Unioni civili, Renzi ufficializza stralcio stepchild adoption da ddl Cirinnà
Update 17:00 – Per il senatore della minoranza Pd Miguel Gotor "Renzi ha scelto di consegnarsi mani e piedi a Ncd ed è un errore. La decisione del presidente Grasso che ha giudicato inammissibili tutti i ‘canguri' e la chiara presa di posizione del M5S sono lì a dimostrare che un'altra strada era percorribile: quella del Parlamento che avrebbe potuto portare all'approvazione del ddl, adozioni comprese". Adesso, ha aggiunto, per il Pd è "determinante che il maxiemendamento non ostacoli l'attività della magistratura in merito alle adozioni".
Update 16:20 – Secondo la Stampa, l'emendamento del governo al ddl Cirinnà dovrebbe essere presentato domani in Aula al Senato. Giovedì, invece, potrebbe svolgersi il voto sulla fiducia. Il capogruppo del Pd al Seanto Luigi Zanda ha spiegato che il partito ha scelto "una strada che mette in sicurezza le unioni civili, riconoscendo i diritti a chi non li ha", mentre "le adozioni dei figli del partner saranno inserite in un ddl che è già pronto, vediamo se farlo partire alla Camera o al Senato".
Update 16:01 – Poco dopo la dichiarazione del presidente del Senato Pietro Grasso circa inammissibilità del "supercanguro" al ddl unioni civili, è arrivata la risposta di Beppe Grillo lanciando l'hashtag #ChiedeteScusaAIM5S.
Update 15:35 – Si è conclusa la riunione dei senatori del Partito democratico, presieduta di Matteo Renzi. All'interno della minoranza dem la scelta di andare al voto di fiducia con il maxi emendamento ha creato qualche malumore. I senatori lamentano il fatto di non aver potuto visionare il testo in questione. Favorevole invece Monica Cirinnà, che ha fatto sapere di voler chiedere a Sel disponibilità a votare la fiducia. Durante il suo intervento Matteo Renzi ha più volte ribadito che "i cinquestelle hanno fatto un voltafaccia e adesso i rischi della via parlamentare sono troppo alti" e che quindi "non resta che l’intervento del governo dando spazio a emendamenti concordati".
Update 14:10 – Durante la riunione dei senatori del Pd presieduta da Matteo Renzi, il presidente del Consiglio ha confermato lo stralcio della stepchild adoption dal testo del ddl Cirinnà. La norma sull'adozione del figlio del partenr omosessuale non sarà presente nel maxiemendamento sul quale sarà posta la questione di fiducia da parte del Governo. Saranno presenti, invece, le proposte di modifica a firma del senatore Lumia. "Fuori da qui c'è un mondo che si aspetta un testo con diritti e doveri che fino a tre mesi fa parevano impossibili da raggiungere", ha aggiunto. Per Renzi "la soluzione parlamentare andrebbe a lungo, troppo a lungo con gli emendamenti per fare riaprire il discorso alla Camera e poi di nuovo al Senato". Il premier ha comunque avvertito che l'operazione fiducia non sarà esente da rischi: "Qualcuno dei nostri alleati potrebbe non votarla". "Decidete voi – ha concluso Renzi – se seguire il percorso che ho indicato o se andare in aula con la legge Cirinnà".
La stessa Monica Cirinnà anticipa la scelta della maggioranza:
Update 12:20 – Via supercanguri e tutti i premissivi. Il presidente del Senato Pietro Grasso ha fatto sapere che dichiarerà inammissibili tutti gli emendamenti premissivi – in tutto 7 – al ddl sulle unioni civili, tra cui l'ormai famoso "supercanguro" del senatore Marcucci, quello firmato dal forzista Malan e quelli della Lega Nord. L'obiettivo del presidente è "consentire un ordinato svolgimento dei lavori e un attento esame di tutti gli emendamenti presentati senza effetti preclusivi". Sulla mole di emendamenti al ddl Cirinnà, Grasso ha detto che il numero si è sensibilmente ridotto anche rispetto ai 1.280 che erano rimasti dopo il ritiro di buona parte di quelli presentati dalla Lega Nord. In tutto, tra proposte di modifica inammissibili o identiche, sul tavolo ce ne sarebbero "meno di 500". "Se avessimo conosciuto questa decisione con maggiore anticipo, lo svolgimento della discussione sarebbe stato diverso", ha dichiarato il capogruppo Pd Luigi Zanda.
