Ungheria insiste: “Ilaria Salis non è una vittima, la gente è stata quasi uccisa da gruppi di sinistra”
Dal governo ungherese continuano ad arrivare segnali negativi sul caso di Ilaria Salis, che si trova in un carcere a Budapest da oltre un anno. Dopo che ieri il ministro degli Esteri ungherese Péter Szijjártó, a margine di un incontro a Roma con il ministro degli Esteri Tajani, si era detto "sorpreso" dalle interferenze italiane sul caso, perché per Budapest la detenuta italiana non sarebbe una "martire", oggi dall'Ungheria arriva un nuovo messaggio ostile.
"Sono scioccato dalle reazioni italiane. Questa signora (Ilaria Salis) è stata presentata qui in Italia come una specie di vittima, una martire. In Ungheria le persone sono state quasi uccise. La gente è stata quasi picchiata a morte nelle strade, e poi questa signora viene dipinta come una martire o la vittima di un processo ingiusto. Nessuno, nessun gruppo di estrema sinistra, dovrebbe vedere l'Ungheria come una sorta di ring di boxe dove venire a pianificare di picchiare qualcuno a morte", ha detto il ministro degli esteri ungherese Péter Szijjártó su Fb, postando un video. Durante il periodo di detenzione per Salis le condizioni carcerarie sono state spesso disumane, come continua a denunciare la famiglia dell'insegnante.
La donna è accusata di lesioni aggravate nei confronti di tre estremisti di destra, che avrebbero subito aggressioni da parte di membri della tedesca ‘Banda del martello', nel ‘Giorno dell’onore', evento che ogni anno richiama nella capitale ungherese centinaia di nostalgici del nazismo.
Le lesioni riportate dagli estremisti di destra secondo la procura ungherese sarebbero state potenzialmente mortali, pur essendoci stata poi una prognosi tra 5 e 8 giorni.
La risposta di Tajani al governo di Budapest
"Non c'è alcuna interferenza da parte italiana" sul caso Salis, "ci siamo preoccupati di ciò di cui ci dobbiamo preoccupare cioè della tutela dei diritti del detenuto, lo facciamo per la signora Salis come per tutti i detenuti italiani nel mondo", ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani interpellato a margine di un evento alla Camera. "Vanno rispettate all'interno dell'Unione europea le regole dell'Ue per quanto riguarda la detenzione – ha aggiunto – Siamo garantisti, abbiamo detto quello che si puo fare".
Tajani ha sottolineato che il governo è "in costante contatto con la famiglia" e ha ribadito che "ieri abbiamo consegnato un documento scritto al ministro degli Esteri ungherese per dire quello che noi possiamo fare e, qualora venissero concessi gli arresti domiciliari alla signora Salis, deve essere garantita la sicurezza della detenuta e dei suoi famigliari".