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Unioni Civili: da Milano un sì ai diritti delle coppie gay

Milano apre alle coppie di fatto, con il registro delle unioni civili. Soddisfatto Pisapia che precisa: “Matrimonio gay? Per quello serve una legge del Parlamento”.
A cura di Redazione
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Una delibera che istituisce un registro cui le coppie possano iscriversi contemporaneamente alla registrazione della famiglia anagrafica: è questo il risultato più importante della Giunta Pisapia, ottenuto al termine di un consiglio comunale fiume durato oltre 11 ore. Un registro che, dunque, permetterà alle coppie, eterosessuali od omosessuali, di ottenere un attestato di unione civile, con l'obiettivo di "superare situazioni di discriminazione e favorire l'integrazione delle unioni civili nel contesto sociale, culturale ed economico del territorio". Si tratta di un passo ulteriore verso quello che Pisapia ha definito come "l'abbassamento dello spread sui diritti", frutto peraltro di un laborioso compromesso e del sostegno anche del consigliere del Movimento 5 Stelle, dell'esponente di Fli Manfredi Palmeri e dei liberal del Popolo della Libertà. In effetti dal testo originario sono sparite le locuzioni "insieme di persone legate da vincoli affettivi" (in ragione di una meno equivoca definizione: "due persone…") e "famiglia anagrafica", sostituita da una più neutra "unione civile" che non "lede la sensibilità dei cattolici".

Si tratta di unioni civili che dunque permetteranno ai cittadini di usufruire dei servizi comunali senza distinzioni di sorta. Vale la pena comunque di sottolineare che non si tratta di "matrimoni gay", dal momento che, trattandosi di un provvedimento messo in campo da una Giunta comunale, non sono garantiti "diritti essenziali", come la possibilità di ottenere la pensione di reversibilità o vincoli in chiave ereditaria. Lo stesso Pisapia, pur lasciando trasparire grande soddisfazione per il via libera da parte del Consiglio, ha precisato che sulla questione "matrimoni gay" deve necessariamente intervenire il Parlamento, con un provvedimento, aggiungiamo noi, normativo che sembrerebbe essere quasi il naturale completamento di quell'allargamento "progressivo" dei diritti individuali.

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