a distanza. L’obiettivo è quello di “privilegiare le matricole, perché è chiaro che abbiamo una responsabilità verso i ragazzi che arrivano all'università e che debbono essere un po’ inquadrati, che non sanno bene come si studia, cosa si fa. Loro sono un po’ i nostri cuccioli e devono essere trattati in maniera privilegiata”.