Unioni civili, cosa pensa il M5s della libertà di coscienza e del ddl Cirinnà
L'altro ieri con un post sul suo blog Beppe Grillo ha annunciato che sul ddl Cirinnà i senatori appartenenti al Movimento avrebbero avuto "libertà di coscienza". Nell'articolo si ricorda che "la prossima settimana si voterà al Senato per il ddl Cirinnà sulle unioni civili. Nel disegno di legge è prevista la stepchild adoption, letteralmente ‘adozione del figliastro', per le coppie omosessuali. Questo è il punto in cui le sensibilità degli elettori, degli iscritti e dei portavoce MoVimento 5 Stelle sono varie per questioni di coscienza". Nella votazione online, spiega il post di Grillo, "che si è svolta a ottobre 2014 non era presente alcun accenno alle adozioni e gli iscritti del M5S non hanno potuto dibattere su questo argomento specifico". In seguito alle tante richieste da parte di elettori, iscritti e portavoce M5S su questo tema etico "si lascia pertanto libertà di coscienza ai portavoce M5S al Senato sulle votazioni agli emendamenti della legge Cirinnà e alla legge nel suo complesso anche se modificata dagli emendamenti. Non si fa ricorso a un'ulteriore votazione online perché su un tema etico di questa portata i portavoce M5S al Senato possono comunque, in base ai dettami della loro coscienza, votare in maniera difforme dal gruppo qualunque sia il risultato delle votazioni". Un vero e proprio dietrofront – sulle cui possibili ragioni avevamo provato a dare qualche spiegazione qui – considerato che la posizione del Movimento fino a quel momento era stata parecchio ferma: sì al ddl Cirinnà, ma solo se non "annacquato" da troppe modifiche di compromesso da parte del Pd.
A distanza di due giorni e dopo diverse polemiche, Grillo ha aggiustato il tiro, pubblicando un post sul blog in cui si precisa che i senatori 5 stelle voteranno sì al ddl sulle unioni civili così come stabilito "nella votazione sul blog del 28 ottobre 2014", dove però non era contenuto un quesito sulla stepchild adoption. Per questo motivo "in via del tutto straordinaria Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, in qualità di Garanti del Movimento, si sono assunti la responsabilità di rinunciare a un'ulteriore votazione sul blog e di lasciare ai portavoce la libertà di decidere sulla stepchild adoption secondo coscienza, sulla base di principi personali". In realtà, come ha fatto notare La Stampa, "il quesito posto agli iscritti non escludeva il tema della stepchild adoption. Il testo, a favore del quale hanno votato 3908 attivisti del M5S, parlava di ‘diritti e doveri della coppia equiparati al matrimonio ma con esclusione della possibilità di adottare figli estranei alla coppia'. La stepchild adoption (già consentita per le coppie eterosessuali) rientra quindi perfettamente nel novero dei diritti contemplati dal quesito, a meno che non si voglia sostenere che il figlio del coniuge sia estraneo alla coppia unita civilmente".
Il post di due giorni fa aveva scatenato la reazione della base del Movimento – che si era espressa in numerosi commenti al blog e con l'hashtag #dietrofrontM5s – e anche di alcuni parlamentari. Chiara Di Benedetto, eletta con Grillo alla Camera dei Deputati, ha scritto su Twitter che "la libertà di coscienza sul ddl Cirinnà, a due giorni dal voto, suona come patetico tentativo di non spingersi oltre", spiegando poi perché si tratti di una decisione "profondamente sbagliata": "La libertà di coscienza sul ddl Cirinnà, a due giorni dal voto, suona come un patetico tentativo di galleggiare, di non dispiacere a nessuno, di compiacere tutti e di non spingersi troppo oltre, verso quella famosa rivoluzione culturale che, oramai, sono solo parole vuote e offese. Mi sento offesa in prima persona. Mi vergogno anche un po’ di aver tradito chi credeva che alle nostre parole seguissero i fatti. Le Unioni civili non sono un tema etico e chi lo sostiene è ignorante e in malafede".
Insieme ad altri eletti la parlamentare ha diffuso online l'hashtag #IoVotoSi, per difendere la propria posizione favorevole al ddl Cirinnà.
Tra questi – che sono comunque la maggioranza degli esponenti – anche la senatrice Paola Nugnes, secondo cui "le paure e i timori sollevati in modo strumentale in queste settimane sul ddl sulle unioni civili (ed in particolare sull'art.5 che disciplina l'adozione del figlio del compagno senza estensione parentale), non possono dirsi immuni da forti interessi lobbistici; da intenti mistificatori e da disconoscimenti ingiustificati e pericolosi, guidati dal pregiudizio, di principi etici fondamentali sanciti dalla Costituzione".
A favore del ddl Cirinnà e in polemica con la decisione del direttorio centrale anche Mirella Liuzzi, eletta alla Camera, che su Facebook è andata a recuperare un post del blog di Grillo del 2012 a favore della legge sulle unioni civili.
La decisione del direttorio M5s è piaciuta al senatore Sergio Puglia, che da tempo auspicava che "sulla materia delle adozioni" ci fosse "un'ampia, seria e lunga discussione nazionale e magari arrivare ad un referendum popolare". Puglia farebbe parte dei pochi – pare si contino sulle dita di una mano – del gruppo che voteranno "no" secondo coscienza.
Chi tace sul punto, invece, è Luigi Di Maio, vicepresidente Camera dei Deputati e leader nascente del Movimento. In un'intervista di qualche tempo fa, a proposito delle unioni civili, aveva detto che la stepchild adoption "è una cosa normalissima", difendendo "il diritto di unirsi" o di "far adottare il figlio al proprio compagno". Stessa posizone era stata espressa ad ottobre in un'intervista a Famiglia Cristiana: il parlamentare si era detto favorevole alla stepchild "se uno dei due ha un figlio da un’altra relazione è giusto così". Dopo la pubblicazione del post sulla libertà di coscienza, Di Maio ha scritto semplicemente su Facebook che è "giusto che sia così su temi etici come quelli che riguardano adozioni e unioni tra persone dello stesso sesso. Soprattutto per un Movimento come il nostro che ha diverse sensibilità da rispettare. In tanti mi chiedono cosa penso personalmente di questa legge. Nei prossimi giorni dirò la mia".