A poche ore dalla riunione dei senatori del Partito democratico convocata per le 13, in cui si deciderà la linea definitiva sul maxiemendamento al ddl Cirinnà e la questione fiducia, il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha voluto ribadire l'urgenza di "portare a casa le unioni civili". "Dopo tanto chiacchierare – ha detto in un'intervista a Rtl 102.5 – la mia proposta è che sulle unioni civili si chiuda entro la settimana al Senato, rapidissimamente. Potrebbe non essere il provvedimento migliore nelle attese di tanti. Ma dovendo scegliere tra il tutto mai e un pezzo oggi, credo sia meglio portare a casa la prima lettura di questa legge. Altrimenti il rischio che vedo è la paralisi, l'ennesima palude". La preoccupazione del premier "è che si continui a giocare sulla pelle dei cittadini, a fare promesse e poi alla fine nessuno porta a casa il risultato. Fino alla settimana scorsa c'era un accordo, un emendamento, l'emendamento Marcucci, che avrebbe chiuso la partita, ma un quarto d'ora prima i 5 Stelle hanno cambiato idea, e non è la prima volta che lo fanno, e di conseguenza la questione oggi è: continuiamo a fidarci di chi cambia idea all’ultimo minuto o proviamo a chiudere portando a casa ciò che può essere portato a casa?". Insomma, "come è accaduto per tutto il resto, per la legge elettorale, per la riforma costituzionale, per le tasse, io ho detto ‘Ragazzi, ora basta'".
Sul nodo stepchild adoption, che nella bozza di maxiemendamento è saltata, per Renzi "meglio non legiferare se col rischio voto segreto o accordi al ribasso si mettono pietre che poi è difficile togliere. Meglio non toccare la legge che farla al ribasso". Si tratta di "un tema molto complicato, e bisognerebbe metterci un po’ di rispetto in più anche per le opinioni degli altri, di tutti, non è un tema in cui uno si alza e pensa di avere la verità in tasca. Chi pensa di avere la verità in tasca gode del mio massimo rispetto, ma sono temi delicati", ha detto, precisando che nella questione sono entrati "argomenti molto grandi che sono questioni che riguardano anche gli eterosessuali: la maternità surrogata, l’utero in affitto".
Insomma, con un'accordo di maggioranza all'orizzonte, l'adozione del figlio del partner per le coppie dello stesso sesso sembra oramai più lontana che mai. Nonostante anche all'interno della minoranza dem ci sia – come Roberto Speranza – chi continua a pensare che "la fiducia su un testo indebolito" sia "un errore blu". Dal canto suo, il Movimento 5 stelle, durante una conferenza stampa tenuta questa mattina, ha ribadito la sua posizione: un netto ‘no' alla questione fiducia. Piuttosto l'idea è quella di "sedute fiume" in Senato, rigorosamente "senza fare nessun accordo con Renzi.
Movimenti Lgbt: "Svendete i nostri figli"
Non si è fatta attendere la reazione dei movimenti Lgbt. Marilena Grassadonia, presidente delle Famiglie Arcobaleno, ha detto a Repubblica che in questo modo "hanno svenduto i nostri figli per un accordo politico, come potranno d'ora in poi guardarsi allo specchio?". Sono anni, ha aggiunto, "che lottiamo, e adesso che sembrava la volta buona, anche i partiti in cui avevamo creduto ci voltano le spalle, fanno affari sulle nostre teste con quegli stessi senatori che in aula hanno paragonato i nostri bambini ad animali o a creature Ogm. Pensate che insulto". Per Gabriele Piazzoni, segretario di Arcigay, fare l'accordo con Ncd "è come scrivere le leggi a tutela dei bambini con l'orco. Le condizioni per proseguire ci sono, se Pd, Movimento 5 Stelle e Sel decideranno di votare emendamento per emendamento, senza tradire le aspettative di milioni di persone".
C'è anche chi, come Aurelio Mancuso, fondatore di Equality Italia (iscritto al Pd) ha cercato di vedere il bicchiere mezzo pieno: "Alla fine di questo maledetto percorso, preferisco le unioni civili senza adozioni, a nessuna legge. Sarebbe un errore rinunciare a tutto. Anche perché nel momento in cui una coppia gay avrà finalmente dei diritti, sfido qualunque tribunale a non garantire tutele ai figli di quella unione". Ma tra i delusi c'è anche Andrea Rubera, portavoce di "Cammini della speranza" cattolici del movimento Lgbt, che si dice "sconfortato": "Mi ha scritto un senatore: i sondaggi ci dicono che la gente non vuole le adozioni, per questo stralciamo. Ma è così che un paese va avanti? Non sono le leggi a fare la cultura? Se in Usa i politici si fossero basati sui sondaggi, non avrebbero scritto le leggi che oggi garantiscono i diritti dei neri americani. Pazienza. Vuol dire che combatteremo in tribunale per i nostri figli". Se la prende con il Movimento 5 stelle, infine, Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center, che ha mostrato "la nostra solidarietà ai parlamentari grillini che non possono mai dissentire. Spero lo facciano, hanno ancora poche ore". Se salta la stepchild "servirà una grande mobilitazione pro adozioni che apra ai gay ma anche ai single".