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Ungheria vieta eventi Lgbtq+ e Pride e riconosce solo due generi: ok alla modifica in Costituzione

Via libera del Parlamento ungherese a larga maggioranza alle modifiche costituzionali che restringono le libertà civili e i diritti umani delle persone Lgbtq+. Orban: “L’emendamento costituzionale dell’Ungheria è ora legge. Proteggiamo lo sviluppo dei bambini, affermiamo che una persona nasce maschio o femmina e ci opponiamo alle droghe e alle interferenze straniere”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Persone Lgbtq+ sempre più minacciate in Ungheria, a causa di modifiche costituzionali che restringono le libertà civili e i diritti umani Il governo di Budapest ha appena approvato un emendamento alla Costituzione che vieta gli eventi pubblici Lgbtq+. È l'ultima offensiva "illiberale" del premier Viktor Orbán.

Sostenuto dal partito Fidesz del primo ministro Viktor Orban, l'emendamento può portare al divieto di eventi come il Budapest Pride e fornire una base costituzionale per negare il riconoscimento delle identità transgender e intersessuali, riconoscendo quindi solo due generi: maschio e femmina. L'emendamento in questione è stato approvato con 140 voti a favore e 21 contrari.

Cosa dice l'emendamento che colpisce le persone Lgbtq+ in Ungheria

Secondo la modifica costituzionale, i diritti dei bambini allo sviluppo morale, fisico e spirituale prevalgono su qualsiasi altro diritto fondamentale diverso dal diritto alla vita, incluso quello di riunirsi pacificamente.

L'emendamento fornisce la base costituzionale alla legge approvata il 18 marzo che vieta la marcia annuale del Pride, limitando la libertà di riunione e suscitando proteste da parte di attivisti e opposizione. Una disposizione centrale stabilisce che "i diritti dei bambini per il loro corretto sviluppo fisico, mentale e morale hanno la precedenza su tutti gli altri diritti fondamentali, fatta eccezione per il diritto alla vita". Il testo ribadisce inoltre che "le persone possono essere solo maschi o femmine" e rafforza la linea del governo contro il riconoscimento delle identità di genere non binarie.

Il nuovo emendamento consente inoltre agli ungheresi che possiedono la doppia cittadinanza in un paese non appartenente allo Spazio Economico Europeo di vedersi sospendere la cittadinanza se sono ritenuti una minaccia per l'ordine pubblico, la sicurezza pubblica o la sicurezza nazionale, se considerati "traditori della nazione". Queste sospensioni possono durare per un massimo di 10 anni

"Sostenuto dal primo ministro Viktor Orbán e dal suo partito populista di destra, Fidesz, l'emendamento cerca di codificare il recente divieto del governo di organizzare eventi Pride, aprendo la strada alle autorità per l'utilizzo di software di riconoscimento facciale per identificare i partecipanti e potenzialmente multarli. L'emendamento, che secondo il governo dà priorità alla protezione dello sviluppo fisico, mentale e morale dei bambini, sancisce anche il riconoscimento di due soli sessi, fornendo una base costituzionale per negare le identità di genere di alcuni in Ungheria", si legge su The Guardian.

"Il Comitato ungherese di Helsinki, un gruppo per i diritti umani, ha descritto l'emendamento come un mezzo per ‘legiferare sulla paura' nel paese dell'UE. ‘Queste leggi rappresentano un'escalation significativa negli sforzi del governo per sopprimere il dissenso, indebolire la protezione dei diritti umani e consolidare la sua presa sul potere', ha dichiarato in un comunicato. Il partito di opposizione Momentum ha evidenziato le somiglianze con le restrizioni in Russia", si legge ancora nell'articolo del quotidiano.

Orban esulta: "Proteggiamo i bambini"

"L'emendamento costituzionale dell'Ungheria è ora legge. Proteggiamo lo sviluppo dei bambini, affermiamo che una persona nasce maschio o femmina e ci opponiamo alle droghe e alle interferenze straniere. In Ungheria, il buon senso conta", ha scritto su X il primo ministro ungherese, Viktor Orban, rivendicando la modifica costituzionale approvata oggi dal Parlamento ungherese.

L'approvazione della legge a marzo ha scatenato un'ondata di proteste in Ungheria, con migliaia di persone che sono scese in strada. I manifestanti hanno bloccato per ore ogni settimana ponti e strade principali a Budapest. In reazione al divieto del Pride, gli organizzatori locali hanno scritto: "Questa non è protezione dei minori, questo è fascismo". Sabato scorso una folla ha protestato indossando una divisa grigia per simboleggiare l'uniformità che Viktor Orban vorrebbe imporre.

Zan (Pd): "È il modello di Meloni e Salvini"

"Orban ha riscritto la Costituzione per vietare i Pride, negare l'identità delle persone trans e schedare i manifestanti. Una persecuzione aperta contro le persone Lgbtqia+, i cui diritti vengono cancellati per legge, colpite nel diritto di esistere. Non è solo una stretta autoritaria: è un attacco frontale all'idea stessa di Europa, ai diritti umani, alla democrazia. Questo è il modello di Giorgia Meloni e Matteo Salvini, che hanno scelto Orban come loro alleato politico privilegiato: l'Europa dei muri, dell'odio e del controllo. L'Unione Europea non può più esprimere solo preoccupazione. È il momento che la Commissione intervenga con determinazione", ha commentato Alessandro Zan, europarlamentare e responsabile Diritti nella segreteria del Partito Democratico.

M5s: "Cosa pensa il governo Meloni della vergognosa compressione dei diritti in Ungheria?"

"Cosa pensano Meloni, Tajani, Salvini e tutto il governo italiano della modifica costituzionale approvata in Ungheria, dove governa il loro alleato Orban, che dà il via libera ad una nuova vergognosa compressione dei diritti umani, in particolare di quelli della comunità Lgbtq+ e del diritto di espressione? Parliamo di un Paese europeo che sta velocemente uscendo dallo stato di diritto e dai parametri basilari che l'Unione Europea dovrebbe pretendere, oltre che difendere. Il governo italiano deve prendere posizione, dica apertamente da che parte sta", hanno scritto i rappresentanti del M5s nelle commissioni Affari Costituzionali della Camera e del Senato Enrica Alifano, Carmela Auriemma, Roberto Cataldi, Alfonso Colucci, Felicia Gaudiano, Alessandra Maiorino e Pasqualino Penza.

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