Unioni civili, continua lo scontro. Boldrini: “Normale che stepchild sia un diritto”
All'indomani delle manifestazioni "Svegliati italia" in quasi cento piazze italiane, continua il confronto sul disegno di legge sulle unioni civili, atteso il 28 gennaio in Senato. Per la vicesegretaria del Partito democratico Debora Serracchiani "la legge non è più rinviabile". L'esponente Pd ha però anche chiarito che il ddl "non equipara Unioni e matrimonio". Equiparazione che, invece, esiste per il ministro dell'Interno Angelino Alfano, che ha dichiarato che se la legge passasse con i voti del M5s e di Sinistra italiana "non sarebbe un bene per la coalizione". Il leader di Ncd ha fatto sapere che non parteciperà fisicamente al Family Day in programma sabato prossimo, a causa del ruolo isituzionale ricoperto, ma che sarà "in piazza con la mente e con il cuore".
Tra chi in queste ore si sta esprimendo in favore al ddl Cirinnà e la norma sulla stepchild adoption – da settimane al centro delle polemiche – c'è la presidente della Camera, Laura Boldrini, secondo cui "quando il partner muore ed il figlio resta solo, il partner ha il dovere di occuparsi del figlio. È quasi naturale che questo dovere si traduca in un diritto. Se è un dovere naturale perché non deve essere anche un diritto?". Ieri le piazze, ha aggiunto, ci hanno detto quello che sapevamo. E cioè che il Paese aspetta una legge sulle unioni civili anche perché l’Italia è l’ultima in Ue a non averla ancora. Abbiamo aspettato tanto. Mi auguro che ora il risultato sia all’altezza delle aspettative".
Critico il presidente della Regione Lombardia, il leghista Roberto Maroni, che su Twitter ha scritto che "la difesa della famiglia naturale fondata sul matrimonio è la difesa della Costituzione repubblicana e delle nostre radici". Dichiarazione che arriva a poche ore dalle polemiche scoppiate per la scritta "Family Day" apparsa sulla facciata del Pirellone.
Per Maurizio Gasparri, infine, Forza Italia ritiene "che la regolamentazione dei diritti non trovi nella proposta Cirinnà una soluzione adeguata. Si apre piuttosto la strada alla stepchild adoption, all’equiparazione unioni civili-matrimonio, al rischio di adozioni generalizzate con l’implicazione dell’utero in affitto, pratica che tutti criticano ma che vedremo poi all’atto pratico se vorranno vietare con norme ancor più nette".