Una nave per trasferire 400 migranti al giorno da Lampedusa: gli emendamenti del governo al dl Cutro
Il governo ha presentato due maxi emendamenti al decreto Cutro, depositati presso la commissione Affari costituzionali del Senato dopo essere stati bollinati dal ministero dell'Economia. Riguardano da un lato i centri di prima accoglienza, dall'altro la protezione internazionale e le procedure alla frontiera. Palazzo Chigi sarebbe invece ancora al lavoro sull'emendamento per la soppressione della protezione speciale. In ogni caso, la proposta che arriva dal governo è quella di una stretta.
La stretta sui centri di accoglienza e sulla protezione internazionale
Per quanto riguarda i centri di accoglienza, si va verso una riorganizzazione delle strutture esistenti e un'estensione delle deroghe già previste per i centri per il rimpatrio, i Cpr. Il ministero dell'Interno, inoltre, potrà affidare alla Croce Rossa la gestione dell'hotspot di Lampedusa, in situazioni di particolare affollamento. I prefetti, ad ogni modo, potranno individuare dei luoghi provvisori dove potranno trasferire i richiedenti asilo "in caso di indisponibilità di un adeguato numero di posti nelle strutture esistenti".
Cambiamenti in vista anche per quanto riguarda la protezione internazionale. Per prima cosa i richiedenti asilo in attesa di decisioni definitive sulla loro domanda potranno essere accolti solamente nei centri di accoglienza governativi, non nell'ambito del sistema di accoglienza e integrazione (Sai) messo in piedi dagli enti locali. Nei centri del Sai saranno accolti solo i migranti che arrivano attraverso corridoi umanitari, che quindi hanno già avuto un primo controllo rispetto alla loro situazione giuridica e alla possibilità di ottenere la protezione internazionale. Questo significa che moltissime persone, finché non otterranno la protezione internazionale (un processo che potenzialmente dura anche anni) non avranno accesso ai servizi di integrazione.
Sarà fatta eccezione per coloro che richiedono la protezione internazionale e che sono in condizioni di particolare vulnerabilità, come donne incinte, anziani, persone affette da malattie o con disturbi psichici: queste persone potranno entrare nel Sai. Si prevede inoltre la possibilità di revocare l'accoglienza a coloro che violano le regole nei centri o che si comportano in modo violento.
Cosa cambia per l'hotspot di Lampedusa
Negli emendamenti del governo sono previste speciali misure per Lampedusa. Fino alla fine del 2025, ad esempio, l'hotspot dell'isola potrà essere gestito dalla Croce rossa, su richiesta del Viminale, per garantire "adeguati livelli di accoglienza". Non solo, si prevede che i migranti nell'hotspot possano essere trasferiti tramite nave, per tutto il 2023. Il budget disponibile è di oltre 8 milioni di euro per quest'anno (precisamente 8.820.000). Non si utilizzerà solo il traghetto di linea, ma ci sarà una nave apposita, che potrà trasportare oltre 2mila persone a settimana. Sarà "capace di assicurare il trasferimento da Lampedusa ad un porto della Sicilia meridionale, di almeno 400 migranti al giorno, per un totale di 2.800 a settimana", si legge.
Quanto stanzia il governo per l'accoglienza nel 2023
In uno degli emendamenti si prevede ance un budget aggiuntivo per l'accoglienza. In particolare si parla dei richiedenti asilo arrivati irregolarmente che non potranno più essere ospitati nella rete Sai. Una decisione che, rispetto alle previsioni iniziali, comporterà un aumento di spesa di 16,7 milioni per quest'anno. In totale, quindi, il costo annuale per l'accoglienza è così stimato in 853 milioni di euro: 807 milioni per i 54.446 richiedenti asilo, 16,7 milioni per i 1.926 non più inseriti nel Sai e 29 milioni per i circa 11mila ucraini ospitati nei primi tre mesi dell'anno.
Il testo del decreto arriverà nell'Aula di Palazzo Madama martedì 18 aprile, senza il mandato del relatore. Le opposizioni hanno criticato duramente il provvedimento: la discussione sarà con ogni probabilità particolarmente accesa.