Una tassa sui ricchi per salvaguardare gli esodati
Torna lo scontro tra Governo e gruppi politici sul tema degli esodati. Ieri sera infatti contro il parere contrario dell'Esecutivo la Commissione lavoro della Camera ha approvato quasi all'unanimità un emendamento alla tanto contestata legge di stabilità che amplia la platea degli esodati da salvaguardare. In pratica l'emendamento, a prima firma di Silvano Moffa e sottoscritto da tutti gli altri capigruppo, applica le vecchie regole per la pensione a tutti quei lavoratori che avendo lasciato l'impiego immaginavano di potere andare in pensione con le vecchie regole e che ora, con l'entrata in vigore della riforma previdenziale, si ritrovano in una situazione di limbo, senza occupazione e senza assegno previdenziale. Il problema come hanno più volto sottolineato dal Governo è che per estendere le garanzie oltre alla platea dei 120mila già previsti dai provvedimenti del Consiglio dei Ministri, non ci sono sufficienti risorse, ecco allora il parere negativo.
Proprio per questo l'emendamento ora dovrà passare al vaglio della Commissione bilancio di Montecitorio che dovrà valutare se è stata prevista la necessaria copertura finanziaria per poter estendere la platea degli esodati. Nel dettaglio tra le coperture previste dall'emendamento al ddl stabilità anche un cosiddetto contributo di solidarietà pari al 3% sulla parte di reddito che supera i 150mila euro, in pratica una tassa sui redditi più alti per poter pagare la pensione agli esodati. Il Problema è che il numero effettivo di questi ultimi ancora non è stato accertato definitivamente per questo nello stesso emendamento prevista una clausola di salvaguardia che prevede nel caso il contributo di solidarietà non fosse sufficiente, l'aumento delle accise sulle sigarette. Secondo molti è difficile che l'emendamento ottenga il via libera in quanto la Ragioneria dello Stato in passato ha già bocciato provvedimenti analoghi che avevano come copertura economica gli incassi dai giochi online e dalle lotterie.