Unioni civili, Alfano: “Non appoggio referendum, ma no ad adozioni oggi e domani”
"Abbiamo votato questa fiducia perché la legge ha conferito diritti patrimoniali anche a coppie dello stesso sesso, ma ha detto chiaramente no all’equiparazione col matrimonio e anche alle adozioni. Abbiamo vinto la partita del buon senso al Senato e alla Camera è arrivata la fotocopia del testo votato al Senato". Così, in un'intervista al Corriere della Sera, il ministro dell'Interno Angelino Alfano commenta l'approvazione definitiva della legge sulle unioni civili. "Se avessi dato retta a tutti i ‘radicali' che mi consigliavano la rottura con Renzi – aggiunge – ci sarebbe stato un accordo con Grillo e avremmo avuto davvero il matrimonio gay, paritario a quello previsto nel codice civile, e anche le adozioni gay con la naturale conseguenza dell’utero in affitto. Rivendico con forza un risultato frutto del buonsenso: un sì e due no. Sì ai diritti patrimoniali, no alle adozioni e all’equiparazione col matrimonio. Abbiamo posto paletti chiari. La prova è che unioni civili e matrimonio sono figli di genitori diversi: il matrimonio è figlio degli articoli 29 e 31 della Costituzione, le unioni civili degli articoli 2 e 3".
Sulla questione referendum abrogativo – proposto da settori del centrodestra – il ministro dichiara che lo avrebbe "sostenuto e promosso qualora ci fossero state le adozioni, sconvolgendo così il nostro ordinamento e l’impianto stesso della nostra società. Invece, con questa legge, un’eventuale sconfitta del fronte referendario spalancherebbe la strada ai vincitori per andare ben oltre, chiedendo adozioni ed eguaglianza formale delle unioni civili ai matrimoni. Un’operazione a rischio altissimo. Con i sondaggi che danno oltre il 60% di italiani favorevoli al riconoscimento dei diritti civili e patrimoniali, significa volere giocare d’azzardo con la famiglia".
Sulle adozioni, invece, la linea è chiara: "Abbiamo detto no alle adozioni per l’oggi e per domani: fa parte di un patto con Renzi e con il governo. Per noi, non può rientrare dalla finestra ciò che abbiamo tenuto fuori dalla porta. Ribadiamo che un bambino o una bambina hanno bisogno di un papà e di una mamma. E visto che due persone dello stesso sesso non possono procreare per natura, se sono due uomini dovrebbero prendere un figlio procreato o fatto procreare da una donna. Noi siamo assolutamente contrari alla pratica dell’utero in affitto, il mezzo al quale ricorrerebbero inevitabilmente le coppie maschili. Abbiamo ribadito chiaramente in Parlamento e nel Paese che consideriamo quel metodo un turpe mercimonio che merita di essere considerato reato universale punibile in Italia anche quando venga commesso all’estero. Impediremo in ogni modo che si metta la targhetta del prezzo sul ventre di una donna".
In ogni caso, per il ministro, che non si parli di "celebrazioni": "Come prevede proprio la nuova legge all’articolo 1 le unioni non si ‘celebrano' ma si ‘costituiscono' mediante una dichiarazione ufficiale di stato civile, mentre nella legislazione in vigore si fa chiaro riferimento alla ‘celebrazione' del matrimonio. Il titolo 8 del regolamento dello Stato civile è interamente dedicato alla ‘celebrazione' del matrimonio ed è solo un esempio".
Alfano interviene anche sul dibattito sulla possibilità o meno per un primo cittadino di invocare obiezione di coscienza e non celebrare l'unione civile. "Bisogna distinguere – dice – il sindaco può tranquillamente delegare un assessore, e non solo, se non se la sente. Riguardo alla sua specifica funzione, invece, per l’obiezione di coscienza dico ciò che dissi quando con la mia circolare chiesi ai prefetti di annullare le registrazioni nello stato civile italiano dei matrimoni omosessuali contratti all’estero. Il sindaco non agisce in qualità di vertice dell’amministrazione ma di ufficiale di governo, esercitando quindi una funzione statale che non ammette deroghe. Io sto dalla parte della legge sempre e comunque".