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Unioni civili alla Camera: il governo chiede la fiducia

Stamattina, dopo il rigetto delle questioni pregiudiziali, come già annunciato qualche giorno fa dal presidente del Consiglio Matteo Renzi, il ministro per i rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi ha posto la questione di fiducia sul ddl. Proteste dai banchi dell’opposizione: “Servi della gleba”.
A cura di Claudia Torrisi
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Ieri il ddl Cirinnà sulle unioni civili è approdato in Aula alla Camera dei deputati. Stamattina, dopo il rigetto delle questioni pregiudiziali, come già annunciato qualche giorno fa dal presidente del Consiglio Matteo Renzi, il ministro per i rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi ha posto la questione di fiducia sul ddl. A questo punto giovedì dovrebbe arrivare il via libera definitivo sulla legge. "Il Parlamento si appresta a cancellare decenni di brutte figure", ha detto ieri la relatrice della proposta, la deputata del Pd, Micaela Campana.

La richiesta della fiducia ha scatenato le proteste dell'opposizione. Massimiliano Fedriga, capogruppo alla Camera della Lega Nord, ha accusato la maggioranza di aver applaudito il ministro Boschi. "Siete servi della gleba, applaudite pur di essere ricandidati. Vergognatevi, siete quattro lacchè di Renzi", ha gridato dai banchi del Carroccio, aggiungendo che "le istituzioni devono tutelare le opposizioni", chiedendo l'intervento di Boldrini, Grasso e Mattarella perchè "è a rischio la democrazia parlamentare".

La "tutela delle opposizioni" è stata invocata anche da Maurizio Bianconi dei Conservatori, che ha rivendicato che "questo provvedimento è di iniziativa parlamentare, riguarda i diritti civili e mettono lo stesso la fiducia". Proteste anche da Alfonso Bonafede del Movimento 5 stelle secondo cui "questo governo intende il Parlamento come uno zerbino"; e da Antonio Palmieri di Forza Italia. "Quello che è successo è una cosa che va oltre tutto quello che abbiamo visto nella storia della Repubblica – ha detto – Eravamo solo in quattro iscritti, per soli quaranta minuti. Ricordo che Renzi aveva lasciato ai suoi libertà di coscienza. Con la fiducia la libertà se la è presa, spero che al momento del voto ciascuno difenda la coscienza".

La seduta è stata quindi sospesa dal presidente di turno della Camera, Roberto Giachetti, che ha convocato la conferenza dei capigruppo. La fiducia verrà votata domani, con appello nominale dalle 14:10, mentre le dichiarazioni di voto cominceranno alle 12.30. Alle 10 di mattina, invece, scadrà il termine per la presentazione degli ordini del giorno.

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